Il 27 gennaio si fa memoria della liberazione da parte
dei sovietici del campo di concentramento di Auschwitz avvenuta il 27 gennaio
1945.
Aldebaran quest’anno vuole celebrare questa giornata raccontando
la storia del brigadiere Gino Cipolletti.
Brano tratto da Gariwo, la foresta dei giusti ( http://www.gariwo.net/pagina.php?id=1516
)
“Testimonianza della figlia, Anna Maria Cipolletti - Varese, 13 maggio 2003
Dopo la morte dei miei genitori, sono venuta in possesso di
una lettera del C.L.N. - Corpo Volontari della Libertà - 1° Brigata Alpina
Giustizia e Libertà "Stelvio" - 2° Battaglione, contenente una
dichiarazione rilasciata da Luigi Ferrari, sull'azione svolta da mio padre,
Gino Cipolletti, in servizio presso l'Arma dei Carabinieri con il grado di
Brigadiere, dopo l'8 settembre 1943.
Dalla lettera, redatta a Sondalo il 26 maggio 1945, risulta
che mio padre salvò delle persone dalla deportazione in Germania. Per me è
stata una vera sorpresa scoprire questa sua attività clandestina, di cui non si
è mai vantato e non ha mai parlato, né in famiglia, né in pubblico. Sapevamo
soltanto che aveva fatto il partigiano.
Ecco alcuni stralci della dichiarazione di Luigi Ferrari:
"Per quanto riguarda il Brigadiere Gino Cipolletti sono
a perfetta conoscenza e per partecipazione diretta e per testimonianza di
persone che qui cito, dell'attività di lui, dal Settembre 1943 sino a quando
egli, il 5 Agosto 1944, abbandonò il servizio dell'Arma e si inquadrò tra i
primi nella formazione del Gruppo 'Foglia' …..
Il Brigadiere Cipolletti rimase in servizio a Bolladore,
dopo la forzata fuga in Svizzera del Colonnello Alessi, e devo qui in modo
esplicito far risaltare che, anche quando egli voleva abbandonare la caserma
per non accettare le imposizioni fasciste, io mi adoperai a convincerlo di
rimanere in servizio anche se richiesto di giuramento perché egli solo,
continuando l'opera svolta fin dal Settembre 1943 poteva proteggere gli
indiziati e i sospetti e boicottare i comandi fascisti. L'opera del Cipolletti
è valsa moltissimo ad evitare le presentazioni dei chiamati alle armi e dei
precettati per la schiavitù in Germania, i quali tutti venivano tempestivamente
avvertiti. A persuadere il Cipolletti anche alla prestazione di un giuramento
per gli scopi detti sopra contribuirono molto il parroco di Mondadizza, lo
Stefano Besseghini di Grosio, ed altri fra i quali il Dottor Angelo Caspani,
passato poi alla Divisione. L'utilissima opera del Cipolletti non avrebbe
potuto svolgersi senza la continua collaborazione del Brigadiere Amelia che,
come il Cipolletti, dava tempestivamente avvertimento a tutti i comandanti di
stazione di idee antifasciste che si erano aperti con lui, e con la sua pratica
di scrivano occultava e modificava il carteggio e dava l'indirizzo ai
comandanti di stazione sul modo di comportarsi per boicottare gli ordini dei
superiori fascisti. Di ciò io sono sin d'allora venuto a conoscenza per la
quotidiana pratica col Cipolletti. Anche l'Amelia prestò il giuramento e per
consiglio del Cipolletti ritardò sino all'ultimo la fuga.
Ritengo di aver esposto quanto può servire ad una esatta
valutazione della coraggiosa opera svolta dai carabinieri sopra nominati".
Se pensiamo all’Italia del 2013, fatti come quelli sopra
ricordati ci sembrano lontanissimi nel tempo, ma non per questo dobbiamo credere che situazioni del genere non si possano ripresentare. Per
questo è bene continuare a far memoria ed informare i giovani di oggi che non
hanno proprio idea di quanto male a persone innocenti il fascismo ed il nazismo
abbiano causato in Italia ed in Europa.