Ci sono persone così povere che l'unica cosa che hanno sono i soldi.

Santa Madre Teresa di Calcutta

venerdì 22 aprile 2016

Le riforme costituzionali



Nei giorni scorsi si è concluso l'iter legislativo delle riforme costituzionali. Il prossimo mese di ottobre sarà dunque decisivo per il proseguimento o meno del Governo di Matteo Renzi. Il premier infatti ha volutamente legato la tematica del Referendum confermativo sulle modifiche costituzionali alle sorti del suo esecutivo.

Gli italiani hanno quindi circa sei mesi di tempo per meditare sulla riforma varata dal Parlamento e decidere se sostenerla o abrogarla tramite il voto referendario.

Prima di analizzare, nei post successivi, le ragioni dell'una e dell'altra parte, proponiamo ora alcune considerazioni di carattere generale su quanto abbiamo ascoltato e letto negli ultimi due anni sul tema delle riforme.

Una premessa generale per chiarire subito il campo: chi scrive non è un sostenitore del Governo Renzi, semmai uno strenuo supporter del nostro Bel Paese, delle persone che vi abitano, dei giovani che non partono per cercare lavoro altrove oppure di quelli che ritornano dopo un’esperienza lavorativa all’estero per contribuire alla rinascita della nostra Patria. Noi crediamo che quando si affrontano tematiche di così ampio respiro e di così vitale importanza per il futuro della nazione, dovrebbero essere costoro i riferimenti con cui confrontarsi: le generazioni future degli italiani.

Per poter esprimere con una ragionevole certezza il nostro voto non dovremmo focalizzarci sul binomio, Governo SI, Governo NO; Matteo SI o Matteo NO. Con l'esito del referendum non ci giochiamo il Governo di Matteo Renzi, ma probabilmente ci giocheremo un pezzo importante del futuro del nostro Paese.

Pertanto cari concittadini, informiamoci da fonti diverse e riflettiamo su quello che leggeremo: al termine di questo lavoro saremo pronti per andare a votare secondo quello che ci detterà la nostra coscienza. Non lasciamoci tirare dentro il gioco di essere pro o contro il Governo. Perché, in questa storia, l’unico pericolo che dobbiamo assolutamente cercare di evitare, è quello di cadere nella demagogia, cioè nel lasciarci ammaliare dalla retorica dei capi bastoni vicini unicamente alle proprie fazioni politiche ed elettorali e distanti dal bene comune. 

Per tutti i sei mesi che ci separano dal referendum, sentirete o leggerete pochissime volte riflessioni come queste: ragionate con la vostra testa.

E' il bene comune del nostro Paese la stella polare che ci dovrà guidare mentre esprimeremo il giudizio finale su quanto proposto dal Parlamento. Da parte nostra, l'impegno che prendiamo è quello di analizzare nelle prossime settimane le ragioni del si e quelle del no e di cercare di proporre una sintesi che si riveli, a distanza di tempo, la più eticamente corretta.

Che poi Matteo Renzi, in base al voto espresso dagli italiani, opti per le dimissioni o decida di continuare il suo servizio alla nazione, francamente non ce ne importa nulla.