Ci sono persone così povere che l'unica cosa che hanno sono i soldi.

Santa Madre Teresa di Calcutta

lunedì 10 agosto 2015

Il tempo presente

Orologio molle nel momento della sua prima esplosione - 1954 - S. Dalì


Viviamo in un periodo storico di grandi cambiamenti e il futuro ci spaventa. Questo è il luogo comune che, come un mantra, sentiamo ripetere e a nostra volta noi stessi ripetiamo, quasi a volerci nascondere dietro di esso per evitare di affrontare l’ignoto. Poiché affrontare la novità, ci porta ansia, preoccupazione, meglio l'ormai conosciuto e metabolizzato tran tran della nostra solita vita, il tanto amato quieto vivere.

Ma è proprio così? E' così vero che quello attuale è un periodo straordinario, fatto di grandi cambiamenti?

Ogni epoca, ogni periodo storico ha avuto accelerazioni e poi anni più "tranquilli", dove i nuovi equilibri si consolidavano per poi dare origine a nuove metamorfosi. E i famigerati cambiamenti altro non sono che gli inevitabili progressi che l'homo sapiens ha compiuto da quando è apparso sulla terra.

Ascoltavo, forzatamente perché ad un passo dalle mie orecchie in metropolitana, due signore non più giovani che ricordavano la propria vita lavorativa e la fatica del viaggio quotidiano in treno, con i frequenti ritardi che non permettevano il ritorno a casa la sera ad un'ora certa. E una delle due signore chiudeva: "E non esistevano neanche i cellulari, ma nessuno a casa si preoccupava. Si sapeva che il treno faceva ritardo. Adesso se mia figlia tarda cinque minuti dal lavoro e non mi avvisa, io sono in pensiero".

Rispetto a trenta, venti anni fa, oggi si sono fatti enormi passi avanti in moltissimi ambiti della vita umana. Abbiamo raggiunto traguardi impensabili anche solo pochi anni addietro, ma questi nuovi traguardi stanno rompendo i vecchi equilibri consolidati del "mondo" precedente e agiscono per creare i nuovi equilibri. Inoltre, anche la crisi economica in atto dal 2007 ha contribuito a modificare le abitudini consolidate del periodo storico precedente. Perché le scelte e gli stili di vita individuali hanno sempre delle conseguenze, interagiscono con l’insieme sociale superiore, sia esso la famiglia, o una comunità di persone prossima, un partito politico per esempio, per poi arrivare all’organismo amministrativo vero e proprio, Comune o Regione, per giungere infine a trasformare le comunità remote, lo Stato e le Unioni di Stati.

Ora, l’essere umano, inserito in questo continuo flusso di cambiamenti che è la vita, cosa può fare per sopravvivere e non essere sopraffatto, non essere annientato da quello che oggi sembra una montagna alta quanto l'Everest, ma che domani potrebbe risultare una semplice collinetta?

L'unico modo è vivere il presente. Non lasciarsi prendere dall'ansia del futuro che non riusciamo ancora a governare, ma che sappiamo dipenderà certamente dalle scelte che compiamo oggi. E non vivere rivolti al passato perché è un luogo vissuto che non possiamo più modificare e i cui frutti stanno già condizionando il nostro presente.

Se ci riappropriamo del tempo presente, allora possiamo camminare senza timori e con la serenità di chi dovrebbe conosce bene il proprio compito quotidiano. E la sera, il buio, la notte, non ci faranno più paura. Perché domani è un nuovo giorno.

In fondo, se ci pensate bene, nessuno ci ha mai chiesto di più.

domenica 9 agosto 2015

A tu per tu con: i Barra Dritta



Oggi incontriamo i Barra Dritta, cioè Lambio, Rik e Dani. Allora ragazzi, presentatevi: chi sono i Barra Dritta, come sono nati e, soprattutto, perché Barra Dritta?

Lambio: "Mi viene da dirti che i Barra Dritta sono tre ragazzi che hanno in comune la passione per la vita, per la bellezza e per la musica. Ho conosciuto gli altri 2/3 del gruppo da poco più di un anno e da subito, dentro la nascita di una grandissima amicizia, abbiamo condiviso la vita e i nostri interessi/gusti musicali, per me più orientati verso il rock e per gli altri due verso il rap....Rik e Dani avevano infatti già scritto insieme qualche brano rap negli ultimi anni. Una sera, in casa di amici, sentendomi eseguire una canzone di Francesco Renga, rimangono colpiti dalla mia voce e mi chiedono di scrivere il ritornello di una canzone che stavano abbozzando...ci sto, sento la base, la canzone viene fuori (la nostra prima "Tu sei qui", https://youtu.be/7ToTYpFfBAg ), e questo "ibrido", quest'incontro di sensibilità musicali diverse, ci piace molto e l'esperienza di far musica a 6 mani è talmente bella che la decisione di andare avanti arriva quasi in "automatico", sentendo anche il responso entusiastico della gente e degli amici. Il nome nasce invece dalla frase di un nostro caro amico, Claudio, che una sera disse: "il problema nella vita è tenere la barra dritta"....tralasciando simpatiche allusioni, è vero, e pensando a noi siamo proprio questo: 3 ragazzi, molto diversi tra loro, ma uniti dal fatto che guardano insieme nella stessa direzione...sbandando, cadendo, rialzandosi, ma puntando nella stessa direzione…significativo, adatto al genere, immediato: avevamo trovato il nostro nome!".

Mi è piaciuto molto il vostro nuovo pezzo: Battle Scarred ( https://youtu.be/kGMTHKTSzsk ). Come è nata l'idea di questo brano?

Lambio: "l'idea di questo brano (il cui titolo significa "segnato/ferito dalla vita") nasce dal primo testo che ho scritto nella mia vita, circa un anno fa, pensando alla mia storia, che come quella di tanti, ha avuto momenti di buio e momenti di luce...il messaggio che voglio esprimere è questo: tutto, gioie, dolori, cicatrici, apparenti contraddizioni, dentro gli argini di una storia, fanno emergere una bellezza nel cammino della vita, una possibilità per cui uno arriva un po di più a scoprire sé, a guardarsi lealmente, a dire "io" con un po più di coscienza...niente si butta via, tutto è dato, tutto serve, tutto è per te. In quest'ottica ho chiesto ai ragazzi di ripensare alla loro vita per vedere se la mia esperienza, sebbene in storie diverse, valeva anche per loro. È stata un esperienza stupenda per tutti e tre. Entusiasti di quel che è venuto fuori, è nata la nostra "battle scarred", e la nostra seconda esperienza in studio”.

Oggi la musica rap coinvolge più che in passato i giovani, nonostante sia nata negli USA negli anni ‘70. Cosa significa per voi fare rap nel 2015?

"Sicuramente, dalla sua nascita negli anni 70 all'interno della cultura hip hop, il rap ha preso sempre più piede....ad oggi infatti è il genere con cui cresce il 90% dell'attuale generazione in ambito musicale, anche qui in Italia, ed è quindi interessante studiarlo e confrontarcisi....è una forma d'arte molto immediata per comunicare e comunicarsi (pur essendo MOLTO meno banale di quanto sembri e necessiti di duro lavoro ed allenamento per migliorare) ed è un modo grazie al quale anche giovani che non hanno "studiato" uno strumento possono esprimersi in ambito musicale, anche professionalmente. Riguardo agli artisti validissimi che abbiamo in Italia, tranne rari casi, ciò che abbiamo notato è che spesso le tematiche riguardano sempre gli stessi aspetti: la rabbia, la disillusione, le droghe, il sesso, la ricerca dell'affermazione personale, il potere, il successo, una domanda di senso che urla ma non trova mai pace o risposta...ripeto, non vale per tutti, ma spesso domina nei testi un cinismo devastante, e un affermazione di sé, un super-ego, molto potente. Noi, umilmente, senza nessuna pretesa, usando questa forma d'arte, vogliamo portare un messaggio diverso ai giovani e a chi ci ascolta: che la vita, seppur dura, è bella, e che vale la pena spenderla per un bene, non sperperarla...il rap è un mezzo per esprimere noi stessi, vogliamo far sobbalzare il cuore della gente, farla pensare, dare una prospettiva diversa dalle altre....una risposta al grido del cuore dell'uomo c'è! Tutto qui…".

In “Battle Scarred” le parole ricoprono un ruolo importante e rimandano a domande ultime che il cuore dell'uomo, dalla notte dei tempi, si trova ad affrontare: "Io che sono zero sarei ancora meno non fossi capace di desiderare". Cosa cerca e di cosa ha bisogno il cuore dei Barra Dritta?

"Pensiamo che il cuore dei Barra Dritta cerchi quello che cerca il cuore di ogni uomo, se si guarda lealmente, fin dall'alba dei tempi: uno sguardo buono che ti dica ogni istante che qualsiasi cosa fai, qualsiasi errore tu commetta, tu sei amato, accettato e perdonato, cosi come sei. Questo è stato per noi l'incontro con la fede, con i nostri amici, e tra di noi, con tutte le nostre storie e i nostri casini: uno sguardo che tiene conto della tua umanità. Questo abbiamo bisogno, e questo vogliamo portare nelle nostre canzoni, nella nostra musica, a volte in modo serio, a volte in modo più goliardico (come in un prossimo pezzo su cui stiamo lavorando), a volte raccontando storie...sempre vivendo alla grande le sfide della vita".

Siete ragazzi giovani e quindi è inevitabile parlare del futuro. Come si vedono i Barra Dritta....domani?

"Bella domanda...sicuramente dal punto di vista "personale" ci vediamo in movimento, col desiderio di costruire qualcosa di bello, stare insieme nella realtà quotidiana, vivere la vita, gioie e dolori, con lietezza e col sorriso sulle labbra (e magari una birretta tra le mani)...dal punto di vista "musicale"...sappiamo di essere "neonati" del genere, e quindi desiderosi di migliorare, sperimentare e imparare sempre di più, anche collaborando con chi è più avanti di noi...per il resto abbiamo per ora un solo desiderio, nel nostro piccolo: incontrare la gente, parlare al cuore della gente, parlare a chiunque ascoltando la nostra musica venga scosso, venga smosso, venga "spostato" in qualche modo e si voglia mettere in gioco!!! Abbiamo il desiderio che più gente possibile ascolti quel che abbiamo da dire!!! Poi si vedrà...anche una sola persona che ti scrive "ho avuto i brividi ascoltando la vostra canzone e mi ha aiutato in questa o quella situazione o mi sono posto questa o quella domanda" vale tutto lo sforzo e l'impegno messo!!!"

Ultima fatica: fatevi una domanda e scrivetevi la risposta!

Lambio: “allora raga, cosa porteremmo su un’ isola deserta se potessimo scegliere una sola cosa? Io porto il primo disco dei Guns N’ Roses…magari in formato digitale cosi occupa meno spazio!”
Dani: “io porto il cavetto aux…”
Rik: “e allora io porto la Ford Fiesta cosi possiamo ascoltarcelo in macchina!...ma spazio per portare una Tennent’s rimane??!?”


Ringraziamo i Barra Dritta e li aspettiamo al prossimo appuntamento per poterli ascoltare dal vivo!!



Per chi volesse seguire i Barra Dritta, ecco i loro riferimenti sul web:

https://www.youtube.com/channel/UC4i_JMjKHDn8p5JVvVNLncQ

www.facebook.com/barradritta

https://twitter.com/BDritta