tag:blogger.com,1999:blog-44575907980547058922024-03-13T03:32:59.791+01:00 Aldebaran - il blog di Lorenzo Roberto Quaglia Aldebaran è una stella appartenente alla costellazione del Toro. Il suo nome deriva dalla parola araba الدبران al-Dabarān, "l'inseguitore", in riferimento al modo in cui la stella sembra seguire l'ammasso delle Pleiadi nel loro moto notturno. Astrologicamente, Aldebaran era una stella fortunata, che portava ricchezze ed onori. Era, insieme ad Antares, Regolo e Fomalhaut, una delle quattro "stelle reali" dei Persiani dal 3000 a.C.
Fonte: WikipediaLorenzo Roberto Quagliahttp://www.blogger.com/profile/17150916387334833698noreply@blogger.comBlogger370125tag:blogger.com,1999:blog-4457590798054705892.post-73116953765495341222022-01-30T18:20:00.000+01:002022-01-30T18:20:09.020+01:00Nuovo blog Lorenzo Roberto Quaglia<p>Sono affezionato ad Aldebaran perché tramite questo blog ho mosso i primi passi nel mondo dei social, strumenti divenuti sempre più presenti nella vita di ognuno di noi.</p><p>Tuttavia da un po' di tempo meditavo di creare un nuovo blog dedicato principalmente alla mia attività di scrittore e al mondo della letteratura più in generale.</p><p>Così nel 2021, dopo la bruttissima esperienza del Covid, mi sono lanciato ed ho dato vita al mio nuovo sito <a href="http://lorenzorobertoquaglia.it">lorenzorobertoquaglia.it</a> che d'ora in avanti diventerà il mio canale principale con cui condividerò, con chi lo desidera, la mia esperienza di scrittore self publisher.</p><p>Ringrazio ognuno di voi per avermi seguito in questi anni e spero di ritrovarvi miei lettori anche nell'altro sito.</p><p>Buona continuazione a tutti nella quotidianità della vita che aspetta solo di essere vissuta.</p><p><br /></p><p><br /></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><iframe allowfullscreen="" class="BLOG_video_class" height="343" src="https://www.youtube.com/embed/RatRGrVFq0w" width="557" youtube-src-id="RatRGrVFq0w"></iframe></div><br /><p></p><br /><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p>Lorenzo Roberto Quagliahttp://www.blogger.com/profile/17150916387334833698noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4457590798054705892.post-63645510213265568292020-12-27T11:50:00.006+01:002020-12-28T12:19:03.585+01:00Il mio (quasi) amico Covid 19<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-K3xmtA5tgtA/X-hLH7d2_MI/AAAAAAAAD1U/XYxIPNTmVgI4hyXi_a9pKdB-ceoEbkCOACLcBGAsYHQ/s750/damiano-galimberti-coronavirus-covid-19.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Covid 19" border="0" data-original-height="500" data-original-width="750" height="426" src="https://1.bp.blogspot.com/-K3xmtA5tgtA/X-hLH7d2_MI/AAAAAAAAD1U/XYxIPNTmVgI4hyXi_a9pKdB-ceoEbkCOACLcBGAsYHQ/w640-h426/damiano-galimberti-coronavirus-covid-19.jpg" title="Covid 19" width="640" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: times;"><span style="text-align: left;"><br /></span></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: times;"><span style="text-align: left;"><br /></span></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: times; font-size: medium;"><span style="text-align: left;"><br /></span></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: times; font-size: medium;"><span style="text-align: left;">Da oltre nove mesi in Italia lo conoscono tutti. Probabilmente è la parola più cercata in rete in questo lasso di tempo. La maggior parte delle persone lo teme, una minoranza lo irride, pochi sono indifferenti alla sua presenza: solo quei disgraziati che già prima del suo arrivo non avevano niente da perdere. Esiste però anche un’altra minoranza formata da coloro che, come me, l’hanno visto da vicino. Il suo nome scientifico è Covid 19.</span><span style="text-align: left;"> </span></span></div><p></p><p class="MsoNormal" style="margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: times; font-size: medium;">Le prime manifestazioni della sua presenza nel mio corpo risalgono a venerdì 6 novembre.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: times; font-size: medium;">Dopo una settimana di cure casalinghe che non avevano portato ad alcun significativo miglioramento dello stato di salute, su indicazione del medico curante ho chiamato il 118 e sono stato condotto al pronto soccorso del Sacco, ospedale milanese riservato ai pazienti scelti dal virus per un’esperienza unica e speriamo irripetibile.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: times; font-size: medium;"><br /></span></p><p class="MsoNormal" style="margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: times; font-size: medium;">Appena giunto ho capito che il virus mi aveva dedicato una particolare attenzione, probabilmente gli stavo simpatico. Guardando lo schermo della macchina, che il medico che mi stava esaminando i polmoni aveva di fronte, ho visto una grande macchia biancastra. Allora ho chiesto: “Dottore, come sono messo?”<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: times; font-size: medium;">Risposta: “Sarà una dura lotta.”<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: times; font-size: medium;">In quel momento ho capito di essere stato prescelto dal virus.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></p><p class="MsoNormal" style="margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: times; font-size: medium;">Perché io?<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: times; font-size: medium;"><br /></span></p><p class="MsoNormal" style="margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: times; font-size: medium;">Ho passato tre giorni nell’astanteria del P.S. (così in gergo ospedaliero viene indicato il pronto soccorso) disteso a pancia in giù su una barella con un casco in testa (CPAP il termine “tecnico”) dentro il quale veniva iniettato ossigeno alla massima potenza che mi permetteva di respirare, ma non di riposare. <o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: times; font-size: medium;">Cosa ricordo di quelle ore?<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: times; font-size: medium;"><br /></span></p><p class="MsoNormal" style="margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: times; font-size: medium;">Ricordo che pregavo il Signore che mi desse la forza di resistere ancora un minuto, per arrivare a quello successivo. Ricordo che, guardando di traverso, vedevo un gran via vai di malati, la maggior parte con il mio stesso abbigliamento da motociclista, con il casco in testa. Alcuni venivano trasportati in altri reparti e subito venivano rimpiazzati. Eravamo in tanti ad essere stati prescelti dal Covid 19.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: times; font-size: medium;">Ricordo che pensavo che una situazione così non me la sarei proprio immaginata. L’unico termine di paragone che mi veniva in mente era un pronto soccorso militare in una zona di guerra, dove immagino vengano portati ogni cinque minuti i soldati feriti in combattimento.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: times; font-size: medium;">E poi ricordai una frase che mi aveva detto un caro amico, al telefono, qualche giorno prima di essere ricoverato: Lorenzo, ricordati che il Signore non permette mai che qualcuno sia sottoposto a una dura prova senza che gli sia data la forza spirituale per affrontarla.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: times; font-size: medium;"><br /></span></p><p class="MsoNormal" style="margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: times; font-size: medium;">L’avrò io quella forza, mi chiedevo?<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: times; font-size: medium;"><br /></span></p><p class="MsoNormal" style="margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: times; font-size: medium;">Dopo i tre giorni passati in astanteria, si liberò un posto nel reparto di infettivologia e fui trasferito lì: stanza con due letti, ma soprattutto avevo un letto vero, che è tutta un’altra cosa rispetto a una barella!<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: times; font-size: medium;">Trascorsi altri due giorni con il casco in testa (ma non in via continuativa) e finalmente i miei polmoni ripresero a funzionare meglio e così passai all’uso della “mascherina” che mi permetteva finalmente alla sera di poter riposare decentemente. <o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: times; font-size: medium;"><br /></span></p><p class="MsoNormal" style="margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: times; font-size: medium;">Nelle quasi due settimane di permanenza in reparto ho avuto due compagni di stanza: prima Pietro, un simpatico ex pescatore di Bisceglie di 82 anni, dimesso dopo qualche giorno e poi Egidio, un napoletano verace di 70 anni con il quale ci siamo fatti compagnia per una decina di giorni. Siamo stati dimessi lo stesso giorno, il 3 dicembre 2020, data in cui il Covid 19 ha deciso di lasciarci ritornare alla vita di tutti i giorni. <o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: times; font-size: medium;"><br /></span></p><p class="MsoNormal" style="margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: times; font-size: medium;">In realtà, la vita di tutti i giorni non è più la stessa: c’è stato un prima e c’è un dopo questa esperienza. <o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: times; font-size: medium;">La domanda che mi pongo ogni giorno è: perché? Perché io? <o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: times; font-size: medium;"><br /></span></p><p class="MsoNormal" style="margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: times; font-size: medium;">Non ho mai creduto che le cose capitano per caso. Nella mia vita ho potuto verificare che ogni esperienza fuori dal comune, direi radicale come questa del Covid, ogni evento particolare, ogni svolta significativa mi ha condotto verso un nuovo punto di partenza e soprattutto mi ha permesso di compiere un passo in avanti nella consapevolezza di quello che è il mio desiderio incompiuto di felicità. <o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: times; font-size: medium;">Ognuno di noi desidera essere felice e soprattutto desidera essere amato, prima di amare.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: times; font-size: medium;"><br /></span></p><p class="MsoNormal" style="margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: times; font-size: medium;">È un fatto: la vanità è la migliore arma nelle mani del Maligno. Quando ero disteso nella barella in astanteria pensavo a mia moglie, ai miei figli, ai miei genitori e ai tanti amici che mi stavano sostenendo con le loro preghiere, ed ero contento, quasi orgoglioso che fossero preoccupati per me. In quel momento ero al centro delle loro attenzioni, o almeno lo speravo. Il desiderio di essere amati si manifestava anche in quella situazione estrema, rischiosa per la mia stessa vita, che però desiderava essere al centro dell’attenzione di qualcuno anche in quel momento. <o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: times; font-size: medium;"><br /></span></p><p class="MsoNormal" style="margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: times; font-size: medium;">E quindi, cosa significa: che il destino mi ha sottoposto a questa dura prova solo per svelarmi che sono vanitoso e orgoglioso? Ma questo lo sapevo già. <o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: times; font-size: medium;"><br /></span></p><p class="MsoNormal" style="margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: times; font-size: medium;">E allora, mi ripeto, perché io?<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: times; font-size: medium;"><br /></span></p><p class="MsoNormal" style="margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: times; font-size: medium;">Forse, un inizio di risposta mi è venuta in mente ripensando a <a href="https://www.scuolaphilo.it/docente/massimo-diana/" target="_blank">Massimo Diana</a> e al suo libro ‘Narrare’. Scrive il filosofo che ogni uomo nel corso della vita deve affrontare due eterni e universali problemi: <i>imparare ad amare</i> e <i>prepararsi a morire</i>. <o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: times; font-size: medium;">Se ripenso alle tre settimane trascorse in ospedale, alla luce di questi due ultimi imperativi, allora l’esperienza fatta assume un significato più chiaro.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: times; font-size: medium;"><br /></span></p><p class="MsoNormal" style="margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: times; font-size: medium;">Stando immobile in un letto d’ospedale, bisognoso di tutto e di tutti, ho <i>imparato ad amare</i> i piccoli gesti gratuiti, come un sorriso, uno sguardo, una particolare attenzione nel farmi una puntura o nel cambiare una flebo, che mi venivano donati da medici e infermieri, amici e compagni di avventura. Piccole cose che normalmente non avrei neanche notato, apparentemente senza valore, ma che fanno la differenza quando si è con le spalle al muro. <o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: times; font-size: medium;"><br /></span></p><p class="MsoNormal" style="margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: times; font-size: medium;"><i>Prepararsi a morire</i> invece è la parte più difficile del cammino, perché è la meta a cui tutti noi tendiamo, ma senza volerlo accettare, anzi facciamo di tutto per dimenticare che è la stazione d’arrivo del nostro viaggio su questa terra. Probabilmente ogni tanto, fare qualche fermata intermedia, in qualche stazione apparentemente dimenticata da Dio, potrebbe anche farci bene, perché ci ricorda la destinazione finale a cui dobbiamo arrivare possibilmente in buone condizioni, cioè preparati, se non vogliamo restare delusi alla fine del viaggio. Perché la vera domanda che ognuno dovrebbe porsi è questa: ma quando arriveremo alla nostra personale stazione d’arrivo, troveremo qualcuno ad attenderci con le braccia aperte? <o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: times; font-size: medium;"><br /></span></p><p class="MsoNormal" style="margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: times; font-size: medium;">Ecco, probabilmente l’esperienza appena vissuta mi è stata proposta, stavo per scrivere donata, dal mio personale destino, per aiutarmi a ricordare questi due aspetti della vita, per meglio imparare ad apprezzare le piccole cose di tutti i giorni e per farmi fare un breve scalo in una stazione intermedia, per farmi prendere una pausa di riflessione durante il cammino che sto compiendo insieme ai miei compagni di viaggio.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: times; font-size: medium;"><br /></span></p><p class="MsoNormal" style="margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: times;"><span style="font-size: medium;">E allora, in questo caso, quello che mi è capitato lo posso anche accettare, senza vanità e orgoglio, e posso anche arrivare ad augurare buon Natale al mio (quasi) amico Covid 19.</span><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: times;"> </span></p>Lorenzo Roberto Quagliahttp://www.blogger.com/profile/17150916387334833698noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-4457590798054705892.post-31436450604652077452020-10-08T18:02:00.008+02:002020-10-08T18:16:01.082+02:00Omicidio sulla Martesana<p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; margin: 0cm; text-align: justify;"><br /></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; margin: 0cm; text-align: justify;"><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-w5P_dgC8bfk/X383dOwNl7I/AAAAAAAADx8/RMjJj6HaMa00FP85xnFkQS20CtI3AlXQwCLcBGAsYHQ/s983/9788867717392_0_0_983_75.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="983" data-original-width="626" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-w5P_dgC8bfk/X383dOwNl7I/AAAAAAAADx8/RMjJj6HaMa00FP85xnFkQS20CtI3AlXQwCLcBGAsYHQ/w255-h400/9788867717392_0_0_983_75.jpg" width="255" /></a></div><br /><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; margin: 0cm; text-align: justify;"><br /></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; margin: 0cm; text-align: justify;"><br /></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; margin: 0cm; text-align: justify;"><br /></p><p class="MsoNormal" style="margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: inherit; font-size: medium;">Un noir ‘corale’ ambientato in una delle zone più caratteristiche di Milano, questo è in sintesi l’ultimo libro scritto da Giuseppe Carfagno e pubblicato dalla casa editrice Il Ciliegio.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: inherit; font-size: medium;"><br /></span></p><p class="MsoNormal" style="margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: inherit; font-size: medium;">A Ponte Vecchio, sopra il Naviglio Martesana, un misterioso Pierrot accoltella con un kriss un giovane informatico e prima di gettarlo nel canale, gli ruba il portafogli e le chiavi di casa. Sarà solo il primo di una serie di crimini di cui dovranno occuparsi gli uomini della Polizia coordinati dal commissario capo Andrea Costa e da tutta la sua squadra: l’ispettore Cattaneo, gli agenti Zacconi, Freschi, Guglielmi e Diaz e la frizzante e accattivante viceispettrice, pugliese d’origine, Lucia Sacchi, non ancora trentenne. I personaggi si fanno conoscere pagina dopo pagina e finiscono per affascinare il lettore per la loro spontaneità e originalità. Su tutti spicca Andrea Costa, il commissario che si impone già da questo primo romanzo per il suo modo di fare e il suo acume e che meriterebbe di essere il protagonista di una serie di altre indagini future.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="margin: 0cm; text-align: justify;"><o:p><span style="font-family: inherit; font-size: medium;"> </span></o:p></p><p class="MsoNormal" style="margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: inherit; font-size: medium;">La trama si sviluppa con un ritmo serrato avendo come sfondo la Milano tra Gorla e Precotto, con i suoi punti di riferimento caratteristici, Via Padova, Viale Monza, Ponte Vecchio, Villa Singer, Cassina de Pomm e soprattutto la Martesana: luoghi che sembrano eterni, fuori dal tempo, eppure parte integrante della città contemporanea. <o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="margin: 0cm; text-align: justify;"><o:p><span style="font-family: inherit; font-size: medium;"> </span></o:p></p><p class="MsoNormal" style="margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: inherit; font-size: medium;">Certamente anche l’ambientazione, originale, contribuisce a far sì che questo noir sia particolare e insolito, con un finale coinvolgente e assolutamente attuale. La scrittura scorrevole e precisa di Carfagno rende il giallo molto ‘milanese’ e piacevole da leggere ad ogni età, dai più giovani a coloro che sono entrati negli “anta” da un pezzo.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="margin: 0cm; text-align: justify;"><o:p><span style="font-family: inherit; font-size: medium;"> </span></o:p></p><p class="MsoNormal" style="margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: inherit; font-size: medium;">Un libro da non lasciarsi scappare, soprattutto dagli amanti del giallo ‘milanese’!<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: inherit; font-size: medium;"><br /></span></p><p class="MsoNormal" style="margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: inherit; font-size: medium;">Giuseppe Carfagno, <i>Omicidio sulla Martesana</i>, Edizioni Il Ciliegio 2020</span></p>Lorenzo Roberto Quagliahttp://www.blogger.com/profile/17150916387334833698noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4457590798054705892.post-51893471310206904252020-09-24T22:39:00.005+02:002020-09-24T22:39:59.301+02:00Triunvirato<p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; margin: 0cm;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-OfD_Wgov7Ew/X20BzJxBzfI/AAAAAAAADxM/T1DysYEPD2AOOGrh8hJ890sKW_sGTmiwACLcBGAsYHQ/s669/triunvirato.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="triunvirato" border="0" data-original-height="392" data-original-width="669" height="376" src="https://1.bp.blogspot.com/-OfD_Wgov7Ew/X20BzJxBzfI/AAAAAAAADxM/T1DysYEPD2AOOGrh8hJ890sKW_sGTmiwACLcBGAsYHQ/w640-h376/triunvirato.jpg" title="Il triunvirato 5 Stelle" width="640" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><p></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; margin: 0cm;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt;"><br /></span></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; margin: 0cm;"><br /></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; margin: 0cm;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt;">Ne avevo parlato già in un post di febbraio, scritto prima dell’inizio dell’avventura Covid-19 ( <a href="http://lorenzorobertoquaglia.blogspot.com/2020/02/referendum-costituzionale-del-29-marzo.html" target="_blank">Post 18 febbraio 2020</a>). </span></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; margin: 0cm;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt;"><br /></span></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; margin: 0cm;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt;">Ora cosa fatta è: solo il 30% degli italiani che sono andati a votare per il <b>referendum</b> hanno votato No al taglio dei parlamentari. La vittoria del Sì d’altra parte era assolutamente prevedibile e annunciata da tutti i media.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; margin: 0cm;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt;"> </span><span style="color: #222222; font-family: Arial, sans-serif;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; margin: 0cm;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt;">A questo punto della vicenda, non potendo più tornare indietro, occorre sperare che questo Parlamento che ha votato a maggioranza quasi assoluta il taglio di una parte dei propri rappresentanti (senza pensare alle conseguenze che questa azione avrebbe comportato sulla rappresentatività parlamentare, sul corretto funzionamento della “macchina” del potere legislativo e sui tanti “meccanismi” istituzionali, quali ad esempio l’elezione del Capo dello Stato) sia in grado di porre in atto una vera “riforma” di questi meccanismi costituzionali (come ad esempio una decente legge elettorale e una decente riforma dei Regolamenti delle Camere). <o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; margin: 0cm;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt;"> </span></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; margin: 0cm;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt;">Il populismo imperante ormai ad ogni livello sociale e culturale ci può far sembrare queste tematiche astratte e lontane dall’interesse delle persone, ma esse sono il cuore segreto, pulsante della nostra vita democratica, sono l’atrio e il ventricolo di una vita politica con la P maiuscola. </span><span style="color: #222222; font-family: Arial, sans-serif;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; margin: 0cm;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt;"> </span><span style="color: #222222; font-family: Arial, sans-serif;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; margin: 0cm;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt;">Certo, sarebbe stato meglio e più onesto da parte dei parlamentari eletti in questa legislatura se si fossero impegnati a proporre una vera <b>riforma costituzionale</b> e non solo un “taglio secco” di 345 parlamentari senza pensare alle conseguenze di tale decisione.</span><span style="color: #222222; font-family: Arial, sans-serif;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; margin: 0cm;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt;"> </span><span style="color: #222222; font-family: Arial, sans-serif;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; margin: 0cm;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt;">Purtroppo, sono decenni che in Italia si sente parlare di riforme costituzionali e, a dire il vero, alcune proposte più o meno organiche, sono state portate avanti: ricordo quella tentata dal <b>Governo D’Alema</b>, quella del <b>Governo Berlusconi</b> bocciata dal referendum costituzionale del 2006 e l’ultima in ordine di tempo quella approvata sotto il <b>Governo Renzi</b> che fu bocciata dagli italiani con il referendum del 2016. Quelle furono vere <b>riforme costituzionali</b>, ma non trovarono il favore della maggioranza degli italiani.</span><span style="color: #222222; font-family: Arial, sans-serif;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; margin: 0cm;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt;"> </span><span style="color: #222222; font-family: Arial, sans-serif;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; margin: 0cm;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt;">Questa volta invece, sembra che il messaggio populista portato avanti in primis dal Movimento 5 Stelle abbia convinto la maggioranza degli italiani.</span><span style="color: #222222; font-family: Arial, sans-serif;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; margin: 0cm;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt;"> </span><span style="color: #222222; font-family: Arial, sans-serif;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; margin: 0cm;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt;">Personalmente sono contrario ad approcciare una materia così delicata come si è fatto. Non credo che partire dal taglio dei parlamentari possa essere la soluzione ai mali che affliggono la politica italiana. </span></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; margin: 0cm;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt;"><br /></span></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; margin: 0cm;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt;">Quello che occorreva ricercare, e che adesso è assolutamente necessario fare, è un nuovo tipo di accordo che per forza di cose deve essere politico e deve riguardare tutte le forze, quelle al governo e quelle ora all’opposizione. Entrambe devono lavorare per disegnare un nuovo modello di equilibrio costituzionale tra poteri dello Stato, possibilmente migliore di quello attuale. Ci riusciranno?</span><span style="color: #222222; font-family: Arial, sans-serif;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; margin: 0cm;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt;"> </span><span style="color: #222222; font-family: Arial, sans-serif;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; margin: 0cm;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt;">Penso che sia evidente che una riforma di questo tipo va pensata, meditata e condivisa prendendosi il tempo che ci vuole, e va difesa soprattutto dagli attacchi di quel populismo che oggi sembra condizionare fortemente anche scelte così importanti per la crescita futura del Paese. <o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; margin: 0cm;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt;"> </span></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; margin: 0cm;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt;">Credo che un sano ricorso a quello che una volta nei testi di giurisprudenza veniva definito come “buon senso del padre di famiglia” possa aiutare ad affrontare il particolare momento storico, sempre che di questa sostanza, ormai rara, gli attuali parlamentari ne abbiano contezza.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; margin: 0cm;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt;"> </span></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; margin: 0cm;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt;">Altrimenti, l’alternativa che ci attende l’abbiamo ascoltata questa mattina dalla voce di un comico, intervenuto in videoconferenza ad un convegno promosso dal Parlamento europeo, che si erge a <i>maître à penser </i>di una moltitudine di singoli individui cui si fa credere di poter decidere con il voto telematico le sorti del loro Paese, mentre, nella realtà, sono solo degli automi teleguidati da un triunvirato che, per definizione, non pensa e non agisce mai in modo democratico.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; margin: 0cm;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt;"> </span></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; margin: 0cm;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt;">Da questo punto di vista la Bielorussia di Lukashenko non è poi così lontana dall'Italia.</span><span style="color: #222222; font-family: Arial, sans-serif;"><o:p></o:p></span></p>Lorenzo Roberto Quagliahttp://www.blogger.com/profile/17150916387334833698noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-4457590798054705892.post-23801882290842531962020-03-15T10:45:00.000+01:002020-03-15T10:46:48.150+01:00Riflessioni sul Covid-19<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-HwdrBdV9Vo4/Xm31Sgm0LqI/AAAAAAAADoE/k8arEzcAYYonTHTgvkiKt4_-xQcKhnkVgCLcBGAsYHQ/s1600/SS_Leviathan_1913.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="351" data-original-width="740" height="300" src="https://1.bp.blogspot.com/-HwdrBdV9Vo4/Xm31Sgm0LqI/AAAAAAAADoE/k8arEzcAYYonTHTgvkiKt4_-xQcKhnkVgCLcBGAsYHQ/s640/SS_Leviathan_1913.jpg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption">SS Leviathan 1913<br /><span style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: small; text-align: start;"><br /><br /></span><br /><br /><div class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: medium; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: start;">
Ognuno di noi, chi più chi meno, si trova in questo periodo a fare i conti con un profondo cambiamento della propria vita a causa della presenza tra di noi del coronavirus o Covid-19.<o:p></o:p></div>
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Molti tra di noi hanno genitori anziani che sono i principali bersagli di questo nemico invisibile e sono preoccupati per la loro salute. Molti tra di noi hanno amici o conoscenti che sono stati contagiati dal virus e sono in apprensione per il decorso della malattia. Molti tra di noi sono forzatamente a casa, sia per ragioni lavorative e sia per ragioni sanitarie, messi in quarantena, come è capitato a chi sta scrivendo il post, perché venuto a contatto con chi poi è risultato positivo al test.<o:p></o:p></div>
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In poche settimane la nostra esistenza è stata radicalmente modificata da un nemico invisibile, un virus che è stato capace di mettere in discussione le nostre sicurezze e stili di vita che sembravano immodificabili. <o:p></o:p></div>
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Nell’epoca attuale, basata sulla velocità di trasferimento di qualsiasi cosa, dalle merci alle informazioni, anche il virus ha impiegato poco tempo a dare origine ad una pandemia.<o:p></o:p></div>
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In realtà anche nel secolo scorso, una forma analoga di infezione che viene ricordata con il nome di influenza “spagnola” non impiegò molto tempo per fare il giro del mondo.<o:p></o:p></div>
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Contrariamente a quanto si crede, come ci ricorda Laura Spinney nel suo libro: “<i>1918. L’influenza spagnola, l’epidemia che cambiò il mondo</i>”, la malattia ebbe origine negli Stati Uniti in un campo di addestramento militare delle reclute che dovevano partire per il fronte europeo della Grande guerra. Il primo soldato che il 4 marzo 1918 denunciò alla propria infermeria di Camp Funston in Kansas di soffrire di mal di gola, febbre e mal di testa fu Albert Gitchell. Al termine di quella stessa giornata i casi analoghi al suo furono oltre cento. </div>
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L’epidemia arrivò in Europa sulle navi americane che portavano le truppe in Francia e Inghilterra, da quei Paesi si sviluppò in Italia e Spagna. Tuttavia, in tempo di guerra, la notizia che una misteriosa malattia stava facendo strage di soldati al fronte, venne tenuta celata dai Paesi belligeranti per non demoralizzare il morale delle Nazioni. Ma in Spagna, neutrale ai tempi della Prima Guerra, la stampa non era sottoposta a censura e i giornali iniziarono a scrivere di quella strana influenza che circolava nelle trincee di mezza Europa e si iniziò a parlare di influenza spagnola. <o:p></o:p></div>
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Nel corso della primavera del 1918 si ammalarono i tre quarti delle truppe francesi e metà di quelle britanniche. In maggio la febbre colpì la Germania dove mise fuori combattimento 900.000 soldati. Dalla Germania, tramite prigionieri rimpatriati, si diffuse in Russia. A giugno 1918 il morbo era in Giappone e a luglio in Australia. <o:p></o:p></div>
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Come accaduto per il Covid-19, allora vi fu il caso del <i><b>Leviathan</b></i>, una delle navi più grandi al mondo, che salpò dal New Jersey diretta in Francia con a bordo 9.000 soldati. All’arrivo a Brest dopo una settimana di navigazione, i malati a bordo erano 2.000 con 90 decessi. Venne definita la nave della morte.<o:p></o:p></div>
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Si ammalarono a causa della spagnola Guillaume Apollinaire e Max Weber (morirono entrambi per le conseguenze del contagio), Mustafa Kemal in Turchia, Franklin Delano Roosvelt (all’epoca viceministro della Marina) Ernest Hemingway, John Dos Passos, D.H. Lawrence, il filosofo Martin Buber, Ezra Pound e anche il Mahatma Gandhi in India. <o:p></o:p></div>
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Si stima che nel biennio 1918-19 morirono nel mondo 50 milioni di persone, il 2,5 per cento della popolazione della Terra. <o:p></o:p></div>
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Piccolo riferimento personale: ricordo che mio nonno, nato nel 1903, mi raccontava che a causa della spagnola perse i suoi due fratelli più piccoli. Lui, che aveva circa 16 anni all’epoca dell’epidemia, riuscì a cavarsela in quanto più robusto dei suoi fratellini.<o:p></o:p></div>
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Come visto, la spagnola partì da occidente e nel giro di qualche mese si spostò verso oriente, arrivando a coprire ogni continente, Australia compresa. Ma al di là del punto geografico di partenza, i risvolti nei comportamenti umani che il virus della spagnola provocò sono i medesimi di quelli a cui stiamo assistendo oggi per contrastare il nostro Covid-19.<o:p></o:p></div>
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Ho la possibilità di accedere all’archivio storico digitalizzato del <a href="https://www.corriere.it/" target="_blank">Corriere della Sera</a> e prima di scrivere questo post ho passato un paio d’ore a leggere tutti gli articoli pubblicati tra il 1918 e il 1920 sull’argomento “spagnola”. Ebbene, i resoconti di cronaca (molto scarni e scarsi a dire il vero rispetto a quelli che si leggono oggi sui quotidiani) potrebbero benissimo essere pubblicati anche oggi, al tempo del coronavirus, in quanto propongono le stesse tematiche: come proteggersi dal contagio, i luoghi da evitare per non rischiare di essere infettati, le ordinanze governative con le nuove regole da seguire, i personaggi noti e famosi che sono stati contagiati e le cure dei medici che mano a mano si stavano sperimentando. Nulla di nuovo sotto il sole. Cento anni dopo la spagnola, il mondo è ancora sotto scacco per colpa di un nemico invisibile. <o:p></o:p></div>
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<h2 style="text-align: left;">
E forse è proprio questo il punto più interessante.</h2>
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<o:p></o:p></div>
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Il Covid-19 ha interrotto bruscamente i nostri modelli di comportamento, le nostre abitudini e ci sta costringendo a fare i conti con un qualcosa a cui forse prima non avevamo tempo per pensare, impegnati come eravamo a correre al lavoro, a correre dietro i figli, a correre nel week end, per riposarci dalle corse della settimana, a correre in vacanza per riposarci dall’aver corso per il lavoro e via così, corsa dopo corsa. <o:p></o:p></div>
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Il Covid-19 ci sta facendo fermare e in questo tempo dilatato, in casa con lo smart working, o senza lavoro, con il coniuge e i figli oppure da soli, ci sta obbligando a ripensare al nostro stile di vita.<o:p></o:p></div>
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Per chi possiede il dono della fede, questo tempo dilatato, che capita tra l’altro in un momento liturgico particolare, la Quaresima, è fonte senz’altro di profonde riflessioni sul significato di quanto sta accadendo. Ci stiamo accorgendo di come, non solo le grandi cose che ci occupavano il tempo, per esempio andare al lavoro o portare i figli a scuola, ma anche le piccole cose cui eravamo abituati, come andare a Messa, vedersi con il proprio gruppo di amici, andare a trovare i nonni e fare la spesa, celebrare un matrimonio o un funerale, non sono così scontate e ci possono essere tolte all’improvviso. Nulla, all’infuori dei nostri pensieri, è interamente in nostro potere.<o:p></o:p></div>
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In queste situazioni l’uomo reagisce andando a recuperare i modelli di comportamento atavici che risalgono alla notte dei tempi e per un attimo si perde. Ritorna l’uomo che viveva nelle grotte tre milioni di anni fa e si comporta senza usare la ragione, superata dall’istinto di sopravvivenza, dalla paura. L’abbiamo visto in ogni Nazione quando si sono presi per la prima volta provvedimenti radicali contro il virus, con l’assalto ai supermercati per fare scorta di generi alimentari. <o:p></o:p></div>
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All’uomo di fede, e parlo qui della Fede in Cristo, in questi casi spetta il compito di indicare la strada, di mantenere vivo l’uso della ragione che è sempre la via maestra che conduce alla Fede e di mantenere viva la Speranza, altra virtù teologale che insieme alla Carità ci aiuterà a superare anche questa prova. Perché una cosa è certa: alla fine anche il Covid-19 passerà alla storia e la vita ritornerà ai suoi ritmi. <o:p></o:p></div>
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Mi rendo conto in questi momenti che la Grazia di credere in Gesù mi aiuta a vedere le cose con la giusta lente, fornendo un criterio di giudizio per valutare tutto quello che accade. La fede in Cristo concretamente significa avere un gruppo di amici che ti permette, anche in situazioni che appaiono estreme come quelle che stiamo vivendo, di non perdere la speranza e di non cedere alla disperazione che ti circonda. Allora “andrà tutto bene” ha senso perché poggia sulla certezza di un Cristo risorto che ha vinto anche la morte. Per questo credo che al cristiano in questa fase sia chiesto di prendersi cura più di prima dell’uomo che non possiede il dono della fede. </div>
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Se c’è una parola che prima del Covid-19 era quasi scomparsa dal nostro vocabolario ed ora giocoforza è ritornata a farsi sentire è proprio la parola morte. Come scrive Massimo Diana nel suo libro “<i>Narrare</i>”, gli eterni e universali problemi che tutti quanti, prima o poi, incontriamo nella vita si possono sintetizzare in: <b>imparare ad amare</b> e <b>prepararci a morire</b>. </div>
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<i>Imparare ad amare</i> nel senso più alto significa imparare a prendersi cura delle altre creature e implica l’utilizzo corretto e l’educazione della propria libertà. Tale compito riguarda la prima parte della nostra vita. <i>Prepararsi a morire </i>significa che non è possibile svolgere il primo compito senza accettare e sopportare il dolore del lutto, la morte dei legami intessuti e l’accettazione del proprio limite. Questo il compito specifico della seconda parte della nostra vita. Ciò ci consente anche di trovare una risposta alla domanda più importante: quella sul senso e sul significato del nostro stesso esistere.<o:p></o:p></div>
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Ecco, se la venuta del Covid-19 ci potesse aiutare ad approfondire uno di questi aspetti, in relazione alla fase della vita che stiamo attraversando, allora alla fine, per assurdo, potremmo anche ringraziarlo. Perché personalmente credo che nulla capiti per caso. <o:p></o:p></div>
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Per terminare, possiamo porci questa domanda: può esistere un modo diverso per fare le cose?<o:p></o:p></div>
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Alcuni studiosi sostengono che dopo la spagnola il mondo non fu più lo stesso. Nacquero nuovi stili di vita, l’amore per lo sport e le attività all’aria aperta, e alcuni storici economisti pensano che la situazione economica disastrosa che la spagnola provocò fu tra le concause della Seconda Guerra mondiale.<o:p></o:p></div>
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Sarà così anche per il nostro post Covid-19?<o:p></o:p></div>
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Speriamo che l’attuale pandemia non provochi una nuova guerra mondiale, ma sicuramente qualche cambiamento dobbiamo aspettarcelo. Positivo, negativo?<o:p></o:p></div>
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Dipenderà dallo spirito con cui lo affronteremo.<o:p></o:p></div>
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Lorenzo Roberto Quagliahttp://www.blogger.com/profile/17150916387334833698noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4457590798054705892.post-45344761504909568832020-02-18T23:25:00.000+01:002020-02-18T23:27:33.992+01:00Referendum costituzionale del 29 marzo 2020<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-TVnEWt_9YQs/XkxhxWSsz9I/AAAAAAAADmw/a-o9CVpzrDEKvWNUMw7ZstEWSqNFI0qUwCLcBGAsYHQ/s1600/Il-Parlamento-italiano.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img alt="" border="0" data-original-height="613" data-original-width="1090" height="224" src="https://1.bp.blogspot.com/-TVnEWt_9YQs/XkxhxWSsz9I/AAAAAAAADmw/a-o9CVpzrDEKvWNUMw7ZstEWSqNFI0qUwCLcBGAsYHQ/s400/Il-Parlamento-italiano.jpg" title="il parlamento italiano" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La Camera dei Deputati</td></tr>
</tbody></table>
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<br />
Incomincia a far rumore l’imbarazzante silenzio di quasi tutte le forze politiche e degli organi di stampa in merito alla data del <b>29 marzo 2020</b>.<br />
<br />
In quella giornata, probabilmente ancora pochi italiani lo sanno, si svolgerà un referendum costituzionale per approvare o respingere la legge di revisione costituzionale dal titolo "Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari".<br />
<br />
Questo il quesito referendario: «Approvate il testo della legge costituzionale concernente "Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari", approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana - Serie generale - n° 240 del 12 ottobre 2019?»<br />
<br />
Di cosa stiamo parlando? In parole semplici: il testo approvato in via definitiva dalla Camera l'8 ottobre 2019 prevede la diminuzione del 36,5% dei componenti di entrambi i rami del Parlamento: da 630 a 400 seggi alla Camera, da 315 a 200 seggi elettivi al Senato.<br />
<br />
Perché la modifica del numero dei parlamentari non è entrata subito in vigore? Perché essendo una legge di modifica della Costituzione, deve essere approvata con delle maggioranze qualificate per due volte da entrambi i rami del Parlamento. Una delle due votazioni al Senato (il giorno 11 luglio 2019 – in carica il primo Governo Conte) non ha avuto la maggioranza richiesta (non hanno votato a favore i senatori del Partito Democratico e di Liberi e Uguali e non ha partecipato al voto Forza Italia). Questo mancato raggiungimento del quorum ha impedito che il provvedimento venisse direttamente promulgato e ha lasciato la possibilità di richiedere un referendum confermativo entro i successivi tre mesi da parte di un quinto dei membri di uno dei due rami del Parlamento, di cinquecentomila elettori o di cinque consigli regionali. Tale facoltà è stata esercitata da 71 senatori che hanno depositato la richiesta di referendum presso la Corte suprema di Cassazione il 10 gennaio 2020.<br />
<br />
Ecco il motivo tecnico, ma insieme politico, per cui il 29 marzo siamo chiamati alle urne. Ma la domanda più interessante viene ora: perché non si parla di questo referendum? La riduzione dei costi della politica e del numero dei parlamentari è sempre stato un cavallo di battaglia dei Cinque Stelle, ma al momento non sembrano molto interessati a spiegare le ragioni per chiedere di votare Sì al quesito referendario. Certo la legge che riduce il numero dei parlamentari è stata approvata da una maggioranza diversa da quella attuale, ma appare strano come la Lega che pure ha votato a favore della riduzione ora non dica nulla. Anche il PD è di solito sensibile alla tematica di riduzione dei costi della politica, almeno a parole, ma nei fatti in questo caso sta tacendo l’appuntamento referendario. <br />
<br />
A questo punto viene un sospetto: non sarà per caso che i nostri parlamentari, a qualsiasi forza politica appartengano, abbiano il timore che se venissero ridotti i posti nei due rami del Parlamento, a perdere lo scranno potrebbe essere qualcuno di loro (e sicuramente lo sarebbe) e quindi hanno inconsciamente deciso per una sorte di auto tutela del proprio posto di lavoro?<br />
<br />
Dalle intenzioni di voto che al momento appaiono sui siti web dei principali partiti, risulterebbero a favore del Sì il M5S, la Lega e Fratelli d’Italia, contrari +Europa, il PSI, Maie e Europa Verde, mentre lasciano libertà di voto il PD, Forza Italia, Italia Viva, Sinistra Italiana, Unione di Centro e altri minori.<br />
<br />
Di fatto, anche questa volta, il rischio è che il tentativo di arrivare ad una riforma della Costituzione che preveda una riduzione del numero dei parlamentari fallisca.<br />
<br />
Personalmente votai a favore della riforma costituzionale, sicuramente più completa di questa, proposta dall’allora Premier Renzi, ma sappiamo tutti come finì quel tentativo. In questo caso, la riforma riguarda solo la riduzione del numero dei parlamentari, senza mettere mani alla modifica delle competenze e delle funzioni delle due camere, come invece era previsto nella riforma Renzi.<br />
<br />
Ora, a mio parere non è una riduzione del 36% dei parlamentari italiani che può portare ad un risparmio consistente di costi e soprattutto può modificare lo zero virgola di crescita economica che ogni anno l’Italia raggiunge. <br />
<br />
Invece una riduzione del numero dei parlamentari, senza una contestuale riforma della legge elettorale che tenga conto di questo importante fattore (meno rappresentanti significa banalmente che ogni territorio avrà a disposizione meno voci per farsi ascoltare e questo potrebbe pregiudicare le Regioni meno ricche) e senza una modifica delle attribuzioni e delle competenze dei due rami del parlamento, potrebbe avere anche dei risvolti negativi. <br />
<br />
Infatti, meno parlamentari significa sicuramente attribuire più potere politico a quelli eletti ma anche permettere ai segretari di partito di governare meglio le proprie “truppe”, arrivando ad avere in sostanza un Parlamento più facilmente controllabile da soggetti che risiedono fuori dalle Camere. <br />
<br />
Per essere rieletto, visto la minor disponibilità di posti, un parlamentare potrebbe essere tentato di osservare in maniera acritica le indicazioni del proprio partito, limitandosi insomma ad essere un grigio ragioniere della politica, mentre personalmente preferisco avere rappresentanti del mio Paese che siano degli spiriti liberi, che in determinate circostanze, non curandosi della versione del partito, possano votare secondo coscienza e in base a quello che suggerisce il proprio cuore e non la logica di mantenimento del proprio scranno. Quindi, o si modificano anche le competenze e le funzioni dei due rami del Parlamento, e allora si può anche modificare il numero dei componenti, oppure perché andare a ridurre il numero di rappresentanti previsto dai Costituenti? <br />
<br />
Non dobbiamo farci ingannare dalla propaganda, ma badare alla sostanza e credo che in questa legge, che prevede una mera riduzione del numero dei parlamentari, la sostanza non ci sia proprio. E allora forse è meglio andare a votare e votare NO. In questo caso, infatti, un quorum minimo di votanti non è previsto, non essendo un referendum abrogativo. <br />
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Lorenzo Roberto Quagliahttp://www.blogger.com/profile/17150916387334833698noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-4457590798054705892.post-9323896781866339082020-02-15T12:06:00.001+01:002020-02-15T12:23:56.974+01:00Il tempo delle incertezze<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-FxCNgBIubdo/XkfOI0tN_yI/AAAAAAAADmQ/q4-btv_q6NIHu51MdX-XArfqJ4Sci_noACLcBGAsYHQ/s1600/20200215_115317.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-FxCNgBIubdo/XkfOI0tN_yI/AAAAAAAADmQ/q4-btv_q6NIHu51MdX-XArfqJ4Sci_noACLcBGAsYHQ/s400/20200215_115317.jpg" width="300" /></a></div>
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Gremito l’Auditorium Gio Ponti di Assolombarda martedì 28 gennaio 2020 per la presentazione del XXIV Rapporto sull’economia globale e l’Italia, curato dal Prof. Mario Deaglio e dal <a href="https://www.centroeinaudi.it/">Centro di ricerche e documentazione Luigi Einaudi.</a> Il titolo del rapporto di quest’anno: <i>Il tempo delle incertezze</i>.</h3>
<br />
Titolo quanto mai corretto per descrivere i giorni che stiamo vivendo, così carichi di incertezze e problemi nuovi per i quali le risposte al momento, nessuno sembra conoscere.<br />
<br />
Clima ed economia, l’America di Trump, l’Europa dei movimenti sovranisti e delle regole, la Brexit, il lavoro, il capitale e il capitalismo, Cina, Russia, Medio Oriente e per finire l’Italia del 2020, questi i macroargomenti che sono affrontati e analizzati in profondità come sempre dai fini studiosi che hanno collaborato a stilare questo rapporto che è quasi giunto al suo venticinquesimo anno di vita (sarà il prossimo 2021).<br />
<br />
Risulta evidente come il progresso degli uomini sul pianeta Terra sarà sostenibile, sotto il profilo economico, solo se le risorse saranno riproducibili ad un tasso sufficiente. Ma questo implica che il sistema del commercio, quello finanziario, quello ecologico, quello sociale a loro volta dovranno essere in grado di sostenersi. Viviamo ormai in un mondo pienamente globalizzato, dove, e l’abbiamo sotto gli occhi proprio in questo momento, un’epidemia di un virus sconosciuto scoppiata in Cina minaccia l’intero sistema di scambi mondiale. <br />
<br />
I cambiamenti non si possono bloccare, ma è auspicabile che possano essere guidati e controllati, per evitare che provochino traumi e conseguenze negative sull’intero sistema. Dalla tecnica nei prossimi anni si aspettano innovazioni che saranno destinate a cambiare radicalmente il nostro modo di vivere. Pensiamo al solo 5G che consentirà ai robot di connettersi tra di loro e di trasformare il sistema produttivo mondiale in modo radicale.<br />
<br />
Il rapporto offre una visione precisa e puntuale sui tempi che stiamo vivendo, sulle problematiche che ci troveremo ad affrontare non fra cinque anni, ma domani mattina. E non è poco. Quanto alle soluzioni, andranno trovate in ogni caso, perché l’unica cosa che non possiamo fare è fermare il tempo. All’intelligenza e al cuore dell’uomo, cercare le migliori tenendo conto di tutti i fattori in gioco.<br />
<br />
Una lettura impegnativa, ma che suggerisco.<br />
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<br />Lorenzo Roberto Quagliahttp://www.blogger.com/profile/17150916387334833698noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-4457590798054705892.post-4705288654104242972020-01-22T16:57:00.002+01:002020-01-22T17:05:40.780+01:00A tu per tu con: Giuseppe Carfagno<br />
Incontriamo oggi a tu per tu l’amico scrittore <b>Giuseppe Carfagno</b>: 69 anni, scrive da tanto tempo, sia per la scolastica che per la varia. Prof. di lettere alle scuole medie per quasi 40 anni, prima ha insegnato alle scuole elementari. Attualmente è docente all’Humaniter. Con tutti i suoi allievi ha sempre seguito il metodo sperimentale e soprattutto ha motivato la loro curiosità che è la molla del sapere.<br />
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<a href="https://1.bp.blogspot.com/-z8Se1gBdf78/XihwOGDQNlI/AAAAAAAADks/Th1APSPiZScKfgxz7Jzfi4QQUGMqHOgNgCLcBGAsYHQ/s1600/IMG-20200120-WA0006.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1275" height="200" src="https://1.bp.blogspot.com/-z8Se1gBdf78/XihwOGDQNlI/AAAAAAAADks/Th1APSPiZScKfgxz7Jzfi4QQUGMqHOgNgCLcBGAsYHQ/s200/IMG-20200120-WA0006.jpg" width="159" /></a><br />
<b>Domanda</b>: <i>Da cosa trae origine il tuo amore per la scrittura? O, se vogliamo cambiare angolazione alla domanda: scrittori si nasce o si può diventare?</i><br />
<br />
Si diventa scrittori quando si ha qualcosa da raccontare e la si vuole raccontare e condividere con altri. Qualcosa da raccontare non è solo la propria esperienza, ma è l’insieme delle proprie emozioni, della propria visione della vita, dei progetti per il futuro, delle figure affettive che ci guidano da piccoli. Ecco, tutto questo, ben amalgamato viene poi comunicato con una storia che pesca in quello scrigno. Naturalmente, come humus essenziale ci deve essere l’abitudine e l’amore per la lettura, i libri oggetto del quotidiano in ogni angolo della casa, di uso comune, libri di generi diversi, di autori diversi adatti ai componenti della famiglia. Quindi, un po’ si nasce e un po’ si diventa se l’ambiente, la scuola e gli amici leggono e propongono esperienze culturali.<br />
<br />
<b>Domanda</b>: <i>Tu hai scritto numerosi libri per ragazzi, da dove prendi l'ispirazione per rivolgerti a quel particolare pubblico e cosa differenzia, se esiste una differenza, scrivere per un giovane di 10 anni, o poco più, rispetto a scrivere un romanzo avendo in mente un pubblico adulto?</i><br />
<br />
Ho detto all’inizio che la molla per apprendere è la curiosità. Se racconto un periodo storico con un romanzo, anziché con un elenco di guerre e generali, motivo maggiormente i lettori. Ecco, allora, Ciro, il piccolo dinosauro italiano per raccontare l’evoluzione dell’uomo, La mummia venuta dal ghiaccio per raccontare la vita dell’uomo nel neolitico, Il figlio del giaguaro, per raccontare in parte il nazismo, Il medaglione del cobra col mistero della Sfinge, Sogno per conoscere Leonardo, Titina, storia di un cane Nobile con l’avventura sul Polo Nord. Ho preso sempre spunto da fatti veri che poi ho romanzato, ho preso spunto dal sociale, da personaggi veramente esistiti, Umberto è andato in America, Bruno, un cucciolo da salvare. Oppure da situazioni da affrontare, come il bullismo, ed ecco L’isola dei gabbiani. Non è facile scrivere per ragazzi, perché devi ragionare come loro, far parte dei loro gruppi e esprimerti come loro. Certo, devi usare un linguaggio adeguato, non bacchettone e monotono, bensì stimolante, originale ed educativo. Scrivere per adulti è più semplice dal punto di vista del linguaggio, più complesso per il contenuto. La Masseria delle ginestre che narra 170 anni di storia di una masseria della Basilicata mi è costata tanto lavoro di ricerca, raccolta di interviste ad anziani, consultazione di documenti, ma sono stato più libero nella scelta dei personaggi e registro linguistico.<br />
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<a href="https://1.bp.blogspot.com/--cixQr8XqF0/XihwfX6PE7I/AAAAAAAADk0/BHVYhJtLwSkjnbNHzKn3vgbZtk5X9DCegCLcBGAsYHQ/s1600/IMG-20200120-WA0007.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1242" data-original-width="1600" height="155" src="https://1.bp.blogspot.com/--cixQr8XqF0/XihwfX6PE7I/AAAAAAAADk0/BHVYhJtLwSkjnbNHzKn3vgbZtk5X9DCegCLcBGAsYHQ/s200/IMG-20200120-WA0007.jpg" width="200" /></a></div>
<br />
<br />
<b>Domanda</b>: <i>Nei tuoi testi emerge spesso il legame con il passato, la storia, che può essere la storia del protagonista del libro, della sua famiglia, oppure anche i grandi avvenimenti storici d'Italia: che valore dobbiamo dare ai ricordi nel nostro tempo presente, che sembra quasi esclusivamente fondato sull'attimo fuggente?</i><br />
<br />
È vero, molti dei miei romanzi narrano del passato, ma hanno una sequenza che si svolge nel presente e che si intreccia con quella antica. Questo significa che il presente è innestato sul passato e prima o poi verrà fuori. I ricordi sono fondamentali, ognuno di noi ne accumula da giovane e non se ne avvede, poi verranno fuori perché sono la nostra cultura che ci guida verso il futuro. Di prossima pubblicazione un romanzo per giovani sul mondo di una band musicale, un thriller per ragazzi ed uno per adulti.<br />
<br />
<b>Domanda</b>: <i>Che consigli daresti oggi, in base alla tua esperienza, ad un giovane che fosse interessato ad avvicinarsi alla scrittura creativa?</i><br />
<br />
Leggere, leggere, leggere e scrivere, scrivere, scrivere. Solo con l’esercizio quotidiano si sviluppano le proprie potenzialità, si migliora e si affina lo stile narrativo. Importante è, anche, seguire dibattiti, presentazioni di libri, fiere letterarie, parlare con gli autori e gli editori presenti, essere attivi intellettualmente.<br />
<br />
<b>Domanda</b>: <i>Purtroppo i dati e le statistiche ci dicono che gli italiani sono un popolo di non-lettori. Da cosa deriva secondo te questo disamore per la lettura? E da scrittore, ma ancor prima da insegnante, quali strumenti, quali metodi, quali mezzi ritieni che si possano utilizzare per far interessare di più i nostri concittadini alla lettura di un libro? </i><br />
<br />
Sicuramente il prezzo alto dei libri non incentiva la lettura. Molte librerie stanno attirando nuovi lettori con serate a tema, incontri con autori, promozioni occasionali, aperitivi e colazioni letterarie… La pubblicità televisiva e dei social a favore del libro sarebbe auspicabile, anche i gruppi di lettura sui mezzi pubblici, presenza di libri a disposizione nei luoghi dove si fanno lunghe file (banca, medico, ospedali…), booksharing in alberghi, bar, locali di intrattenimento.</div>
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<a href="https://1.bp.blogspot.com/-sABsG5PUGOY/XihwnMSFJeI/AAAAAAAADk4/CCFnEiYdRbAcS9tNaA0903IGXZDejWOigCLcBGAsYHQ/s1600/IMG-20200120-WA0009.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1174" data-original-width="1360" height="172" src="https://1.bp.blogspot.com/-sABsG5PUGOY/XihwnMSFJeI/AAAAAAAADk4/CCFnEiYdRbAcS9tNaA0903IGXZDejWOigCLcBGAsYHQ/s200/IMG-20200120-WA0009.jpg" style="caret-color: rgb(0, 0, 238); color: #0000ee; text-align: center; text-decoration: underline;" width="200" /></a><b></b><br />
<b><b><br /></b></b>
<b>Domanda</b>: <i>So che oltre a continuare a scrivere, collabori con una casa editrice in qualità di talent scout. A questo proposito, volevo farti una domanda sul mondo dell'editoria, anch'esso molto cambiato in questi ultimi anni grazie alle nuove tecnologie. Oggi un esordiente potrebbe saltare tutta la trafila tradizionale (spedizione del manoscritto, attesa della lettura da parte dell'editor, eventuali modifiche da apportare al testo per renderlo più commerciale e infine, se tutto va bene, pubblicazione dell'opera) e auto pubblicarsi direttamente il testo tramite un sito editoriale on line. Tu cosa pensi di questi nuovi strumenti di pubblicazione di un testo letterario? </i><br />
<br />
I grandi gruppi editoriali hanno fagocitato i piccoli editori e l’editoria indipendente fatica a restare attiva. Non ho ancora effettuato auto pubblicazioni e non so se in futuro lo farò. Certo l’esordiente può autopubblicarsi facilmente, ma quanti compreranno il suo libro? E quale garanzia ti dà sulla correttezza e coerenza del testo? Molti sottopongono il proprio lavoro ad una severa verifica e danno un prodotto serio e ben riuscito, ma tanti non lo fanno. Diciamo che le case editrici mi danno più garanzie. Però è un’esperienza che non escludo per il futuro.<br />
<br />
<b>Domanda</b>: <i>Infine, per concludere: esiste un libro, un romanzo, un testo che ami particolarmente e di cui consiglieresti la lettura?</i><br />
<br />
Sì, ho letto più volte Il gattopardo, mi affascina con le atmosfere ed i personaggi, forse anche perché ho visto più volte il film.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
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Ringraziamo Giuseppe Carfagno per la bella intervista che ci ha rilasciato e gli auguriamo di scrivere ancora tante belle storie, che sono la benzina che alimenta il motore del cuore dell'uomo.</div>
Lorenzo Roberto Quagliahttp://www.blogger.com/profile/17150916387334833698noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4457590798054705892.post-14202791187868896572019-12-26T11:39:00.002+01:002019-12-26T11:46:05.840+01:00Ogni giorno è Natale<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-Kq776U_twkk/XgSNLJVKBFI/AAAAAAAADh4/8-MLnHBQeG0kcTaUcgC2jJI4gEoG2ZhNwCLcBGAsYHQ/s1600/van-gogh-paesaggio-con-covoni-di-grano-e-luna-che-sorge-1889_0.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="512" data-original-width="654" height="250" src="https://1.bp.blogspot.com/-Kq776U_twkk/XgSNLJVKBFI/AAAAAAAADh4/8-MLnHBQeG0kcTaUcgC2jJI4gEoG2ZhNwCLcBGAsYHQ/s320/van-gogh-paesaggio-con-covoni-di-grano-e-luna-che-sorge-1889_0.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Paesaggio con covoni di grano V.G.</td></tr>
</tbody></table>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<span style="font-family: , serif; font-size: 13.5pt;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<span style="font-family: , serif; font-size: 13.5pt;"><br /></span></div>
<br />
<h3>
Ognuno di noi<br />in quest'ultimo mese ha letto o scritto sui social messaggi natalizi di auguri e di buone intenzioni per un mondo migliore e poi, come sempre accade, è venuto il 25 dicembre e Gesù è nato in mezzo agli uomini.</h3>
<div>
<br /></div>
E dopo? Il 26, il 27, il 28 dicembre ci ricordiamo quello che abbiamo scritto? Quello che abbiamo letto? Riusciamo a mantenere vivi e, ancor di più, provare a mettere in atto i buoni propositi che avevamo fatto i giorni prima di Natale?<br />
<br />
Ogni giorno il Natale si ripresenta mostrandoci l’unica strada che può condurre l’uomo ad affrontare la quotidianità del vivere senza esserne sopraffatto, ma questa caratteristica del Natale la dimentichiamo la sera del 25 dicembre quando, stanchi per l’impegnativa giornata, andiamo a riposare. <br />
<br />
<div>
<h3>
Il problema vero della vita è il peccato originale, cioè questa dimenticanza dell’importanza del Natale ogni giorno della nostra vita, non solo il 25 dicembre. </h3>
<br />
Il 6 dicembre l’ultimo rapporto del <a href="http://www.censis.it/rapporto-annuale/il-furore-di-vivere-degli-italiani">Censis</a> ha disegnato la società italiana con colori grigio scuri. Gli italiani, secondo lo studio sono vittime di disillusione, stress esistenziale e ansia che originano un virus che si annida nelle pieghe della società: la sfiducia. Siamo diventati un popolo che ha perso la fiducia in un futuro migliore.<br />
<br />
Ma siamo anche le medesime persone che scrivono sui social messaggi di auguri e di speranza che quel Bambino che nasce il 25 dicembre possa in qualche modo aiutarci a cambiare le cose.<br />
<br />
Allora quello che dobbiamo fare prima che arrivi il prossimo 25 dicembre è di fare memoria ogni giorno del Natale appena trascorso. Trovare il modo, ognuno si conosce meglio di chiunque altro, nel corso della propria giornata, di dedicare almeno 5 minuti alla realizzazione di quel buon proposito scritto o pensato nel mese di dicembre.<br />
<br />
E dopo 365 giorni, guardandoci indietro, forse ci accorgeremmo di essere cambiati e forse il prossimo rapporto Censis, nel 2020, ci troverà un po’ meno stressati e un po’ più fiduciosi in un futuro migliore. <br />
<br />
<i>Cominciate col fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile. E all’improvviso vi sorprenderete a fare l’impossibile</i> (pensiero attribuito a San Francesco d’Assisi).<br />
<br />
<h3>
Quale migliore preparazione per accogliere il prossimo 25 dicembre il Bambino che nascerà di nuovo?</h3>
</div>
Lorenzo Roberto Quagliahttp://www.blogger.com/profile/17150916387334833698noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4457590798054705892.post-17164834916464692992019-09-04T23:20:00.001+02:002019-09-04T23:31:18.685+02:00Nasce il secondo Governo Conte<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-_uylw7yL11U/XXAo6utKLAI/AAAAAAAADb4/o-SwPkM7Ym8kwc_eGI9irtHNjd1QhN4mQCLcBGAs/s1600/Secondo%2Bgoverno%2BConte.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="497" data-original-width="972" height="326" src="https://1.bp.blogspot.com/-_uylw7yL11U/XXAo6utKLAI/AAAAAAAADb4/o-SwPkM7Ym8kwc_eGI9irtHNjd1QhN4mQCLcBGAs/s640/Secondo%2Bgoverno%2BConte.jpg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">I ministri del secondo Governo Conte</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Il secondo governo Conte si appresta a giurare nelle mani del Presidente della Repubblica, ponendo fine alla crisi politica estiva iniziata ai primi di agosto con la minaccia del leader della Lega, Salvini, di sfiduciare lo stesso Conte, alla guida del suo primo governo.<br />
<br />
Cosa sia successo e come sia terminata la vicenda è ormai cosa nota.<br />
<br />
Nel mio post del <a href="http://lorenzorobertoquaglia.blogspot.com/2019/08/le-tre-emme.html" target="_blank">9 agosto</a> mi auguravo per il nostro Paese quello che poi è accaduto e cioè che le forze politiche responsabili trovassero il coraggio per dare vita ad un nuovo Esecutivo, evitando il ricorso alle elezioni anticipate che ci avrebbero portato inevitabilmente verso una crisi economico – finanziaria dagli esiti molto incerti.<br />
<br />
Sarebbe stato impensabile infatti, in caso di nuove elezioni, evitare l’esercizio provvisorio della spesa pubblica dello Stato perché il nuovo governo, che sarebbe stato votato dal neoeletto parlamento, non avrebbe avuto i tempi tecnici minimi per confezionare la legge finanziaria del 2020.<br />
<br />
Questo esercizio provvisorio avrebbe avuto come conseguenza principale l’aumento delle aliquote IVA (già previste in casi simili) che avrebbero comportato la totale asfissia del mercato interno. Considerando che le esportazioni nel corso del 2019 sono al palo (causa la frenata della Germania, nostro principale mercato di sbocco europeo) lo scenario per il nostro sistema economico sarebbe stato quasi apocalittico.<br />
<br />
Questa visione, assolutamente realistica e non frutto di <i>fake news</i>, è lo sfondo davanti al quale i leader politici nel mese di agosto si sono mossi ed hanno commentato la situazione politica, via via che evolveva. Proviamo a fare un breve sunto di quello cui abbiamo assistito.<br />
<br />
Il leader della Lega con le sue molte dichiarazioni (che ritengo frutto della sua assoluta libertà di pensiero e d’azione e non suggerite da poteri forti) a cui hanno fatto seguito per la verità poche azioni (che i più si aspettavano per coerenza, come per esempio le mancate dimissioni da vicepremier) ha dato il via alla crisi sperando in una rapida soluzione con lo scioglimento del parlamento e la chiamata del popolo a nuove elezioni. <br />
<br />
Non appena la Lega ha staccato la spina al Governo, subito gli pseudo alleati Forza Italia e Fratelli d’Italia si sono accodati nel chiedere le elezioni anticipate. Dei rischi che l’Italia avrebbe corso andando a votare, nessun cenno. Nessun esponente nazionale dei due partiti, persone che fanno politica da decenni, ha informato gli italiani sugli effetti collaterali cui avrebbero potuto essere sottoposti in caso di votazioni in autunno.<br />
<br />
I Cinque Stelle hanno reagito allo <i>spin off</i> di Salvini da par loro, incerti sul da farsi: ricorrere alla base, sentire Rousseau, andare a votare, provare a sentire il PD…<br />
<br />
E arriviamo al PD. La segreteria con Zingaretti ha esordito su posizioni identiche a Forza Italia e Fratelli d’Italia: alle urne, alle urne!<br />
<br />
A questo punto della crisi, credo che gli italiani che ancora provano a ragionare e vogliono capire la politica (e i politici) abbiano rischiato l’infarto. Possibile che il nostro Paese sia in mano a uomini così irresponsabili?<br />
<br />
Per fortuna sulla strada questi italiani hanno trovato due statisti: <b>Sergio Mattarella</b>, Presidente della Repubblica e <b>Matteo Renzi</b>, ex Premier e Senatore della Repubblica.<br />
<br />
Il primo ha costretto le forze politiche che siedono in Parlamento, eletto con votazioni politiche a marzo 2018, a verificare se fosse possibile trovare una maggioranza capace di generare un nuovo esecutivo. Il secondo ha fatto sentire la sua voce di leader del PD ed ha detto chiaramente che sarebbe folle andare a votare di nuovo rischiando di portare il Paese verso il caos.<br />
<br />
Fortunatamente (per miracolo?) ora dopo ora, giorno dopo giorno, le posizioni che erano minoranza nel Paese sono diventate maggioranza e un plauso particolare bisogna riconoscere al M5S che è riuscito a compattare le diverse anime interne che avevano posizioni differenti sulla soluzione della crisi.<br />
<br />
Domani il secondo Governo Conte giurerà nelle mani del Presidente della Repubblica.<br />
<br />
Personalmente sono contento, perché sono convinto che in questo momento storico per l’Italia sia meglio avere un governo con i pieni poteri che non averlo. Del resto, coloro che gridano allo scandalo dimenticano che neanche il precedente governo giallo verde era stato scelto dagli italiani, ma votato dai parlamentari eletti. Infatti, la Lega e il M5S si erano presentati alle elezioni su fronti opposti, così come il PD rispetto al M5S.<br />
<br />
Inoltre, molti dimenticano che la nostra è una Repubblica parlamentare. Gli italiani eleggono il Parlamento che a sua volta è “costretto” a trovare i numeri per formare il Governo. Le alleanze che i partiti sbandierano prima delle elezioni, non sono assolutamente vincolanti e infatti storicamente si sono frantumate di fronte all’arida regola della matematica: i Governi si formano contando i voti in Parlamento. Questo capita in Italia, come in tutti i Paesi con regole democratiche simili alle nostre. Pertanto, il secondo Governo Conte è assolutamente legittimo, dal punto di vista democratico, così come lo è stato il primo.<br />
<br />
Quanto durerà il secondo governo Conte nessuno al momento lo può sapere. Da parte nostra ci auguriamo che ponga mano con decisione al principale problema tuttora irrisolto: la stagnazione economica che affligge il nostro Paese. Senza una ripartenza della nostra economia, ogni altra azione di Governo, in qualsiasi settore intervenga, sarebbe vana.<br />
<br />
Un pensiero lo dedichiamo alle persone che andranno a ricoprire incarichi importanti e di responsabilità nel nuovo governo: ci auguriamo che abbiano a cuore per prima cosa il bene comune del Paese e dopo il bene particolare del gruppo o corrente o partito politico cui appartengono. Così facendo questo Governo potrà aspirare a durare sino al termine della Legislatura e sono sicuro che gli italiani, persone attente e generose, se ne ricorderanno andando a votare per il Parlamento successivo.<br />
<br />
Un ultimo dubbio mi rimane in questi giorni di fine estate. Non si capisce francamente per quale motivo il leader della Lega abbia voluto staccare la spina ad un Governo dove ricopriva la carica di vicepremier e Ministro dell’Interno, senza valutare fino in fondo le conseguenze del suo gesto. Oppure sono state valutate, ma a questo punto lo scenario che ha in mente Salvini è troppo oscuro per comprenderne le ragioni e mi astengo da ulteriori commenti.<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />Lorenzo Roberto Quagliahttp://www.blogger.com/profile/17150916387334833698noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4457590798054705892.post-77842549332589228822019-08-14T18:20:00.003+02:002019-08-14T18:24:37.592+02:00La Masseria delle ginestre<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-BVv-MjEPwJ4/XVQzymJEbJI/AAAAAAAADbI/vOJDrlYZrwQROFMbYuDWn6wSJXch--VMwCLcBGAs/s1600/La%2Bmasseria%2Bdelle%2Bginestre.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="900" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-BVv-MjEPwJ4/XVQzymJEbJI/AAAAAAAADbI/vOJDrlYZrwQROFMbYuDWn6wSJXch--VMwCLcBGAs/s320/La%2Bmasseria%2Bdelle%2Bginestre.jpg" width="180" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La Masseria delle ginestre</td></tr>
</tbody></table>
<h3>
Ho avuto il piacere di leggere in anteprima <i>La Masseria delle ginestre </i>di Giuseppe Carfagno.</h3>
<br />
Il romanzo copre un arco temporale che inizia dall’Unità d’Italia e arriva sino ai giorni nostri. Narra le vicende di alcune famiglie contadine che hanno trascorso la loro vita in una masseria, situata nella campagna della Basilicata. Alcune famiglie non si sono mai mosse da quel luogo, altre l’hanno abbandonato per cercare lavoro altrove.<br />
<br />
<h3>
Con <i>La Masseria delle ginestre</i> ci troviamo immersi in un romanzo epico, dal respiro profondo, a tutto tondo, che trasmette emozioni forti. L’opera racchiude in sé i canoni di un grande romanzo generazionale (riporta alla memoria per certi aspetti <i>Via Col Vento </i>di Margaret Mitchell e per altri <i>Il Gattopardo</i> di Tomasi di Lampedusa) e richiama quelli cinematografici: impossibile non pensare a <i>Novecento </i>dei Bertolucci.</h3>
<br />
Nel libro troviamo raccontati con dovizia di particolari gli episodi della vita quotidiana di un gruppo di famiglie della Basilicata e attraverso i loro occhi e i loro pensieri siamo accompagnati a rivivere gli ultimi 200 anni della storia di quella regione d’Italia.<br />
<br />
La vita e la morte, la gioia e il dolore, l’amore platonico e quello bestiale si intrecciano in una trama di rapporti che, così come descritti, oggi forse ci potrebbero far sorridere, ma a quei tempi costituivano le fondamenta di quella società. Eravamo un’Italia così, un Sud Italia così, per meglio dire, e questo romanzo di Carfagno ne ripercorre egregiamente le gesta.<br />
<br />
Le famiglie protagoniste del romanzo si chiamano Costantini, Tuommolo, Di Stasi, Paterno per citarne alcune. La loro storia e le loro vite scorrono davanti ai nostri occhi e ci penetrano la carne e l’anima grazie alla scrittura di Carfagno, schietta, immediata, pulita ma allo stesso tempo vigorosa e realistica. Lo stile narrativo coinvolge da subito il lettore che percepisce le medesime vibrazioni emotive dei protagonisti delle pagine che sta leggendo. Capita così, ad esempio, con Maria la strega che accompagna il lettore lungo quasi tutto il cammino e non si vorrebbe mai perderla di vista.<br />
<br />
Ma per essere sinceri, la vera protagonista dell’opera è la <b>Masseria</b>, scritta con l’iniziale maiuscola, perché se lo merita, dice lo scrittore, ed ha ragione. Quello che gravitava intorno ad essa era un mondo duro, fatto di poche e rigide regole di vita, ma schietto e sincero. L’opposto di quello che è diventato il nostro normale stile di vita, al quale peraltro ci stiamo pericolosamente abituando.<br />
<br />
<h3>
La <i>Masseria delle ginestre </i>è forse un romanzo d’altri tempi, fuori moda nell’attuale panorama letterario italiano, ma diventerà per certo un evergreen, se così possiamo definire un libro di cui si suggerisce la lettura alle nuove generazioni.</h3>
<br />
<br />
Giuseppe Carfagno, <i>La Masseria delle ginestre</i>, La Vita Felice, Milano 2019<br />
<br />
<br />Lorenzo Roberto Quagliahttp://www.blogger.com/profile/17150916387334833698noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4457590798054705892.post-39828205387633101642019-08-09T18:56:00.003+02:002019-08-09T19:15:59.382+02:00Le tre emme<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-zAZ8tiCg2IE/XU2kE2v8saI/AAAAAAAADak/jKBJWepqfEsnBTn7FZCbZa2WqCKjpZdBgCLcBGAs/s1600/Salvini%2BRenzi.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="675" data-original-width="1196" height="225" src="https://1.bp.blogspot.com/-zAZ8tiCg2IE/XU2kE2v8saI/AAAAAAAADak/jKBJWepqfEsnBTn7FZCbZa2WqCKjpZdBgCLcBGAs/s400/Salvini%2BRenzi.png" width="400" /></a></div>
<br />
<br />
<h3>
Ammettiamolo: per prevedere la crisi politica che in queste ore si sta formalizzando in Parlamento non c'era bisogno di scomodare Nostradamus. Anche il più inguaribile degli ottimisti non poteva credere che un governo, con due vice premier che hanno dimostrato di avere posizioni opposte riguardo a quasi tutti i temi principali dell'agenda di governo e un premier senza un partito alle spalle a sostenerlo, potesse durare a lungo, men che meno un'intera legislatura.</h3>
<br />
Le conseguenze di questo ennesimo insuccesso di un governo della Repubblica purtroppo le pagheremo ancora una volta tutti noi.<br />
<br />
Per prima cosa, proprio nelle settimane a venire a Bruxelles si getteranno le basi per il prossimo governo dell'Europa e l'Italia arriverà all'appuntamento ancora più indebolita dalla crisi politica di quanto già non lo fosse per quella economica, da cui non riesce a trovare una via d'uscita. Il rischio che corre il nostro Paese è quello di venire emarginato per i prossimi cinque anni in Europa.<br />
<br />
Di più, lo scontro politico che ci attende rischia di non portare ad un risultato soddisfacente sul piano della governabilità, con molte incognite sul futuro del Paese. Se infatti la leadership di <b>Matteo</b> (Salvini) sembra indiscussa sul fronte destro dello schieramento, al centro e a sinistra le cose appaiono molto più nebulose.<br />
<div>
<br /></div>
<div>
Forza Italia sembrerebbe definitivamente uscire di scena, ma non è ancora chiaro quale soggetto potrebbe occupare lo spazio una volta controllato da Berlusconi che appare arroccato con i suoi fedelissimi a difesa di un'idea d'Italia che non esiste più.<br />
<br />
La prateria lasciata libera al centro dello schieramento politico potrebbe essere occupata da un altro <b>Matteo</b> (Renzi), il quale però deve decidere una volta per tutte se vuole giocare la partita dall'interno del suo partito (provocando molto probabilmente una rottura insanabile con una parte di esso) oppure dare vita ad un proprio soggetto politico, autonomo dal PD, con mire aggreganti nei confronti del variegato mondo centrista.<br />
<br />
Infine arriviamo ai 5S che oggettivamente escono abbastanza malconci dalla loro prima esperienza governativa. Avrà giocato l'inesperienza, oppure l'incapacità di alcuni personaggi chiave, oppure altri fattori, fatto sta che ancora una volta si è visto come l'essere all'opposizione sia relativamente semplice e porti consensi, ma quando si diventa forza di governo si sperimenta che non è sempre facile ottenere risultati e raggiungere gli obiettivi dichiarati quando si stava dall'altra parte della barricata (vedi TAV).<br />
<br />
<h3>
A questo punto cosa attenderci?</h3>
<br />
In autunno ci sarà da approvare una finanziaria che non si preannuncia per nulla semplice. La speranza è di arrivare all'appuntamento con un governo in carica e nel pieno delle proprie funzioni, sostenuto da un'ampia maggioranza in Parlamento.</div>
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<a href="https://1.bp.blogspot.com/-TwCN6KotMRI/XU2lZ0xfusI/AAAAAAAADaw/Rk-suJ0ZliMvqzlwI6Xq3IM3cuHQhjxVACLcBGAs/s1600/draghi.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="398" data-original-width="613" height="129" src="https://1.bp.blogspot.com/-TwCN6KotMRI/XU2lZ0xfusI/AAAAAAAADaw/Rk-suJ0ZliMvqzlwI6Xq3IM3cuHQhjxVACLcBGAs/s200/draghi.jpg" width="200" /></a>Diversamente sarà difficile sfuggire al più volte minacciato, ma sempre negato dall'attuale governo, aumento dell'IVA i cui effetti devastanti per la già debole economia italiana potrebbero aprire la strada ad un governo di garanzia guidato da un premier che goda di assoluta fiducia a livello europeo: <b>Mario</b> Draghi.<br />
<br />
<h3>
</h3>
<h3>
L'Italia in queste ore si sta giocando una fetta molto ampia di quello che potrebbe essere il suo benessere futuro: ci auguriamo che tutti i leader politici pongano molta attenzione alle scelte che stanno per compiere, pensando al bene del Paese prima che alle loro ambizioni personali, perché tornare indietro è, come per qualsiasi scelta di vita, impossibile.<br /> </h3>
</div>
<div>
<br /></div>
Lorenzo Roberto Quagliahttp://www.blogger.com/profile/17150916387334833698noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4457590798054705892.post-30212376080614601972019-06-23T21:12:00.001+02:002019-06-23T21:17:58.283+02:00Alla fine dell'arcobaleno<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-ZxMhOr-Fhdg/XQ_MLe443_I/AAAAAAAADY4/jy2mXK9-v60nkC9iTVjfaTy3etRoqqfJwCLcBGAs/s1600/41Vp0MUhY-L._SY346_.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="346" data-original-width="218" height="640" src="https://1.bp.blogspot.com/-ZxMhOr-Fhdg/XQ_MLe443_I/AAAAAAAADY4/jy2mXK9-v60nkC9iTVjfaTy3etRoqqfJwCLcBGAs/s640/41Vp0MUhY-L._SY346_.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Alla fine dell'arcobaleno</td></tr>
</tbody></table>
Il titolo dell’ultimo romanzo della scrittrice <a href="http://lorenzorobertoquaglia.blogspot.com/2018/05/a-tu-per-tu-con-silvia-molinari.html" target="_blank">Silvia Molinari</a> si rifà alla leggenda irlandese che narra di una pentola piena d’oro situata alla fine di un arcobaleno, gelosamente custodita da uno gnomo. L’arcobaleno ha spesso simboleggiato divinità, creazione e tanto altro ma, in questo romanzo, rappresenta la speranza in un futuro migliore, futuro a cui tutti guardano con occhi speranzosi.<br />
<br />
Questo scrive in nota al romanzo l’autrice.<br />
<br />
<b>Alla fine dell’arcobaleno</b>, che ho avuto la fortuna di leggere in anteprima, rappresenta una felice conferma del talento letterario di Silvia Molinari. Scritto sei anni dopo <a href="http://lorenzorobertoquaglia.blogspot.com/2017/07/london-lies.html" target="_blank">London Lies</a> che ci ha fatto conoscere e amare la brillante Emma Woodhouse, <b>Alla fine dell’arcobaleno</b> non vuole essere un sequel del primo riuscitissimo romanzo, anche se la famiglia “allargata” di Emma rimane la protagonista di quest’ultima opera.<br />
<br />
La storia è ambientata alla Rainbow Farm, la fattoria che Emma e Matthew hanno acquistato nel nord del Devon: la cugina di Emma, Melissa ha deciso di festeggiare lì il suo matrimonio. Tuttavia, i Renner, parenti americani di Detroit, cercano ogni modo per non partecipare all’evento, arrivando a chiedere a Lisbeth Madsen, la migliore amica della secondogenita Lizzie, di presentarsi al suo posto. Lisbeth, apprezzata ginecologa del Boston Medical Center, in Inghilterra per un master all’Università di Bristol, si trova così a dover trascorrere una settimana alla Rainbow Farm, obbligata a spacciarsi per la cugina americana che i parenti inglesi non vedono da anni. Il seguito di questo incipit ve lo facciamo solo immaginare.<br />
<br />
<h3>
In <b>Alla fine dell’arcobaleno</b> il lettore ritrova tutti i temi letterari cari all’autrice: l’amore per l’Inghilterra, il suo humor, i suoi costumi, la sua cucina, la sua campagna e la semplicità della gente che la abita. In più caratterizzano l’opera i riferimenti letterari alle autrici inglesi predilette dalla scrittrice: Jane Austen e le sorelle Brontë. La scrittura è diretta, pulita, efficace nel tratteggiare le situazioni umoristiche quanto nell’affrontare le scene drammatiche. </h3>
<br />
<b>Alla fine dell’arcobaleno</b> è un romanzo fortemente caratterizzato dalle passioni dell’autrice e ci porta pagina dopo pagina dentro il mondo dei famigerati Woodhouse e più avanziamo nella loro conoscenza, più incredibilmente ci rendiamo conto che la loro vita assomiglia alla nostra. Perché, come viene citato nel romanzo, <i>quando non ci capita più niente di inaspettato vuol dire che siamo morti.</i> Ma il romanzo di Silvia Molinari è anche un ruscello di primavera che raccoglie l’acqua delle nostre lacrime e i raggi di sole dei nostri pensieri e li convoglia nel grande mare della vita: è un libro pieno di passioni, di rifiuti, di amori, di fraintendimenti, di apparenti sconfitte e incerte vittorie, di cattiveria e di bellezza, di sogni e di speranze.<br />
<br />
<h3>
<i>Non si può vivere senza fidarsi di nessuno. Perché significherebbe non fidarsi neppure di sé stessi</i> afferma sfrontata la protagonista Lisbeth al suo interlocutore. E quindi, per terminare questa recensione, anch’io vi suggerisco di leggere <b>Alla fine dell’arcobaleno</b>: un libro da tenere sul comodino e da rileggere in quei momenti della vita in cui vorremmo avere vicino un amico che non c’è.</h3>
<br />
Silvia Molinari, Alla fine dell'arcobaleno, Amazon Media Eu, 2019<br />
<div>
<br /></div>
Lorenzo Roberto Quagliahttp://www.blogger.com/profile/17150916387334833698noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4457590798054705892.post-65938003555272065142019-06-01T23:54:00.001+02:002019-06-02T00:01:25.860+02:00All'una e trenta<h3>
Cosa può capitare al Salone del Libro di Torino?</h3>
<div>
<br /></div>
Per esempio ad un blogger curioso e in cerca di novità può capitare, come al sottoscritto è successo, di imbattersi in una nuova casa editrice (<a href="https://edizionileassassine.it/" target="_blank">Edizioni le Assassine</a>) che con coraggio pubblica testi “gialli” di scrittrici contemporanee e testi di scrittrici d’altri tempi, ma con tanto ancora da dire al lettore contemporaneo.<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-hvLFB5BRMqM/XPLw62WbVJI/AAAAAAAADYI/Tj14TLOfxQEgJX51BHKW5l4GSMJCtbfLQCLcBGAs/s1600/Copertina%2BAll%2Buna%2Be%2Btrenta.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="900" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-hvLFB5BRMqM/XPLw62WbVJI/AAAAAAAADYI/Tj14TLOfxQEgJX51BHKW5l4GSMJCtbfLQCLcBGAs/s400/Copertina%2BAll%2Buna%2Be%2Btrenta.jpg" width="225" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>All'una e trenta</i></td></tr>
</tbody></table>
Una conferma di quanto ancora ci sia da scoprire nella letteratura gialla al femminile si ha dopo aver divorato il romanzo di <b>Isabel Ostrander</b> “All’una e trenta” pubblicato nella collana <i>Vintage </i>della casa editrice.<br />
<br />
La Ostrander è stata una giallista statunitense nata nel 1883 a New York e morta nel 1924 a Long Beach in California. Al suo attivo ha una trentina di romanzi gialli e negli Anni Venti in America era conosciuta oltre che con il proprio nome, anche con pseudonimi maschili. Agatha Christie si ispirò alla Ostrander per le figure di due suoi detective, Tommy e Tuppence, presenti in <i>Partners in Crime</i>, pubblicato nel 1929. Purtroppo la prematura scomparsa non le ha permesso di avere quel successo che avrebbe meritato.<br />
<br />
<h3>
Nel romanzo, magistralmente tradotto da Daniela Di Falco, il protagonista è il detective <b>Damon Gaunt</b> la cui caratteristica principale è quella di essere cieco.</h3>
<div>
<br /></div>
L’ambientazione è quella dell’alta borghesia newyorkese nei primi decenni del Novecento: alta finanza, nobili fanciulle, truffatori, uomini arricchiti e servi fedeli solo al denaro. Un cadavere di un ricco signore che, pagina dopo pagina, si scoprirà essere meno ricco di sentimenti…<br />
<br />
In questo mondo, il detective Gaunt si muove a suo agio, per nulla menomato dalla mancanza di un senso che, come spesso accade, gli ha fatto sviluppare in maniera esponenziale gli altri, ma soprattutto, il suo intuito che si rivelerà prezioso per la soluzione del caso.<br />
<br />
<h3>
L’autrice ci svela come anche un uomo che in apparenza può sembrare fragile di fronte alle difficoltà della vita, può invece riuscire là dove un normo dotato fallisce: l’ispettore di polizia Hanrahan non vede le tracce che il detective Gaunt intuisce.</h3>
<br />
La Ostrander si dimostra una scrittrice profonda, precisa nella descrizione del suo detective e dei personaggi che ruotano sulla scena, dando ad essi uno spessore psicologico persino anticipatore dei tempi, tenuto conto che gli studi di psicanalisi non erano ancora divenuti patrimonio comune.<br />
<br />
Come sempre non ci interessa raccontare per filo e per segno la trama di un libro giallo, per giunta poco noto al grande pubblico come questo. Prima di terminare questo post ci interessa invece dire ancora un paio di cose: la prima è che ci auguriamo di leggere tradotti in italiano altri romanzi della Ostrander; la seconda è che le “Assassine” proseguano nella loro meritevole opera di presentarci nuove scrittrici di noir e di gialli, contemporanee o meno, non importa. L’importante è conoscere nuovi scrittori e scrittrici e con loro continuare a visitare nuovi mondi.<br />
<br />
<h3>
Perché ogni libro che si legge è un viaggio che compiamo dentro e fuori di noi.</h3>
<br />
Ah, mi stavo dimenticando: non perdetevi il romanzo della Ostrander “All’una e trenta”!<br />
<br />
<div>
Isabel Ostrander, <i>All'una e trenta</i>, Edizioni le Assassine, 2019</div>
Lorenzo Roberto Quagliahttp://www.blogger.com/profile/17150916387334833698noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4457590798054705892.post-67566439099035453312019-05-11T19:08:00.001+02:002019-05-11T19:27:39.849+02:00Quale futuro per l'editoria italiana?<br />
<div class="MsoNormal">
Consueto appuntamento al <b>Salone del Libro di Torino</b> con l’<a href="http://www.aie.it/Home.aspx">AIE</a>, l’<b>Associazione Italiana Editori</b> che
ha fornito i dati sull’editoria italiana del 2018.</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-bRn2zC0G3cA/XNb_mnmLvLI/AAAAAAAADWk/rOy9E482JCUDBa1gINJbIf_fPGZhMXtSwCLcBGAs/s1600/1.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1094" data-original-width="1600" height="272" src="https://4.bp.blogspot.com/-bRn2zC0G3cA/XNb_mnmLvLI/AAAAAAAADWk/rOy9E482JCUDBa1gINJbIf_fPGZhMXtSwCLcBGAs/s400/1.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Convegno AIE al Salone del Libro di Torino 2019</td></tr>
</tbody></table>
<o:p></o:p><br />
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<h3>
Come vanno le cose nel mondo dei libri? </h3>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Potremmo riassumere
che vanno come va l’Italia, stabile con outlook negativo.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
In un arco di tempo di dieci anni, il mercato italiano dell’editoria
ha perso circa 300 milioni di euro di fatturato chiudendo il 2018 con 3,1 mld
di ricavi complessivi. </div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Questo dato dimostra comunque come l’editoria italiana rimanga
il principale fornitore di contenuti culturali del Paese, davanti a Canali TV privati
a pagamento (che seguono a breve distanza) e pubblici (RAI), Stampa quotidiana
e altro. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
A livello europeo, rimaniamo la terza/quarta industria
editoriale anche se i lettori italiani continuano a mantenere bassi due indici:
quello di lettura pro capite di libri e quello di comprensione dei pochi testi
letti. In Italia pochi lettori (circa 5 milioni di persone pari al 18% dei
lettori) leggono più di 12 libri all’anno, contribuendo al 45% del fatturato
complessivo del settore, mentre 11,1 milioni di italiani leggono da 1 a 3 libri
l’anno. Nell’insieme, gli italiani che hanno acquistato almeno un libro nel
2018 sono stati circa 28,3 milioni, gli altri italiani non ne hanno acquistato nemmeno
uno.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Nel convegno si sono analizzati nel dettaglio i mutamenti intervenuti
nei comportamenti del lettore. Per curiosità sono andato a rileggermi il
rapporto del 2010 (quindi con i dati riferiti al 2009). Si parlava del nuovo mercato
degli ebook e nel Natale 2009 quel mercato aveva fatto segnare 1,1 milione di
euro di ricavi (lo 0,03% del fatturato). </div>
<div class="MsoNormal">
Nel 2018 il canale degli store on line
ha coperto il 24% delle vendite complessive di libri e il segmento ebook da
solo vale il 16% del mercato italiano; tengono il passo le catene di librerie,
mentre perdono quote di mercato le librerie singole/familiari e perde quote (da
8% a 6,6%) la GDO. </div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-MntwKxMpyrs/XNcAMBrdqFI/AAAAAAAADWs/MiRriDsCrNUOh8MWKXhgt_SG0nZbQL31gCLcBGAs/s1600/2.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1191" data-original-width="1600" height="297" src="https://1.bp.blogspot.com/-MntwKxMpyrs/XNcAMBrdqFI/AAAAAAAADWs/MiRriDsCrNUOh8MWKXhgt_SG0nZbQL31gCLcBGAs/s400/2.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Ripartizione canali vendite libri </td></tr>
</tbody></table>
<o:p></o:p><br />
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Risulta evidente che cambiando le modalità di acquisto dei
libri da parte del lettore, sono mutati anche i riferimenti motivazionali che
spingono all’acquisto di un libro. </div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Perdono importanza il consiglio del libraio
di fiducia e la prossimità fisica del punto vendita con l’esposizione della
copertina, mentre acquista importanza il mondo dei social con le community di
lettori e i book blogger, mentre il primo impulso all’acquisto di un libro
rimane sempre il passaparola di un amico. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span><span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Il vero problema per il mercato dell’editoria italiana
rimane quello di aumentare il numero dei lettori, anche perché se si guarda con
un’ottica di medio periodo, la popolazione tende all’invecchiamento e i giovani
lettori da “coltivare” saranno sempre meno.<br />
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Inoltre, e gli studi medici recenti
lo confermano, le nuove generazioni che si stanno formando la mente su
piattaforme digitali sin dall’infanzia, acquisiscono capacità cognitive di
lettura differenti da quelle delle generazioni precedenti. A questo proposito segnalo
l’interessante libro di <a href="http://www.vitaepensiero.it/autore-maryanne-wolf-103627.html">Maryanne
Wolf</a>, <i>Lettore vieni a casa</i>.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<h3>
Anche il libro del
futuro dunque dovrà essere differente per attrarre i giovani nativi digitali? <span style="mso-spacerun: yes;"> </span><span style="mso-spacerun: yes;"> </span></h3>
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="mso-spacerun: yes;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
Nella seconda parte del convegno si è analizzata l’influenza
delle serie televisive sulle vendite dei libri che le hanno originate (es. tra
tutti l’attuale serie televisiva di successo Trono di Spade). <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-ndl4oN9qLjs/XNcAwMbSZBI/AAAAAAAADW4/IRduIGLQYisVcuYQgmu4WYNv5TdwKunlwCLcBGAs/s1600/4.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1085" data-original-width="1600" height="270" src="https://1.bp.blogspot.com/-ndl4oN9qLjs/XNcAwMbSZBI/AAAAAAAADW4/IRduIGLQYisVcuYQgmu4WYNv5TdwKunlwCLcBGAs/s400/4.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Grafico vendite libri Trono di Spade</td></tr>
</tbody></table>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Il mondo delle fiction tv viene considerato da più parti
come il nuovo “nemico”, la nuova frontiera contro cui l’editoria deve fare i
conti per mantenere il proprio “spazio vitale”.<br />
<br />
In realtà il risultato dell’analisi
compiuta è stato che la messa in onda delle serie televisive ha generato un
riscontro positivo sulle vendite di tutti i libri da cui la serie ha preso
spunto. Pertanto, se il fenomeno delle serie tv può essere considerato un “concorrente”
alla lettura di un libro, tuttavia è indubbio che agisca da detonatore per l’acquisto
dei libri da cui la fiction è stata generata.</div>
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<h3>
Quale futuro per l’editoria italiana? </h3>
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Noi crediamo che il compito principale di un editore sarà sempre
quello di cercare una buona storia e pubblicarla attraverso ogni <i>canale</i> che la
tecnologia strada facendo gli offrirà. Una storia capace di affascinare un
bambino, di colpire un giovane e di commuovere un adulto. </div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Il resto siamo sicuri che verrà da sé.
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<br />Lorenzo Roberto Quagliahttp://www.blogger.com/profile/17150916387334833698noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4457590798054705892.post-75023774171254503272019-05-04T17:31:00.001+02:002019-05-04T18:06:34.883+02:00Le ragioni che mi spingono al voto<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-bk727z_EH9o/XM2tycMQ6oI/AAAAAAAADWA/IZardbXZCwUlT1qTfg58iQXgJL1lKVrJACLcBGAs/s1600/un-anno-da-ee2019_appartenenza-ue.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="675" data-original-width="1200" height="360" src="https://3.bp.blogspot.com/-bk727z_EH9o/XM2tycMQ6oI/AAAAAAAADWA/IZardbXZCwUlT1qTfg58iQXgJL1lKVrJACLcBGAs/s640/un-anno-da-ee2019_appartenenza-ue.png" width="640" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Domenica 26 maggio siamo chiamati a rinnovare i nostri
rappresentanti al <b>Parlamento Europeo</b>. </div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Mai come in questo momento storico, l’Europa
non gode di una buona reputazione, bistrattata da destra e da sinistra, accusata
di essere l’origine di tutti i mali che ci affliggono.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<h3>
Quindi la domanda nasce spontanea: perché dovremmo andare a
votare il 26 maggio e, soprattutto, per chi?</h3>
<div>
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Domanda non banale e molto diffusa tra coloro che frequento
abitualmente, colleghi, conoscenti, amici.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Personalmente, le ragioni che mi spingono a votare il 26
maggio per l’elezione del Parlamento europeo sono le medesime che mi spingono
ad alzarmi la mattina e andare al lavoro, tornare a casa e chiedere ai miei
figli come hanno passato la loro giornata, programmare un week-end al mare o in
montagna, immaginare le vacanze estive con la mia famiglia. Sono le medesime
ragioni che mi fanno interessare ai mutamenti climatici, alle difficoltà che
molti amici hanno nel trovare lavoro, al terrorismo che in diverse parti del
mondo fa strage di uomini innocenti: insomma sono le medesime ragioni che mi
spingono a vivere da essere umano e non come un animale.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Come è possibile restare indifferenti alla facoltà di
contribuire, con il proprio voto, all’elezione di un Parlamento unico nella sua
specie: un luogo dove 750 persone, uomini e donne, in rappresentanza di 28
nazioni possono incontrarsi ogni giorno e discutere in pace sul futuro che
attende oltre cinquecento milioni di concittadini?<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<h3>
Pensate che cosa sono stati capaci di immaginare uomini che
avevano appena terminato di spararsi addosso alla fine della Seconda Guerra
mondiale, partendo dall’idea di non voler mai più rivedere nella loro vita e in
quella dei loro figli e nipoti ciò che avevano visto con i propri occhi: i muri
dei palazzi delle loro città alti non più di trenta centimetri. Da quel
desiderio di cambiare vita nacque l’Europa che noi oggi abbiamo il compito di
gestire e portare avanti. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span></h3>
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="mso-spacerun: yes;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
Se l’Europa di oggi non ci piace, è solo colpa nostra e
tocca a noi impegnarci per migliorarla, e non credo che l’idea di distruggerla
sia quella giusta. Pertanto ad ognuno di noi è chiesto un piccolo impegno, in
queste settimane: quello di informarsi, per capire quale è il modo migliore per
aiutare questo sogno a camminare, sempre meglio, sempre più vicino al nostro
modo di pensare, di vivere, di credere.</div>
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Oggi le fonti d’informazione primarie non ci
mancano e ognuno di noi può facilmente accedervi. Definisco primarie le fonti
non social perché quelle <i>social </i>a mio parere sono inadatte a formarsi un giudizio se si parte da zero: qui
di seguito potete trovarne alcune che personalmente consulto e che trovo molto
utili: il sito istituzionale del <span style="mso-spacerun: yes;"> </span><a href="http://www.europarl.europa.eu/portal/it">Parlamento europeo</a> per
incominciare. Molto ricco d’informazioni è anche il sito dell’ <a href="https://europa2019.ispionline.it/?gclid=CjwKCAjw8LTmBRBCEiwAbhh-6PYNK6Wq9cnRm-kT7wkTQN7jEJxQKt2MFbuXUWBeQ9UR-BzNTffi8RoCJ8MQAvD_BwE">ISPI</a> (Istituto per gli Studi di Politica internazionale) che ha dedicato uno spazio alle votazioni europee. Inoltre, vi posso suggerire
il sito della Fondazione <a href="https://www.openpolis.it/cosa/focus-europa/">Openpolis</a>
che, con il suo spazio Europa, analizza in profondità alcune tematiche europee.
Insomma, le fonti di informazioni non mancano, occorre metterci solo la buona
volontà. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Se poi non volete abbandonare il blog, potete rileggervi gli
articoli che avevo pubblicato nel 2014 in occasione delle precedenti <a href="http://lorenzorobertoquaglia.blogspot.com/search?q=elezioni+europee">elezioni
europee</a> che illustravano il ruolo e il funzionamento del Parlamento europeo
e degli altri Organismi comunitari. Rimangono validi ancora oggi.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
L’invito che rivolgo a tutti è quello di non sottovalutare l’importanza
di questo voto e di pensare a coloro che verranno dopo di noi, perché dipenderà
da noi l’Europa che vivranno i nostri figli e i nostri nipoti. Sono sicuro che
informandoci e documentandoci, una forza politica e una persona da votare la
troveremo, tenendo presente sempre una cosa: non riponiamo certamente la nostra
speranza in un voto, ma andiamo a votare proprio perché speriamo in un domani
migliore.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Mi sembra doveroso chiudere con questo ricordo. Per circa
trent’anni ho svolto la funzione di presidente di seggio elettorale nel comune
dove risiedo e devo dire che a ogni votazione a cui ho partecipato sono rimasto
sempre stupito dalle persone anziane, di ottanta e anche di novant’anni che, a
fatica, venivano a votare, spesso anche da sole. A una di queste, una donna,
malconcia sulle gambe, quando le riconsegnai la tessera elettorale dopo che
aveva votato, feci i complimenti per essere venuta al seggio e lei mi guardò
negli occhi e mi disse: “Giovanotto, io mi ricordo di quando non potevo votare.
Finché vivrò, ogni volta che c’è da votare, mi troverà qui!” </div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Me lo disse in
dialetto, ma il concetto era questo.<o:p></o:p></div>
<br />Lorenzo Roberto Quagliahttp://www.blogger.com/profile/17150916387334833698noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-4457590798054705892.post-71118941532105362022019-04-30T23:42:00.000+02:002019-04-30T23:45:40.949+02:00Non è sempre caviale<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-uJb319C0W3M/XMi_p59OgAI/AAAAAAAADVc/pC6KY472RdgrOEQuOYfBCMLdLCQdQXzZgCLcBGAs/s1600/Non%2B%25C3%25A8%2Bsempre%2Bcaviale.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="900" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-uJb319C0W3M/XMi_p59OgAI/AAAAAAAADVc/pC6KY472RdgrOEQuOYfBCMLdLCQdQXzZgCLcBGAs/s320/Non%2B%25C3%25A8%2Bsempre%2Bcaviale.jpg" width="180" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Non è sempre caviale</td></tr>
</tbody></table>
<b>J.M. Simmel</b>, l’autore di questo sorprendente romanzo pubblicato nel 1960, nacque a Vienna nel 1924. Ebbe una vita avventurosa: una gioventù trascorsa tra l’Austria e l’Inghilterra, la Guerra mondiale lo vide lavorare come ingegnere chimico. Al temine del conflitto, fu occupato come interprete per il governo militare americano in Europa. Dal 1950 lavorò per un giornale di Monaco di Baviera come reporter. Morì dieci anni fa in Svizzera, il 1° gennaio 2009.<br />
<br />
Simmel scrisse numerosi racconti e romanzi, ma quello che gli fece raggiungere subito la notorietà fu nel 1960 <i>Non è sempre caviale</i>, pubblicato in Italia da Garzanti nel 1967. Mia moglie l’aveva letto anni or sono e, capitatole tra le mani recentemente, me lo ha suggerito.<br />
<br />
<h3>
Devo ammettere che è stato un colpo di fulmine! </h3>
<br />
Sin dalle prime pagine ci si trova immersi in una serie ininterrotta di colpi di scena, di colpi di fulmine, di gustose cene cucinate dai diversi protagonisti della storia (con tanto di ricette abbinate per poterle preparare personalmente).<br />
<br />
La storia del personaggio principale, un banchiere diventato suo malgrado un agente segreto, ha inizio verso la metà degli anni Cinquanta, ma quasi subito un flash-back ci riporta alla fine degli anni Trenta e allo scoppio della Seconda Guerra mondiale. Solo al termine del romanzo si ritornerà alla metà degli anni Cinquanta, per la chiusura del cerchio.<br />
<br />
E’ impossibile riassumere per sommi capi la trama di questo romanzo: l’unico consiglio che si può dare agli amanti delle spy story ambientate ai tempi del nazismo in Europa (nel romanzo si viaggia oltre che nel tempo, anche per le capitali di mezza Europa) è quello di leggerlo.<br />
<br />
La traduzione dal tedesco di Amina Pandolfi rende molto bene il ritmo impetuoso della storia e il susseguirsi delle vicende che hanno dell’incredibile se non fosse che, come spesso accade, la vita supera la fantasia, quasi sempre.<br />
<br />
Solo alla fine del libro il lettore scoprirà se anche questa è un’opera di pura fantasia…<br />
<br />
Lettura consigliata!<br />
<br />
J.M. Simmel, <i>Non è sempre caviale</i>, Garzanti Editore 1967<br />
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Lorenzo Roberto Quagliahttp://www.blogger.com/profile/17150916387334833698noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4457590798054705892.post-74955600421480483722019-04-24T23:15:00.001+02:002019-04-24T23:27:09.330+02:0025 aprile 1945<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-_r_L3l0jJBg/XMDNW8Rd57I/AAAAAAAADUw/odrQgbn_lScyewhyXQM2XGfHsuab9e5VgCLcBGAs/s1600/Corriere%2Bdella%2BSera%2Bdel%2B26%2Baprile%2B1945.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="900" data-original-width="1600" height="360" src="https://4.bp.blogspot.com/-_r_L3l0jJBg/XMDNW8Rd57I/AAAAAAAADUw/odrQgbn_lScyewhyXQM2XGfHsuab9e5VgCLcBGAs/s640/Corriere%2Bdella%2BSera%2Bdel%2B26%2Baprile%2B1945.jpg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Corriere della Sera del 26 aprile 1945</td></tr>
</tbody></table>
Rileggendo i post più recenti pubblicati sul blog, mi sono reso conto che l’ultimo che tratta un argomento politico l'ho scritto quasi un anno fa. Si riferisce al giuramento de <a href="http://lorenzorobertoquaglia.blogspot.com/2018/06/il-governo-giallo-verde.html" target="_blank">il governo giallo-verde</a> in carica ancora oggi.<br />
<br />
Dal 2 giugno 2018 non ho più pubblicato un post con un tema politico. Nonostante ogni giorno legga i giornali, ascolti i TG e commenti gli avvenimenti politici con i colleghi, qualcosa mi impedisce di appassionarmi a questo governo come ai precedenti.<br />
<br />
Riguardando quell’ultimo post, la mente è tornata a quei giorni di inizio estate del 2018 e alle aspettative, molto alte, nei confronti dei due partiti che avevano stretto l’alleanza per governare il Paese.<br />
<br />
<h3>
Dopo quasi un anno cosa è stato realizzato? </h3>
<br />
Qualcosa di quanto dichiarato nel patto di governo sicuramente è stato fatto: la legittima difesa, la quota cento, il reddito di cittadinanza, il giro di vite allo sbarco dei migranti. Da un certo punto di vista, provvedimenti epocali e considerati “impraticabili” da coloro che hanno preceduto l’attuale esecutivo.<br />
<br />
<h3>
Ma a quale prezzo sono stati attuati tali provvedimenti? </h3>
<br />
Vale a dire: l’Italia oggi è un Paese migliore di dieci mesi fa? Si vive meglio? Si ha più voglia di investire pensando al futuro? La povertà è diminuita? Perché se il cambiamento promesso dal governo non porta a questo, allora non è vero cambiamento, ma solo propaganda.<br />
<br />
Tra poco più di un mese si presenterà un’importante scadenza elettorale: l’elezione del <a href="http://www.europarl.europa.eu/portal/it" target="_blank">Parlamento europeo</a> , unica istituzione comunitaria espressa direttamente dai cittadini e per questo dal valore altamente simbolico.<br />
<br />
I due partiti di governo si schiereranno su fronti opposti e faranno campagna elettorale divisi. Uniti per governare l’Italia, divisi per governare l’Europa, come del resto lo sono per governare le regioni d’Italia.<br />
<br />
Come può questa dicotomia non saltare all’occhio? Come è possibile essere alleati sulla politica interna del Bel Paese e non esserlo nell’amministrazione di una regione o di un comune?<br />
<br />
L’impressione è che in questi mesi i due partiti abbiano pensato alla realizzazione del patto di governo, sostenendo a turno il provvedimento proposto dall’altro partito, turandosi il naso e arrampicandosi sui vetri per farlo digerire al proprio elettorato recalcitrante. Fino a quando questo stato di cose potrà durare? E che Paese troveremo al termine di questo percorso politico?<br />
<br />
Certo, ormai tutti abbiamo consapevolezza di vivere in una società liquida, per dirla con le parole di <i>Zygmunt Bauman</i>, ma credo che per governare una nazione i partiti politici debbano avere delle pur minime convergenze ideologiche riguardo le tematiche oggetto del patto di governo, unità d’intenti che non ho riscontrato in questo esecutivo.<br />
<br />
Ho riscontrato invece in entrambe le classi dirigenti e i massimi esponenti politici dei due partiti una ricerca spasmodica del consenso al proprio operato tramite l'utilizzo dei social. Questo ricercare a tutti i costi una legittimazione popolare, tuttavia, non è mai esente da rischi, presuppone un’educazione civica per nulla scontata nei frequentatori dei social e soprattutto non è garantito che il popolo sappia scegliere sempre per il meglio e il bene comune.<br />
<br />
Ne è un esempio recente il caso della <i>Brexit</i> e ne è prova la storia di un uomo di duemila anni fa che, senza colpe, fu portato davanti all’autorità costituita per essere giudicato e venne assolto. Fu invece condannato a gran voce da quel popolo che lo aveva visto nascere e che alla fine ottenne dalla medesima autorità quello che desiderava: la sua crocifissione.<br />
<br />
<h3>
Vi fu errore popolare più grande di questo nella storia?</h3>
<div>
<br /></div>
Ci apprestiamo a vivere la giornata del <b>25 aprile</b>: riflettiamo su quello che accadde in quei giorni del <b>1945</b> e riscopriamo i valori che hanno permesso alla nostra nazione, uscita a pezzi dall’esperienza della Seconda Guerra mondiale, di intraprendere il cammino virtuoso che ci ha condotto sin qui.<br />
<br />
<br />Lorenzo Roberto Quagliahttp://www.blogger.com/profile/17150916387334833698noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4457590798054705892.post-39700566701974416912019-04-19T23:16:00.003+02:002019-04-19T23:24:14.213+02:00Un gentiluomo a MoscaAbbiamo letto con molto piacere <i>Un gentiluomo a Mosca</i>, l'ultima fatica letteraria di Amor Towles.<br />
<br />
Il romanzo racconta le vicende del conte Aleksandr Il'ič Rostov che, rientrato da Parigi alla vigilia della Rivoluzione d'Ottobre, resta invischiato negli eventi catastrofici che portarono alla fucilazione dello Zar e alla presa del potere del partito comunista.<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-ZgQ2XW2pleQ/XLo6b0ukMMI/AAAAAAAADUg/-JAvwte9Tigi6-dNXtT_Ii5sDkiL1h5lwCLcBGAs/s1600/Un%2Bgentiluomo%2Ba%2BMosca.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img alt="Un gentiluomo a Mosca" border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1111" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-ZgQ2XW2pleQ/XLo6b0ukMMI/AAAAAAAADUg/-JAvwte9Tigi6-dNXtT_Ii5sDkiL1h5lwCLcBGAs/s320/Un%2Bgentiluomo%2Ba%2BMosca.jpg" title="Un gentiluomo a Mosca" width="222" /></a></div>
<br />
Il conte finisce per essere condannato agli arresti domiciliari a vita dal Comitato d’Emergenza del Commissariato del Popolo in quanto nemico della Rivoluzione, pena da scontare presso il <a href="https://luoghidautore.com/2017/01/18/amor-towles-e-il-metropol-hotel-i-luoghi-del-romanzo-un-gentiluomo-a-mosca/" target="_blank">Grand Hotel Metropol</a>, il più lussuoso albergo di Mosca, con vista sul teatro Bol'šoj, a due passi dalla Piazza Rossa.<br />
<br />
Inutile dire che la vita del protagonista cambia radicalmente e assume risvolti drammatici. Giorno dopo giorno il conte prende coscienza del futuro che l'attende e, nonostante possa ritenersi fortunato per aver evitato la condanna a morte o il gulag, ben presto si rende conto comunque della disumanità della pena comminatagli.<br />
<br />
Inizia così la seconda vita di Aleksandr Il’ič Rostov che si svolge su due dimensioni: verticale, all’interno dei sei piani dell'edificio, e orizzontale, tra la hall, le sale da pranzo e i negozi che si trovano all'interno dell’hotel. Passano i lustri e il lettore si trova coinvolto a fianco del conte che, attraverso l’ironia, riesce poco per volta a trovare la sua quotidiana motivazione al dover vivere in quella gabbia dorata.<br />
<br />
L'ironia è una caratteristica dell’animo dell’uomo, e perciò non avendo origine umana, ma divina, permette a colui che la padroneggia di superare anche le prove più dure. Aggrappandosi ad essa, il protagonista affronta le giornate all’interno del Metropol quasi con letizia e assiste, mese dopo mese, anno dopo anno, all’involuzione dell’ideologia comunista che lo ha condannato al “carcere” a vita, e ha la conferma del vicolo cieco che ha imboccato quel regime del quale non ha mai condiviso nulla.<br />
<br />
<h3>
Ma fino a quando un uomo può sopportare una vita del genere, senza tentare la fuga?</h3>
<br />
Il finale del romanzo lo svelerà e ne resterete meravigliati. Raramente in questi ultimi tempi mi è capitato di leggere un'opera così gradevole, appassionante, coinvolgentemente ironica, e quindi illuminante.<br />
<br />
Un pensiero va anche a Serena Prina, perché quando si leggono libri che riescono a trasmettere emozioni e sentimenti così forti, tradotti dalla lingua dell’autore, il merito è anche della traduttrice.<br />
<br />
Un romanzo da non perdere.<br />
<br />
<br />
Amor Towles, <i>Un gentiluomo a Mosca</i>, Beat Edizioni 2018Lorenzo Roberto Quagliahttp://www.blogger.com/profile/17150916387334833698noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4457590798054705892.post-7762003260478653662019-03-07T22:17:00.001+01:002019-03-07T22:27:09.013+01:00Il sogno di Leonardo<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-7q-vb3PPZK8/XIGJiHo3mlI/AAAAAAAADRo/SyIFmuVA8jQRUmrMVyHzLKg4uyYyczqPQCLcBGAs/s1600/Il%2BSogno%2Bdi%2BLeonardo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="723" data-original-width="448" src="https://2.bp.blogspot.com/-7q-vb3PPZK8/XIGJiHo3mlI/AAAAAAAADRo/SyIFmuVA8jQRUmrMVyHzLKg4uyYyczqPQCLcBGAs/s1600/Il%2BSogno%2Bdi%2BLeonardo.jpg" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il sogno di Leonardo</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Ho avuto il piacere di leggere in anteprima “Il sogno di Leonardo”, ultima fatica letteraria di <b>Giuseppe Carfagno, </b>nelle librerie a fine mese<b>.</b><br />
<br />
Il romanzo scorre alternando il presente e il passato, al tempo della permanenza del genio di Vinci a Milano, negli ultimi anni del ‘400.<br />
<br />
I protagonisti sono due ragazzi, quasi coetanei, vissuti però a cinquecento anni di distanza, e il mondo che li circonda, genitori, nonni, amicizie tra coetanei e coetanee.<br />
<br />
<b>Edmondo Armerini</b> si trova per caso catapultato nella bottega di Leonardo che a Milano sta vivendo il periodo più fertile della propria esistenza artistica, mentre <b>Jean Tricot,</b> nipote di Pierre Duchamp, famoso collezionista d’arte contemporaneo, si trova a vivere insieme al nonno, l’avventura del ritrovamento di un dipinto misterioso.<br />
<br />
In un susseguirsi incalzante di avvenimenti, ora alla corte del <b>Moro</b>, Signore di Milano, ora nelle città di Milano e Parigi dove risiedono i Duchamp, il lettore è condotto sempre più al centro del mistero: esiste un collegamento tra le vite dei due giovani, distanti cinque secoli?<br />
<br />
Edmondo lo troviamo immerso nella vita di corte, in una Milano che con gli Sforza sta vivendo il suo magico rinascimento e trova in <b>Leonardo da Vinci</b> il suo paladino, il suo artista di fama internazionale; Jean ha la fortuna di apprendere dal nonno l’amore per il bello e la curiosità che anima un vero collezionista d’arte.<br />
<br />
La prosa limpida e scorrevole del professor Carfagno rende la lettura di questo romanzo, non solo per ragazzi, avvincente e piacevole, riportando il lettore nel magico mondo di una Milano di fine Quattrocento, così diversa dalla Milano di oggi, ma anche così uguale, nel modo di lavorare, nel modo di pensare, nel modo di godere la vita: la Milano di Jean e suo nonno Pierre.<br />
<br />
Un libro tutto da leggere che ben si inserisce nel tempo delle celebrazioni per la ricorrenza dei cinquecento anni della morte di Leonardo da Vinci.<br />
<br />
<br />
Giuseppe Carfagno, <i>Il sogno di Leonardo</i>, il Ciliegio edizioni, 2019<br />
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Lorenzo Roberto Quagliahttp://www.blogger.com/profile/17150916387334833698noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4457590798054705892.post-65482540545698516522019-02-25T19:12:00.000+01:002019-03-07T22:19:16.500+01:00Manfredo Camperio - Storia di un visionario in Africa<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-BZeH8cawIb0/XHhdCHcDtfI/AAAAAAAADP4/Flu5eRcHxJkYJtW-XWFaDS1mR2Uwp6QUACLcBGAs/s1600/Manfredo%2BCamperio%2Bstoria%2Bdi%2Bun%2Bvisionario%2Bin%2Bafrica.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1412" data-original-width="1000" height="640" src="https://3.bp.blogspot.com/-BZeH8cawIb0/XHhdCHcDtfI/AAAAAAAADP4/Flu5eRcHxJkYJtW-XWFaDS1mR2Uwp6QUACLcBGAs/s640/Manfredo%2BCamperio%2Bstoria%2Bdi%2Bun%2Bvisionario%2Bin%2Bafrica.jpg" width="452" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il libro di Alessandro Pellegatta</td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />
<br />
<i>Manfredo Camperio, storia di un visionario in Africa</i>, è l’ultima fatica letteraria di Alessandro Pellegatta che ho avuto il piacere di leggere in anteprima (il libro uscirà il prossimo 28 febbraio).<br />
<br />
<b>Camperio</b>? Chi era costui?<br />
<br />
Oggi questo nome alla maggior parte dei lettori non ricorderà molto, eppure questo milanese doc (nacque nel capoluogo lombardo il 30 ottobre 1826) è stato uno dei più importanti esploratori italiani dell’Ottocento e tra i primi a comprendere come il nascente Regno d’Italia avrebbe tratto un potente aiuto alla propria crescita economica dalla conoscenza e dallo sviluppo delle transazioni commerciali con l’estero.<br />
<br />
Il lavoro di Pellegatta, conosciuto sino ad ora principalmente come scrittore di autorevoli guide turistiche, redatte al ritorno da viaggi personali in giro per il mondo, è in questo caso, prevalentemente storico e, diciamo subito, ben riuscito.<br />
<br />
Attraverso un certosino lavoro di scavo compiuto presso istituzioni quali il <a href="http://www.museodelrisorgimento.mi.it/" target="_blank">Museo del Risorgimento</a> di Milano; l’ <a href="http://www.archiviodistatomilano.beniculturali.it/" target="_blank">Archivio di Stato</a> di Milano; la <a href="http://www.braidense.it/" target="_blank">Biblioteca Braidense</a>, l’Archivio storico di Intesa Sanpaolo, l’Archivio storico della Banca Popolare di Milano, la <a href="http://societageografica.net/wp/it/" target="_blank">Società Geografica Italiana</a> e l’Amministrazione del Comune di Villasanta, che ha permesso la consultazione del Fondo Camperio, l’autore ha descritto in questa biografia di <b>Manfredo Camperio</b> molto di più della mera narrazione di un periodo di vita dell’esploratore. Pellegatta ha tratteggiato un’epoca, quella compresa tra il 1865 e la fine del secolo XIX, cruciale per lo sviluppo del nascente Regno d’Italia, ultima Nazione a formarsi in Europa e vaso di coccio tra grandi vasi di bronzo, protagonisti della scena europea e quindi mondiale, quali Regno Unito, Francia, Germania, Austria, Turchia.<br />
<br />
In quest’epoca così ricca di cambiamenti, sociali, politici, culturali, il milanese - italiano <b>Manfredo Camperio</b> ebbe un ruolo importante nel cercare di far crescere l’Italia e permetterle di giocarsi la partita internazionale alla pari con le altre grandi potenze europee.<br />
<br />
Il lavoro di Pellegatta è encomiabile da questo punto di vista, perché ha messo in luce aspetti sino ad ora poco studiati e anzi, forse volutamente dimenticati, di quello che è stato l’approccio iniziale del Regno d’Italia verso tematiche quali: colonialismo, africanismo, relazioni internazionali.<br />
<br />
Non anticipiamo qui le conclusioni cui è giunto l’autore, perché questo, se vogliamo, è anche un libro “giallo”, nel senso che misteriosi e sconosciuti ai più sono gli episodi trattati e le vicende descritte; pertanto non vogliamo togliere al lettore la curiosità di leggere e apprendere come si è sviluppata la storia d’Italia di quel periodo.<br />
<br />
Possiamo solo evidenziare come le similitudini tra l’epoca in cui visse <b>Manfredo Camperio</b> e l’attuale abbiano dell’incredibile e siamo certi che, come capitato a noi, stupiranno il lettore durante tutta la lettura dell’opera.<br />
<br />
E allora, in conclusione, <b>Camperio</b>, chi è stato costui?<br />
<br />
Scrive Pellegatta: “Molti sono i modi con cui possiamo definire Camperio: patriota, combattente, eroe del Risorgimento, militare, esploratore, filantropo, imprenditore, divulgatore, politico, direttore di rivista, mediatore culturale, esploratore, presidente di società commerciale. Lui preferiva<br />
a tutti quello di “capitano”, ma ciò che gli rende più giustizia è forse quello di “visionario”. Furono infatti proprio le sue visioni e le sue passioni, ispirate dalla sete di conoscenza, da un grande interesse<br />
per il mondo e dall’ansia di identificare sempre nuove opportunità commerciali, che lo spinsero a esplorare l’Africa. E anche quando il suo percorso fu segnato dalla contraddizione e dall’incertezza, dalla sconfitta e dalla tragedia, l’uomo non si perse mai d’animo: anche in punto di morte volle per l’ultima volta affacciarsi alla finestra per guardare con aria di sfida il mondo, come ha scritto la figlia Sita nella sua Autobiografia, prima di trapassare stringendo i pugni”.<br />
<br />
Un libro da leggere, indicato soprattutto alle giovani generazioni, perché crediamo che senza la conoscenza del passato sia impossibile comprendere il presente e soprattutto immaginare un futuro che possa essere di pace tra le nazioni.<br />
<br />
<br />
Alessandro Pellegatta, <i>Manfredo Camperio, un visionario in Africa,</i> 2019 Besa editrice.<br />
<br />Lorenzo Roberto Quagliahttp://www.blogger.com/profile/17150916387334833698noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-4457590798054705892.post-80810439181136051342019-02-09T18:14:00.001+01:002019-03-07T22:19:35.203+01:00Il mondo cambia pelle?<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-tenoo9TVgss/XF8EXfpDuFI/AAAAAAAADNg/wc3YUUrFiu4eVHzFAX0B5mq0gzBSB4fJQCLcBGAs/s1600/ilmondocambiapelle.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="900" data-original-width="1600" height="360" src="https://4.bp.blogspot.com/-tenoo9TVgss/XF8EXfpDuFI/AAAAAAAADNg/wc3YUUrFiu4eVHzFAX0B5mq0gzBSB4fJQCLcBGAs/s640/ilmondocambiapelle.jpg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><b>Il mondo cambia pelle?</b></td></tr>
</tbody></table>
Erano anni che non vedevo così gremito di pubblico l’<i>auditorium Giò Ponti</i> di Assolombarda a Milano, in occasione della presentazione del <b>Rapporto sull’economia globale e l’Italia</b>. Lunedì 21 gennaio 2019 si è tenuta la presentazione del XXIII studio, curato come sempre dall'economista <b>Mario Deaglio</b> in collaborazione con il Centro di Ricerca e Documentazione Luigi Einaudi e Ubi Banca.<br />
<br />
Probabilmente il clima di incertezze che stiamo vivendo ha spinto molti a partecipare all’incontro per cercare di meglio comprendere dalle parole del professor <b>Deaglio</b> il tempo che stiamo attraversando e il futuro che ci potrebbe attendere.<br />
<br />
Occorre subito dire che, come sempre, il lavoro del gruppo di studio coordinato da <b>Deaglio</b> è stato approfondito, puntuale nell’individuazione dei punti critici e ricco di occasioni per riflettere.<br />
<br />
Il titolo del rapporto di quest’anno (<b>il mondo cambia pelle?</b>) lascia subito intuire quanto il 2018 sia stato un anno di cambiamenti significativi che, consapevolmente o meno, ci hanno coinvolto. Di seguito, sintetizzati in flash, gli argomenti analizzati nelle quattro parti del documento.<br />
<br />
<u>1. La crescita indebolita </u><br />
<br />
Lo sguardo è in generale sul mondo e gli autori evidenziano punti di attenzione verso gli Stati Uniti dove il movimento <i>America First</i> del Presidente Trump potrebbe portare a rischi di protezionismo e populismo che a loro volta potrebbero minare la crescita economica nel medio lungo periodo. Altri punti da tenere sotto controllo sono i rapporti sempre più tesi tra lo Stato Sovrano e i titani della Rete, la politica dei dazi e la fine del multilateralismo, la riduzione della “corporate tax”. Il capitalismo sembra ancora vincente nel mondo, ma è un sistema alla lunga ancora sostenibile? <br />
<br />
Per quanto riguarda l’Europa, il 2018 è stato il peggiore da tempo, sotto molti aspetti. In Europa sembra prevalere una società basata sul rancore e sulla collera. L’economia ha rallentato mentre il sistema bancario europeo è ancora lontano dall’aver ritrovato la redditività di un tempo. Vi è poi un importante problema demografico che alla lunga renderà sempre più difficile la sostenibilità economica del sistema.<br />
<br />
<u>2. Lavoro e capitale, una difficile ridefinizione</u><br />
<br />
Per quanto riguarda il lavoro, il paradigma è: il lavoro è da reinventare. Il 2018 ha visto ancora una volta una bassa crescita retributiva e la nuova “normalità” del part-time. Quanto potrà ancora aumentare la produttività del lavoro? È in corso un passaggio epocale: dall’organizzazione scientifica all’organizzazione algoritmica del lavoro. Altro tema importante: che sviluppo avranno il reddito universale o quello di cittadinanza? Permane il problema del debito estero dei Paesi emergenti, lo scontro sul libero commercio, il rialzo dei tassi di interesse, il populismo al governo in molti Paesi.<br />
<br />
Quale sarà il nuovo volto del capitalismo di mercato: si andrà verso un mondo di imprese giganti?<br />
A pagina 103 del rapporto è inserita un’interessante tabella. Mostra le dieci società al mondo a maggiore capitalizzazione. Nel <b>2007</b>, 6 società su 10 avevano sede negli USA, 2 in Europa, 1 in Giappone e 1 in Cina. I settori rappresentati: Idrocarburi (5), Finanziario (2), InfTech (1), Telec. (1) Auto (1). Nel <b>2018</b>, 8 società su 10 hanno sede negli USA e 2 in Cina. I settori rappresentati sono InfTech (7), Finanziario (2) e Idrocarburi (1).<br />
<br />
<u>3. Geopolitica, un mosaico che si complica</u><br />
<br />
Vengono analizzati: gli Stati Uniti e la loro leadership globale (<i>Make America Great Again!</i>), la Russia e la Cina e il loro sviluppo futuro. Si domandano gli autori: la guerra fredda è finita o continua sotto altre forme? I focolai di crisi sono sparsi ovunque: nel Medio Oriente, laboratorio della guerra perenne, in Iran (verso una guerra mondiale regionale?), la guerra civile in Libia, il “ventre molle” dell’Egitto, l’Asia sempre più in mano cinese, la Corea del Nord, l’America Latina che convive con i fantasmi del passato e l’Africa con ambizioni per il futuro. Infine, su tutto, il petrolio e un possibile scontro sul suo prezzo nel prossimo futuro.<br />
<br />
<u>4. Italia 2019, aspettando il salto di qualità</u><br />
<br />
Un Paese spezzato, un’economia incrinata? Certamente vi sono stati in passato dei fattori positivi: la ripresa delle esportazioni, un progresso nella struttura economica, ma adesso servirebbe continuare nella crescita. Domande: i principi di una riforma fiscale (la cash flow tax) sono attuabili? I nuovi modelli di business e le nuove tecnologie che impatto avranno sul mondo del lavoro? In tema di redistribuzione del reddito, quello di inclusione e quello di cittadinanza sono la soluzione all’aumento della povertà?<br />
<br />
Giunti al termine della lettura, è inevitabile una sensazione di sgomento: se tali e tanti sono i problemi che abbiamo davanti, cosa dobbiamo fare? Cosa possiamo fare?<br />
<br />
Le soluzioni “chiavi in mano” purtroppo non esistono. Nel Rapporto vengono suggeriti alcuni punti di attenzione che, se perseguiti, potrebbero assicurare alla nostra amata terra, che ricordiamo è l’unica che abbiamo a disposizione per vivere, un futuro meno cupo. Eccoli:<b> 1.</b> La solidarietà tra generazioni - <b>2. </b>La solidarietà all’interno delle generazioni e <b>3.</b> La tutela dell’ambiente.<br />
<br />
Questi tre fattori, se attuati insieme, porterebbero ad uno <b>sviluppo</b> economico <b>sostenibile.</b> Lo <b>sviluppo sostenibile </b>è quello sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri.<br />
<br />
Quello dello <b>sviluppo sostenibile</b> non è un concetto di oggi: è stato enunciato per la prima volta nel <b>1983</b> da <i>Gro Harlem Brundtland,</i> già primo ministro della Norvegia. Da allora sono passati 36 anni, ma non sembra che il concetto abbia avuto molti seguaci nel mondo.<br />
<br />
Ci viene in mente l’Enciclica <i>Laudato Sì </i>di <b>Papa Francesco</b>: “<b>13.</b> La sfida urgente di proteggere la nostra casa comune comprende la preoccupazione di unire tutta la famiglia umana nella ricerca di uno <b>sviluppo sostenibile</b> e integrale, poiché sappiamo che le cose possono cambiare…. <b>14</b>. Rivolgo un invito urgente a rinnovare il dialogo sul modo in cui stiamo costruendo il futuro del pianeta. Abbiamo bisogno di un confronto che ci unisca tutti, perché la sfida ambientale che viviamo, e le sue radici umane, ci riguardano e ci toccano tutti. Il movimento ecologico mondiale ha già percorso un lungo e ricco cammino, e ha dato vita a numerose aggregazioni di cittadini che hanno favorito una presa di coscienza. Purtroppo, molti sforzi per cercare soluzioni concrete alla crisi ambientale sono spesso frustrati non solo dal rifiuto dei potenti, ma anche dal disinteresse degli altri. Gli atteggiamenti che ostacolano le vie di soluzione, anche fra i credenti, vanno dalla negazione del problema all’indifferenza, alla rassegnazione comoda, o alla fiducia cieca nelle soluzioni tecniche. Abbiamo bisogno di nuova solidarietà universale….<b> 43</b>. Se teniamo conto del fatto che anche l’essere umano è una creatura di questo mondo, che ha diritto a vivere e ad essere felice, e inoltre ha una speciale dignità, non possiamo tralasciare di considerare gli effetti del degrado ambientale, dell’attuale modello di sviluppo e della cultura dello scarto sulla vita delle persone..."<br />
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Allora, per concludere questo lungo post, ci auguriamo che nei prossimi 36 anni il concetto di <b>sviluppo sostenibile</b>, con tutte le conseguenze che si porta dietro, diventi il centro dell’agenda politica ed economica mondiale. Non c’è più tempo da perdere.<br />
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Ultimo suggerimento: se vi capita, leggete il rapporto, ne vale la pena per farsi un’idea reale, non mediata dai social, della situazione del mondo in cui ci tocca vivere.<br />
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Ma ricordiamoci che ognuno di noi, con le proprie azioni, può contribuire al cambiamento.<br />
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Lorenzo Roberto Quagliahttp://www.blogger.com/profile/17150916387334833698noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-4457590798054705892.post-16503704674695955422019-02-03T17:58:00.002+01:002019-02-07T21:19:19.876+01:00Influencer ante litteram<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-aBsfpCIJCf8/XFcatk2BJhI/AAAAAAAADNI/6PpZwBq9L78sHKiqdtujLRs8LWQGqjR3QCLcBGAs/s1600/19-veronese-ladorazione-dei-magi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="576" src="https://1.bp.blogspot.com/-aBsfpCIJCf8/XFcatk2BJhI/AAAAAAAADNI/6PpZwBq9L78sHKiqdtujLRs8LWQGqjR3QCLcBGAs/s1600/19-veronese-ladorazione-dei-magi.jpg" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">L'Adorazione dei Magi di Paolo Veronese</td></tr>
</tbody></table>
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Da alcuni anni sempre più spesso ci imbattiamo nel termine
<i>influencer</i>. Il Corriere della Sera di oggi, domenica 3 febbraio, vi dedica
addirittura una pagina intera, la numero 19, a firma di Candida Morvillo. </div>
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Ma chi
è un <b>influencer</b> e, soprattutto, di cosa si occupa?</div>
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Il termine si trova di solito abbinato alla parola marketing
(influencer marketing) e viene utilizzato nel mondo dei social network
(Facebook, YouTube, Instagram ecc.).<o:p></o:p></div>
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Si può definire un <b>influencer</b> un utente di questi social
(quindi una qualsiasi persona che abbia aperto un proprio profilo utente su uno
di questi social) che pubblichi tramite di essi, foto, video o altri generi di
contenuti (qualche frase o commento, possibilmente di senso compiuto). Il <i>quid</i>
in più che deve possedere un influencer, rispetto ad un comune utente, consiste
però nella sua capacità di “influenzare” altri utenti (definiti in gergo social
i propri <b>follower</b> – seguaci).<o:p></o:p></div>
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Questo è il vero “potere” che definisce e detiene un
<b>influencer</b>: condizionare le scelte dei propri seguaci. A fare cosa? Beh, qui
entra in gioco l’altra parola abbinata a influencer: marketing. Le definizioni
di marketing sono molteplici, ma tutte hanno a che fare con la parola <b>vendita</b>.
Allora possiamo dire in estrema sintesi che l’influencer ha il potere (o si
presume che abbia, o ritiene di avere, a seconda dei casi) di orientare i
consumi dei suoi seguaci.<o:p></o:p></div>
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Rimane però ancora un aspetto da valutare, per comprendere
appieno il ruolo dell’influencer. Per essere veramente tale, l’utente influencer
deve essere ritenuto dai suoi seguaci “affidabile” e “credibile”. E come si
diventa affidabili o credibili nel mondo dei social? Dipende dal numero di seguaci
che si riesce a tenere legati al proprio profilo: per darvi un’idea, alcuni
influencer italiani hanno 16 milioni di follower (Chiara Ferragni) e 11,5
milioni (Gianluca Vacchi). Più seguaci, più credibilità, più affidabilità, più
guadagno.<o:p></o:p></div>
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Eh sì, perché i maggiori influencer, anche solo per
pubblicare una foto, un commento, un video di alcuni minuti dove compaiono con
qualche oggetto o con qualche vestito addosso, ricevono un mucchio di soldi.
Quanto vale il lavoro sui social? I prezzi di mercato possono oscillare tra un
minimo e un massimo, e dipende da quale influencer lo pubblica e su quale
canale. Un post su YouTube può andare da 10.000 a 250.000 euro; un post su
Facebook da 5.000 a 150.000 euro; un post su Instagram da 5.000 a 100.000 euro.
I prezzi chiaramente si riferiscono a top influencer con milioni di seguaci in
giro per il mondo, ma comunque rende l’idea del giro d’affari che
potenzialmente si può generare con i canali social. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span><span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></div>
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Di cosa si occupano gli influencer? Gli argomenti sono
certamente di spessore e per tutti i gusti: in rete si trovano<b> </b>travel
influencer che si occupano di viaggi, fashion influencer che sviluppano, seguono
e anticipano la moda, poi vi sono i fitness influencer che possono spaziare dal
campo degli integratori alimentari all’abbigliamento sportivo. Infine, i food
influencer vi permettono di conoscere i piatti più caratteristici di tutto il
mondo. Da poco si sta sviluppando una nuova categoria di influencer, i book
influencer<b>:</b> persone che postano su Instagram una foto con una copertina, oppure
un video dove presentano o commentano un libro e si auto definiscono influencer
culturali. <o:p></o:p></div>
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Personalmente, ho avuto la fortuna di vivere la mia gioventù in un tempo in
cui avevo come influencer culturale la “terza pagina” del Corriere e le persone
che mi hanno “influenzato” si chiamavano Afeltra, Biagi, Fallaci, Montanelli,
Pasolini, Pivano solo per citarne alcuni e in ordine alfabetico.<o:p></o:p></div>
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Intendiamoci, non ho nulla contro le persone che, sfruttando
la tecnologia ora disponibile, i social media,<i> pensano </i>di essersi inventate
questo lavoro. Mi domando solo: ma i milioni di follower che seguono attraverso
i social quello che pubblicano giornalmente questi influencer che cosa cercano
in questi contatti? Perché ogni giorno si collegano a questo o quel social per
vedere la foto o il video postato da tizia o caio? Qual è il desiderio che li
tiene collegati: è semplice curiosità o c’è dell’altro?<o:p></o:p></div>
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Nel paragrafo precedente ho scritto “pensano di essersi
inventate un lavoro”, perché recentemente sono stato al Museo Diocesano di
Milano e ho avuto la fortuna di ammirare il capolavoro del pittore Paolo
Veronese, l’<b>Adorazione dei Magi</b>, “traslocato” in quella sede per le festività
natalizie, per gentile concessione della Chiesa di Santa Corona a Vicenza, dove
di solito è collocato. <o:p></o:p></div>
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Veronese dipinge l’opera nel 1573, quando ha 45 anni. È nel
pieno della sua attività artistica, è affermato e riconosciuto affidabile e credibile
come pittore. Riceve da un importante e ricco signore della sua città, Vicenza,
una somma per dipingere un’opera che dovrà rendergli onore e garantire fama nel
tempo. <o:p></o:p></div>
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E il genio di Paolo Veronese ci propone l’Adorazione dei
Magi dove i mantelli indossati dai tre maghi raffigurano le stoffe preziose, prodotte dal ricco committente dell’opera, che trova posto anche lui
nella parte sinistra del dipinto. La finezza della pennellata del pittore rende alla
perfezione la qualità e il colore delle stoffe tessute e vendute in tutte le
corti d’Europa dal committente che si assicura in questo modo la massima forma di pubblicità consentita alla sua epoca. </div>
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Paolo Veronese si può quindi definire un
<i>influencer ante litteram</i>.</div>
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Passati i secoli, e perso il valore delle informazioni di
marketing sull’attività tessile e commerciale del committente del quadro, cosa ci resta? Per fortuna, ci rimane l’opera straordinaria di Paolo Veronese; anche se non tutti conoscono la storia del dipinto, non importa poi molto: per l'A<i>dorazione dei magi</i> ci sarà sempre un posto nei libri di storia dell’arte.<o:p></o:p></div>
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Ma tra cinquecento anni, che cosa verrà ricordato degli
influencer dei primi anni del XXI secolo? <o:p></o:p></div>
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<br />Lorenzo Roberto Quagliahttp://www.blogger.com/profile/17150916387334833698noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4457590798054705892.post-16016158900667005732018-12-30T18:23:00.000+01:002018-12-30T18:26:35.225+01:00Libridipendenti<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-t-GWZVT_uz8/XCj-Jb2h5zI/AAAAAAAADLM/xCFZ00xN-3YeJ0q-0yds0_w370dtsJhxgCLcBGAs/s1600/fotocopertina.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1385" data-original-width="1499" height="590" src="https://2.bp.blogspot.com/-t-GWZVT_uz8/XCj-Jb2h5zI/AAAAAAAADLM/xCFZ00xN-3YeJ0q-0yds0_w370dtsJhxgCLcBGAs/s640/fotocopertina.jpg" width="640" /></a></div>
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L’ultimo pranzo con i colleghi d’ufficio, prima dello stacco di fine anno, ne avevamo parlato: in Italia si legge poco o nulla. Del resto, anche il “Rapporto sullo stato dell’editoria nel 2018” pubblicato di recente dall’Associazione Italiana Editori (ma i dati si riferiscono al 2017 e solo ai primi sei mesi del 2018) conferma il trend. A fronte di un aumento del numero delle case editrici attive, del numero dei titoli pubblicati, della vendita dei diritti e di un mantenimento dei prezzi dei libri, il numero di lettori non cresce. Sono circa trenta milioni gli italiani che nel 2017 hanno letto almeno un libro (il 65% della popolazione). In particolare, sempre secondo l’analisi di AIE, si evince come il “non leggere” sia trasversale ai diversi livelli di istruzione e ai ruoli ricoperti: tra i dirigenti il 38% non ha letto un libro nel 2017 mentre tra i laureati la percentuale scende al 32,3%, ma rimane comunque elevata.<br />
<br />
In questi giorni riflettevo su questo argomento quando mi sono imbattuto in un post dell’ex presidente statunitense <b>Barack Obama</b> che su un social ha pubblicato la lista dei libri letti nel 2018.<br />
Obama è solito tenere un elenco delle sue letture (oltre a film e canzoni) e a fine anno riguardarlo per fare memoria del cammino compiuto. In particolare, lui scrive: “As 2018 draws to a close, I’m continuing a favorite tradition of mine and sharing my year-end lists. It gives me a moment to pause and reflect on the year through the books, movies, and music that I found most thought-provoking, inspiring, or just plain loved. It also gives me a chance to highlight talented authors, artists, and storytellers – some who are household names and others who you may not have heard of before. Here’s my best of 2018 list - I hope you enjoy reading, watching, and listening.”.<br />
<br />
L’idea mi è sembrata utile e divertente e ho subito pensato ai libri che mi avevano fatto compagnia quest’anno. Dopo una veloce ispezione sopra e intorno al mio comodino e sulla scrivania dove mi trovo a scrivere, di seguito trovate l’elenco dei libri che ho letto nel corso dell’anno.<br />
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<li><b>Felix il gatto del treno</b> di Kate Moore</li>
<li><b>Nessuno nasce imparato</b><span style="white-space: pre;"> </span>di Lello Gurrado</li>
<li><b>Il telefono senza fili </b>di Marco Malvaldi</li>
<li><b>Ti meriti un amore</b> di Alessandra Appiano</li>
<li><b>Le otto montagne</b> di Paolo Cognetti</li>
<li><b>Il giallo della Bagnera</b> di Giovanni Luzzi</li>
<li><b>Non sono che un critico</b> di Morando Morandini</li>
<li><b>La morte in banca</b> di Giuseppe Pontiggia</li>
<li><b>Il cinema secondo Hitchcock</b> di François Truffaut</li>
<li><b>Sei personaggi in cerca d'autore</b> di Luigi Pirandello</li>
<li><b>London Lies </b>di Silvia Molinari</li>
<li><b>I Promessi Sposi</b> di Alessandro Manzoni</li>
<li><b>Di rabbia e di vento</b> di Alessandro Robecchi</li>
<li><b>La fabbrica delle stelle</b> di Gaetano Savatteri</li>
<li><b>La rete di protezione</b> di Andrea Camilleri</li>
<li><b>Nelle acque del passato</b> di Silvia Molinari</li>
<li><b>Tutto quel buio</b> di Cristiana Astori</li>
<li><b>Una vita da direttore editoriale</b> di Giovanni Maria Pedrani</li>
<li><b>Mio caro serial killer</b> di Alicia Giménez Bartlett</li>
<li><b>Prove d'autore</b><span style="white-space: pre;"> </span>di Harold Pinter</li>
<li><b>I Miserabili</b> di Victor Hugo</li>
<li><b>Dentro la sera </b>di Giuseppe Pontiggia</li>
<li><b>Il ladro di ombre</b> di Veronica Cantero Burroni</li>
<li><b>Vogliamo tutto 1968 - 2018</b> di AA.VV.</li>
<li><b>Le straordinarie storie della Martesana</b> di Giuseppe Carfagno</li>
<li><b>Resto qui </b>di Marco Balzano</li>
<li><b>L'uomo del labirinto</b> di Donato Carrisi</li>
<li><b>Il codice di Giuda</b> di Fabrizio Carcano</li>
<li><b>Omicidio sul ghiaccio</b> di Lenz Koppelstatter</li>
<li><b>Brunò</b> di Martin Walkner</li>
<li><b>Il Sapore del Sangue</b> di Gianni Biondillo</li>
</ul>
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Ad onor del vero, devo ammettere che alla lista mancano un paio di romanzi non ancora pubblicati che ho letto in qualità di “editor” per conto di un amico scrittore, tutta una serie di racconti di amici che leggo per fornire un consiglio / suggerimento, un po’ di romanzi che ho abbandonato cammin facendo nella lettura, quando mi accorgevo che stavo perdendo tempo. Infine, inutile scriverlo, non ho contato le innumerevoli letture del mio ultimo romanzo pubblicato a novembre di quest’anno.<br />
Per il resto, riguardando i titoli dei libri che mi hanno fatto compagnia nel corso dell’anno, mi vengono in mente queste riflessioni.<br />
<br />
La prima è di gratitudine per tutti gli autori che hanno faticato per scrivere proprio quel libro che mi ha fatto compagnia. Perché il rapporto libro – lettore è un rapporto personale, tra due esseri umani: uno che ha il desiderio di raccontare quella storia e l’altro che ha il desiderio di sentirsela raccontare. Sono due libertà, quella dello scrittore e quella del lettore, che si offrono e si scelgono e questo rapporto rimane valido con il passare del tempo proprio attraverso i personaggi che abitano nei libri.<br />
<i>Renzo Tramaglino</i> l’ho sentito particolarmente vicino a me per il desiderio di perseguire il suo obiettivo ad ogni costo;<i> Jean Valjean</i> si fa amare per quella tensione verso il “Bene” che l’accompagnerà sempre nel corso della vita, <i>Emma Woodhouse</i> in "London Lies" si rende empatica al lettore attraverso l’ironia che mette nell’affrontare le piccole o grandi disavventure che possono accadere oggigiorno ad una giovane donna londinese.<br />
<br />
Dai nomi dei personaggi che ho appena citato, potete ricavare la seconda considerazione: se devo fare una “classifica” dei libri letti quest’anno, un <i>ex aequo</i> va ai due classici, mentre tra i contemporanei scelgo una scrittrice che si auto pubblica, Silvia Molinari, che con London Lies a mio avviso ha scritto un’opera veramente bella, originale e che ben si potrebbe trasformare in un film di successo. Aggiungo il saggio “Dentro la Sera” di Pontiggia che raccoglie le trasmissioni radiofoniche dello scrittore che altro non erano che corsi via etere di scrittura creativa tenute su Radio Due dal maggio al luglio 1994: una vera perla di “saggezza” per ogni scrittore.<br />
<br />
Intendiamoci: anche gli altri libri che ho inserito in elenco mi hanno trasmesso qualcosa: i migliori un’idea o un messaggio, gli altri un’emozione o magari solo un attimo di spensieratezza. Perché il libro secondo me deve servire a questo: tenerci compagnia nel tempo che decidiamo di dedicare a noi stessi, ma tenerci una buona compagnia perché credo che a nessuno di noi piaccia trascorrere il proprio tempo con una cattiva compagnia.<br />
<br />
Nei libri personalmente non cerco le risposte alle mie domande esistenziali, ma credo che un buon libro possa aiutarci a formulare meglio quelle domande che abitano in ognuno di noi e magari suggerirci un nuovo modo di vederle o di affrontarle.<br />
<br />
Terza e ultima considerazione: aveva proprio ragione Umberto Eco quando affermava: "Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito… perché la lettura è un’immortalità all’indietro".<br />
<br />
Quindi, chiudo quest’ultimo articolo del 2018 con un invito rivolto a tutti coloro che hanno avuto la pazienza di arrivare alla fine del post: per l’anno nuovo fate un regalo a voi stessi, regalatevi un libro e leggetelo fino alla fine. Sono sicuro che al termine, l’endorfina che si sarà generata in voi vi porterà a leggerne un altro e poi via così: diventerete dei <b>libridipendenti</b> e vivrete felici e soddisfatti per il resto dei vostri giorni, perché un libro è come un gatto: non vi delude mai.<br />
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Lorenzo Roberto Quagliahttp://www.blogger.com/profile/17150916387334833698noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4457590798054705892.post-80762687209425469442018-11-01T20:33:00.003+01:002018-11-01T20:38:36.554+01:00Il codice di Giuda<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-HJvie4CTkbU/W9tUP7mrfFI/AAAAAAAADJE/dYV4VkdgVfUPVaRCrcSWMJU-aPzg1x4EwCLcBGAs/s1600/81XjAXuJxhL.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1067" height="640" src="https://4.bp.blogspot.com/-HJvie4CTkbU/W9tUP7mrfFI/AAAAAAAADJE/dYV4VkdgVfUPVaRCrcSWMJU-aPzg1x4EwCLcBGAs/s640/81XjAXuJxhL.jpg" width="426" /></a></div>
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L’abbiamo letto tutto d’un fiato: l’ultimo romanzo di <b>Fabrizio Carcano</b>, giornalista e scrittore milanese, si divora con piacere. L’autore, giunto alla nona opera, intitolata <i>Il codice di Giuda</i>, appena pubblicata da Mursia, è ormai maestro nel creare quel giusto mix <b>noir </b>fatto di misteri e di intrighi, condito da venature religiose ed esoteriche che inchiodano il lettore alle pagine, sino all’ultima riga. <br />
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Il protagonista è il nostro <b>commissario Ardigò</b>, ormai entrato nell’immaginario collettivo come il “capo della Omicidi” di Milano. Attorno a lui vengono commessi una serie di omicidi che nello svolgimento della storia troveranno un filo rosso che li unirà e che poco per volta verrà compreso dal brillante commissario costretto a mettere le mani questa volta nell’angolo più buio della nostra umanità: quello frequentato da pedofili e stupratori. <br />
<br />
Ma chi è il giustiziere misterioso che opera come fosse lui stesso il giudice supremo? E cosa lo spinge ad agire? <br />
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La maestria di Carcano nel creare pagine ricche di tensione con riferimenti religiosi al vangelo apocrifo di Giuda, conducono il lettore a scoprire le risposte a queste domande al termine di un vorticoso ed incalzante ritmo narrativo. <br />
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Sullo sfondo della storia, ma per nulla secondaria, Milano, la città amata dal commissario Ardigò, e crediamo anche dall’autore, è parte integrante dell’atmosfera noir che caratterizza il romanzo. <br />
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Un libro da non perdere, avvincente e coinvolgente come i precedenti.
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<i>Fabrizio Carcano, Il codice di Giuda, 2018 Mursia editore.</i> <o:p></o:p></div>
<br />Lorenzo Roberto Quagliahttp://www.blogger.com/profile/17150916387334833698noreply@blogger.com0