Ci sono persone così povere che l'unica cosa che hanno sono i soldi.

Santa Madre Teresa di Calcutta

sabato 31 marzo 2012

La Settimana Santa

Dal Vangelo secondo Giovanni, Cap. 19 v. 1 - 30
Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare.  E i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora; quindi gli venivano davanti e gli dicevano:
 "Salve, re dei Giudei!". E gli davano schiaffi.
 Pilato intanto uscì di nuovo e disse loro: "Ecco, io ve lo conduco fuori, perché sappiate che non trovo in lui nessuna colpa".
 Allora Gesù uscì, portando la corona di spine e il mantello di porpora. E Pilato disse loro: "Ecco l'uomo!".
 Al vederlo i sommi sacerdoti e le guardie gridarono: "Crocifiggilo, crocifiggilo!". Disse loro Pilato: "Prendetelo voi e crocifiggetelo; io non trovo in lui nessuna colpa".
 Gli risposero i Giudei: "Noi abbiamo una legge e secondo questa legge deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio".
 All'udire queste parole, Pilato ebbe ancor più paura  ed entrato di nuovo nel pretorio disse a Gesù: "Di dove sei?". Ma Gesù non gli diede risposta.
Gli disse allora Pilato: "Non mi parli? Non sai che ho il potere di metterti in libertà e il potere di metterti in croce?".
 Rispose Gesù: "Tu non avresti nessun potere su di me, se non ti fosse stato dato dall'alto. Per questo chi mi ha consegnato nelle tue mani ha una colpa più grande".
 Da quel momento Pilato cercava di liberarlo; ma i Giudei gridarono: "Se liberi costui, non sei amico di Cesare! Chiunque infatti si fa re si mette contro Cesare".
 Udite queste parole, Pilato fece condurre fuori Gesù e sedette nel tribunale, nel luogo chiamato Litòstroto, in ebraico Gabbatà.
 Era la Preparazione della Pasqua, verso mezzogiorno. Pilato disse ai Giudei: "Ecco il vostro re!".
 Ma quelli gridarono: "Via, via, crocifiggilo!". Disse loro Pilato: "Metterò in croce il vostro re?". Risposero i sommi sacerdoti: "Non abbiamo altro re all'infuori di Cesare".
 Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso.
 Essi allora presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo del Cranio, detto in ebraico Gòlgota,  dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall'altra, e Gesù nel mezzo.
 Pilato compose anche l'iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: "Gesù il Nazareno, il re dei Giudei".
Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove fu crocifisso Gesù era vicino alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco.
I sommi sacerdoti dei Giudei dissero allora a Pilato: "Non scrivere: il re dei Giudei, ma che egli ha detto: Io sono il re dei Giudei".
Rispose Pilato: "Ciò che ho scritto, ho scritto".
I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti e ne fecero quattro parti, una per ciascun soldato, e la tunica. Ora quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d'un pezzo da cima a fondo.
Perciò dissero tra loro: Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca. Così si adempiva la Scrittura:
Si son divise tra loro le mie vesti  e sulla mia tunica han gettato la sorte.
E i soldati fecero proprio così.
Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala.

Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: "Donna, ecco il tuo figlio!".
Poi disse al discepolo: "Ecco la tua madre!". E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa.
Dopo questo, Gesù, sapendo che ogni cosa era stata ormai compiuta, disse per adempiere la Scrittura: "Ho sete".
Vi era lì un vaso pieno d'aceto; posero perciò una spugna imbevuta di aceto in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca.
E dopo aver ricevuto l'aceto, Gesù disse: "Tutto è compiuto!". E, chinato il capo, spirò.


Questo è il resoconto giornalistico, scritto da Giovanni, discepolo di Gesù,  di come si svolsero i fatti in terra di Palestina il giorno della morte del Figlio di Dio, duemila anni fa.  Oggi per noi cattolici di tutto il mondo questo resoconto è Vangelo.
Gesù è venuto sulla terra per dare risposta ai bisogni di significato e di felicità presenti nel cuore di ogni uomo, nato o che deve ancora nascere, come i 94 piccoli  embrioni surgelati e azotati - bambini uccisi  a causa di un guasto tecnico, un corto circuito occorso in un ospedale di Roma il 27 marzo 2012.
Quale motivazione, quale ragione ha potuto creare 94 esseri umani per poi rinchiuderli, surgelati, in un bidone pieno di azoto?  Può il desiderio di diventare mamma o papà, essere soddisfatto arrivando a tanto? Il corto circuito non è accaduto all’impianto dell’Ospedale, ma è capitato nel cuore di tutti noi quando abbiamo messo i nostri desideri e i nostri giudizi davanti a tutto.  La conseguenza è, oggi, una strage di vite -non vite senza un perché, senza senso.
Ripensiamo, in questa settimana che viene e che ci porterà alla Pasqua di Resurrezione, a Gesù, personaggio storico realmente esistito, l’unico uomo al mondo che si è detto Figlio di Dio.  Avvicinandoci a Lui possiamo riscoprire le ragioni del nostro pensare e del nostro agire e ritornare a comprendere qual è il vero Bene per noi.



lunedì 26 marzo 2012

Translation of the post of March 25

The return of Fantozzi

Punctual to the term that was given, the Government filed this week the Italians the reform of the labor market. The text in question, available on the website of the Ministry of Labour (find the link in the "documents" of the blog) consists of 26 pages. After having carefully read, try to make some considerations.
The first is general and is a question: it was really necessary to reform the labor market in this historical moment in Italy? And this government "technical" has had enough time to study, analyze and discuss the issue with all relevant interested parties (parties, unions, business organizations)? In our opinion, a reform of this magnitude and complexity deserved more attention and consideration by the Government, especially after it was reformed so decided the other pillar attached, the pension that has moved forward at least five years of the right retirement of hundreds of thousands of people who were already very close to retirement age and the age of ten years to retire younger. The reform of the labor market is certainly not a taboo, but now more than reform a matter relating to a commodity even more "rare", perhaps seems more urgent to study and invent new solutions that help create new jobs and new employment in Italy , not in Serbia or Poland, not in China or Brazil, but in Campania and Calabria.

We reach the 26 short pages of text approved by the government, divided into three parts. The first, which would reform the entry into the world of work and then focus on young people, in my opinion disappoint. The intention expressed by the government, should contribute to a greater stabilization of youth employment by shifting the balance, finally, to the open-ended contracts. In fact, reading the contents of the document, it seems to me that this is all going to prove and a lot will depend on the checks that will be implemented to verify the correct behavior and application of new rules by the companies. My impression is that, until the work is a rare commodity, the knife by the handle will have the companies, not the young people seeking employment.

And now we come to the second part, the one about "flexibility in output and worker protection" as the text. Here the discipline is more linear and it soon becomes clear that the goal puts the government. In the case of layoffs or economic objective, the text reads: "if it finds the absence of just cause alleged, the judge declares the employment relationship for the payment in favor of the employee, inclusive of compensation for damages, which may be modulated by the court between 3:27 p.m. months' salary, taking into account various criteria. "So no right to reinstatement of employment. In addition, to accelerate the resolution of disputes concerning the dismissal, the Government proposes, in consultation with the Ministry of Justice, to introduce a special ritual dedicated to these disputes, so that the employee will be fired immediately sop cheaper, but not more work and the companies that have fired the employee for objective reasons, can quickly close the file. For other causes for dismissal, and the subjective ones discriminatory / disciplinary, nothing changes. But it is clear to everyone that will look good from a company you cite as a reason for dismissal or discrimination subjective reason. The burden of proof is on the weaker party, ie the worker. I do not think there is more to be added.

The text continues with a third party concerning the reform of the instruments relating to social safety nets, but here you get into a great technical challenge that frankly leads us to suspend judgment, apart from that of a general nature. Support for workers who have lost their jobs, especially older ones, but have not yet become entitled to a pension should guarantee it. But we would also ensure new job opportunities, exploiting the experience accumulated over the years by these workers. In this field it seems to me that the regions and municipalities can play a decisive role by having a detailed knowledge of what it can offer its own territory in terms of developing new businesses.

The paper concludes with statements of principle concerning the right to work for the disabled, the contrast of irregular employment of immigrants, active labor market policies and employment services, but they are all theoretical statements, which must then be implemented in subsequent legislation. Overall, apart from the radical amendment of Article 18 of the Workers' Statute, we do not think I see in the document significant innovations in the field of labor. Think (but I'd say hope) that this reform, as set, will get a boost development and economic recovery seems unreal.What are the consequences we will face if he spends a formulation of Article 18 so conceived? The failure to protect the employee's dismissal objectively, that any company can easily rely on creating an ad hoc business crisis "driven" to demonstrate that the layoffs are needed to prevent the transfer abroad or to close the plant, will bring a worsening of conditions of employees. This is easy to see, if companies are to increase the bargaining power than workers, they will suffer a decrease in perspective in terms of rights, safeguards, safety devices and is also conceivable in terms of wage increases. But this, apparently not considered by the Government, does not benefit the companies that will have a workforce less and less motivated and proactive whereas the winning companies, the market leader as they say, in all countries of the world, have in the "wellness" in the broadest sense of its staff and winning a strategic weapon.For now I'll stop here.

Many other considerations are that you could do and we have already partly addressed in the pages of this blog. The road to reform, thankfully, is still long before it becomes law in the State Parliament and therefore we will have other opportunities to address the issue in the coming weeks.One last curiosity. What would Fantozzi said to Mega Super Mario Monti Head of Government on the reform of the labor market?

domenica 25 marzo 2012

Il ritorno di Fantozzi

Puntuale al termine che si era dato, il Governo ha presentato questa settimana agli italiani la riforma del mercato del lavoro.  Il testo in questione, disponibile sul sito del Ministero del Lavoro (trovate il link nella sezione “documenti” del blog)  consta di 26 pagine. Dopo averlo attentamente letto, proviamo a fare alcune considerazioni.
La prima è di carattere generale ed è una domanda: era proprio necessaria una riforma del mercato del lavoro in questo momento storico in Italia? E questo Governo “tecnico”  ha avuto il tempo necessario per studiare, analizzare e discutere il tema con tutte le parti sociali interessate (partiti, sindacati, organizzazioni imprenditoriali) ?  A nostro giudizio una riforma di tale importanza e complessità meritava una maggiore attenzione e riflessione da parte del Governo, soprattutto dopo che si è riformato in modo così deciso l’altro pilastro collegato, quello pensionistico che ha spostato in avanti almeno di cinque anni il diritto alla pensione di centinaia di migliaia di persone che erano già vicinissime all’età pensionabile e di dieci anni l’età per andare in pensione dei più giovani.  La riforma del mercato del lavoro non è certamente un tabù, ma in questo momento più che riformare una materia riguardante una merce sempre più “rara”, forse appare più urgente studiare e inventarsi soluzioni nuove che aiutino a creare nuovo lavoro e nuova occupazione in Italia, non in Serbia o in Polonia, non in Cina o Brasile, ma in Campania o in Calabria.
Arriviamo alle 26 paginette del testo approvato dal Governo, suddiviso in tre parti. La prima, quella che dovrebbe riformare l’entrata nel mondo del lavoro e quindi riguarda i giovani, a mio parere delude le aspettative. Nelle intenzioni espresse dal Governo, dovrebbe contribuire ad una maggiore stabilizzazione dell’occupazione giovanile spostando l’ago della bilancia, finalmente, verso i contratti a tempo indeterminato. Nei fatti, leggendo quanto contenuto nel documento, mi sembra che questa intenzione sia tutta da dimostrare e molto dipenderà dai controlli che verranno attuati per verificare il corretto comportamento e applicazione delle nuove norme da parte delle aziende. La mia impressione è che, fino a quando il lavoro sarà una merce rara, il coltello dalla parte del manico lo avranno le aziende, non i giovani in cerca di occupazione.
Ed ora arriviamo alla seconda parte, quella che riguarda la “flessibilità in uscita e tutela del lavoratore” come recita il testo.  Qui la disciplina è più lineare e si capisce subito l’obiettivo che si pone il Governo.  Nel caso dei licenziamenti oggettivi o economici,  il testo recita: “ove accerti l’inesistenza del giustificato motivo oggettivo addotto, il giudice dichiara risolto il rapporto di lavoro disponendo il pagamento, in favore del lavoratore, di un’indennità risarcitoria onnicomprensiva, che può essere modulata dal giudice tra 15 e 27 mensilità di retribuzione, tenuto conto di vari criteri.” Quindi nessun diritto al reintegro del posto di lavoro.  Inoltre, per accelerare la risoluzione delle controversie in tema di licenziamento, il Governo propone, di concerto con il Ministero della Giustizia, di introdurre un rito speciale dedicato a tali controversie, così che il dipendente licenziato avrà subito il contentino economico, ma non più il lavoro e le aziende che hanno licenziato il dipendente per motivo oggettivo,  potranno in breve tempo chiudere la pratica. Per le altre cause di licenziamento, quelli discriminatori e quelli soggettivi / disciplinari, nulla cambia.  Ma è chiaro a tutti che un’impresa si guarderà bene da addurre come causa del licenziamento una discriminazione o un motivo soggettivo.  L’onere della prova è a carico della parte più debole, cioè il lavoratore. Non mi pare ci sia da aggiungere altro.
Il testo prosegue con una terza parte riguardante la riforma degli strumenti relativi agli ammortizzatori sociali, ma qui si entra in un campo molto tecnico che francamente ci induce a sospendere il giudizio, fatto salvo quello di carattere generale. Un sostegno ai lavoratori che hanno perso il lavoro, soprattutto a quelli più anziani, ma che non hanno ancora maturato il diritto alla pensione occorre garantirlo. Ma occorrerebbe garantire anche una nuova opportunità lavorativa, sfruttando anche l’esperienza accumulata negli anni da questi lavoratori.  In questo campo mi sembra che le Regioni e i Comuni possano svolgere un ruolo determinante avendo una conoscenza capillare di quello che può offrire il proprio territorio in termini di sviluppo di nuove realtà imprenditoriali.
Il documento si chiude con dichiarazioni di principio riguardanti il diritto al lavoro dei disabili, il contrasto del lavoro irregolare degli immigrati, le politiche attive e i servizi per l’impiego, ma sono tutti enunciati teorici che dovranno poi trovare attuazione in successivi provvedimenti legislativi.
Nel complesso, a parte la radicale modifica dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, non ci pare di scorgere nel documento significative innovazioni della materia del lavoro. Pensare (ma potrei dire sperare) che da questa riforma, così come impostata, possa arrivare una spinta allo sviluppo e alla ripresa economica ci sembra irreale.
A quali conseguenze andremo incontro se passasse una formulazione dell’articolo 18 così concepita? La mancata tutela del dipendente dal licenziamento oggettivo, che qualsiasi azienda potrà benissimo invocare creando ad hoc crisi aziendali “pilotate” per dimostrare che i licenziamenti sono necessari per evitare il trasferimento all’estero o la chiusura dello stabilimento, porterà con sé un peggioramento delle condizioni di lavoro dei dipendenti. Questo è facilmente intuibile; se alle Aziende viene aumentato il potere contrattuale rispetto ai lavoratori, questi ultimi in prospettiva subiranno una diminuzione in termini di diritti, tutele, sicurezze ed è anche ipotizzabile in termine di aumenti salariali. Ma questo aspetto, non considerato a quanto pare dal Governo, non va a vantaggio delle aziende che avranno una forza lavoro sempre meno motivata e propositiva mentre invece le aziende vincenti, quelle leader di mercato come si usa dire, in tutti i Paesi del mondo, ripongono nel “benessere” in senso lato  del proprio personale un’arma strategica e vincente.
Per il momento mi fermo qui. Tantissime altre sono le considerazioni che si potrebbero fare e che abbiamo in parte già affrontato sulle pagine di questo blog. Il cammino della riforma, per fortuna, è ancora lungo prima che la stessa diventi Legge dello Stato in Parlamento e pertanto avremo altre occasioni per affrontare l’argomento nelle prossime settimane.  
Un’ultima curiosità. Cosa direbbe Fantozzi al Mega Super Capo del Governo Mario Monti in merito alla riforma del mercato del lavoro?  



martedì 20 marzo 2012

Translation of the post of March 18

The school at the time of 'iPhone

The second work of Professor Giuseppe Pelosi is titled "Kuore, the school at the time of the iPhone."The theme is clear from the start: to school today need to put your heart. But who should make the heart? Teachers? Students? And parents, the family are implicated in this report teacher - student?

All these questions are analyzed in the book that will appeal to parents concerned (almost all those who have a child aged between 0.1 and 17.9 years), teachers (because it speaks of today's schools, but also of what could be tomorrow) and in my opinion could be read by high school students in possession of sufficient maturity to understand and contribute right away, to change the world of instruction today.

There are numerous considerations that Prof. Pelosi gives us in this work, all interesting. The basic theme is the school today with appurtenances (teachers, students, family). The public awareness of the Italian school is not at the highest levels, but reading this book a seed of hope springs up in us. We hope that from this seed to grow a young seedling, which then, in time, arrivals also offer edible fruits (maybe even sweet and savory which is not bad ...)
Carry a quote from the last pages of the book: "... a school is an expression of society that generates it and the culture that wants to transmit." This statement, so real that it seems obvious, is not at all understood by the public who judges negatively Italian school, which is made from Italian teachers, parents, Italian, Italian students. In essence we want the school and that we deserve, as we have politicians that we choose and to vote ... Perhaps it is time that those who make the school (teachers, parents, pupils) incominciasse think the school of tomorrow, which starts now. With the help of teachers, like Professor Pelosi, who live in school there more of us who works only do the parents ...

domenica 18 marzo 2012

La scuola ai tempi dell' iPhone

La seconda opera del Professore Giuseppe Pelosi si intitola “Kuore, la scuola ai tempi dell’iPhone”.
Il tema è ben chiaro da subito: per fare scuola oggi occorre metterci il cuore. Ma chi lo deve mettere, il cuore? Gli insegnanti? Gli alunni? E i genitori, la famiglia sono chiamati in causa in questa relazione docente – discente?
Tutti questi interrogativi sono analizzati nel libro che si rivolge ai genitori interessati ( praticamente tutti quelli che hanno un figlio di età compresa tra 0,1 e 17,9 anni ) , agli insegnanti ( perché parla della scuola di oggi, ma anche di quella che potrebbe essere domani ) e a mio parere potrebbe essere letto anche dagli studenti delle superiori in possesso della maturità sufficiente per comprenderlo e contribuire, da subito, al cambiamento del modo di fare scuola oggi.  
Numerosissime sono le riflessioni che il Prof. Pelosi ci regala in quest’opera, tutte interessanti. Il tema di fondo è la scuola di oggi con annessi e connessi ( insegnanti, alunni, famiglia ).  La considerazione pubblica della scuola italiana non è ai massimi livelli, ma leggendo quest’opera un seme di speranza germoglia in noi. Speriamo che da questo seme cresca una giovane pianticella che poi, nel tempo, arrivi anche ad offrirci frutti commestibili (magari anche dolci e saporiti che non guasta…)
Riporto una citazione dalle ultime pagine del libro: “…una scuola è espressione della società che la genera e della cultura che vuole trasmettere.” Questa affermazione, talmente vera che sembra ovvia, non è per nulla compresa dall’opinione pubblica che giudica negativamente la scuola italiana, che è fatta da insegnanti italiani, genitori italiani, alunni italiani.  In sostanza abbiamo la scuola che vogliamo e che ci meritiamo, così come abbiamo i politici che ci scegliamo e che votiamo… Forse sarebbe ora che chi fa scuola (insegnanti, genitori, alunni) incominciasse a pensare alla scuola di domani, che incomincia adesso. Con l’aiuto di maestri,  come il Prof. Pelosi, che nella scuola ci vivono più di noi che di mestiere facciamo solo i genitori…

Per chi volesse approfondire la lettura: Giuseppe Pelosi, Kuore, la scuola ai tempi dell’iPhone, Ancora Editrice - Milano


lunedì 12 marzo 2012

Translation of the post of March 11

Religion transverse

This editorial was the title of "The Saturday" on newsstands January 20, 1990 (found published in the "documents" of the blog). For those, young reader, not familiar, "The Saturday" is a weekly from 1978 to 1993 said the Italian events, but also from an international point of view of original, outside the usual patterns, a Catholic.  By chance I happened to hand an old wallet where I kept it the more I read the editorials had caused.The provocation of that January 1990 concerned the following question: was there any sense of the ancient Christian claim considered the only answer to man's expectations? Re-reading the editorial of "The Saturday", then denounced the fear, there is now real:  "in the background the advent of a super cross religion, humanism and ethics spiritualist not undo all the various rites, and the many cultures, the various hierarchies, but lives and is embodied in each of them.  Do not invent new doctrinal formulas, or so it seems not.  More modestly professes the truth in all religions in the Fund participate, and that all people of good will, beyond denominational barriers, albeit with different languages ​​and symbols, can recognize:  belief in God or at least in spirit, respect for law moral, promotion of certain human values. "No denying, we now live, breathe an atmosphere of "political correctness" in all fields which surround our daily lives: at work with colleagues, friends with whom we meet and exchange general views, but also in family with spouse and children to pass on such opinions that may be spent for their time with all the comrades. The important thing is not to offend the sensibilities of others. The more society has become multi-ethnic and multi religious, most Catholics, for a false conception of accepting others, and different from us, we stopped to witness the uniqueness of the coming of Christ, the Savior of the world, the Son of God became man and truly lived on earth in a specific historical epoch. Truth has become a multi truth and then in a thousand opinions, all valid and to be proposed to the multicolored, multi ethnic society of today. The important thing is to get along with your neighbor, not to offend his sensibilities and his personal religiosity (which, moreover, no one wants to hurt either).This "politically correct" is well represented in political life in recent years where, among other things, resulted in the flattening of the popular programs of the major parties, so that today it is very difficult to understand what differentiates one from the center-right political a center-left politics.  Instead on the big issues such as abortion, euthanasia, right to life, the idea of ​​family, school, education, freedom of conscience that is left is like saying the party on these issues to think like you think, we do not have a truth, a position to propose, you decide in your opinion but then continues to votarci because together we will build a better world!What follows from this? It follows that the best of worlds will come if all goes well tomorrow, but today the person is alone in front of his relativism and his choice of one hundred possible truth, all the same, all equally useless. Besides, today, compared to 1990, we can choose between 1000 TV channels and if we move the dish can capture a new satellite with 1000 channels ... but the other question, the desire to know why my heart is sad today, remains unanswered .

domenica 11 marzo 2012

La religione trasversale

Questo era il titolo dell’editoriale de “Il Sabato” in edicola il 20 gennaio 1990 (lo trovate pubblicato nella sezione “documenti” del blog). Per chi, giovane lettore, non lo conoscesse, Il Sabato è stato un settimanale che dal 1978 al 1993 ha commentato le vicende italiane, ma anche internazionali da un punto di vista originale, fuori dai soliti schemi,  cattolico.  Per caso mi è capitato sotto mano un vecchio raccoglitore dove avevo conservato gli editoriali letti che  più mi avevano provocato.   
La provocazione di quel gennaio 1990 riguardava la seguente domanda: aveva ancora senso l’antica pretesa cristiana di considerarsi l’unica risposta alle attese dell’uomo?  Rileggendo l’editoriale de Il Sabato,  il timore denunciato allora, appare oggi reale: cit. “Sullo sfondo l’avvento di una super religione trasversale, un umanesimo etico e spiritualista che non annulla affatto i diversi riti, le molteplici culture, le varie gerarchie, ma vive e si incarna in ciascuna di esse. Non inventa nuove formule dottrinali, o almeno così non pare. Più modestamente professa quelle Verità cui tutte le religioni in fondo partecipano, e che tutti gli uomini di buona volontà, al di là degli steccati confessionali, pur con linguaggi e simboli diversi, possono riconoscere: credenza in Dio o almeno nello Spirito, osservanza della legge morale, promozione di determinati valori umani.” 
Inutile negarlo, oggi viviamo, respiriamo un clima di “politically correct” in tutti i settori in cui è immersa la nostra quotidianità: sul lavoro con i colleghi, con gli amici che incontriamo e con i quali scambiamo generici punti di vista, ma anche in famiglia con il coniuge e con i figli ai quali trasmettiamo opinioni che possono essere spese a loro volta con tutti i compagni. L’importante è non urtare la sensibilità altrui.  Più la società è diventata multietnica e quindi multi religiosa, più noi cattolici, per una falsa concezione di accoglienza dell’altro, il diverso da noi,  abbiamo smesso di testimoniare l’unicità della venuta di Cristo, il Salvatore del mondo, il Figlio di Dio incarnatosi e realmente vissuto sulla terra in una precisa epoca storica.  La Verità si è trasformata in multi verità e quindi in mille opinioni, tutte valide e proponibili alla società multicolore e multi etnica di oggi. L’importante è andare d’accordo con il vicino di casa, non urtare la sua sensibilità e la sua personale religiosità (che peraltro nessuno vuole urtare sia ben chiaro). 
Questo “politically correct” è ben presente anche nella vita politica di questi ultimi anni dove, tra l’altro, ha comportato l’appiattimento dei programmi dei principali partiti popolari, tanto che oggi è molto difficile capire cosa differenzia una politica di centro destra da una politica di centro sinistra.  Invece sui grandi temi quali aborto, eutanasia, diritto alla vita, concezione di famiglia, scuola, educazione, si lascia libertà di coscienza che è come dire: il partito su questi temi la pensa come la pensi tu, non abbiamo una verità, una posizione da proporti, decidi secondo la tua opinione ma poi continua a votarci perché insieme costruiremo un mondo migliore!     
Cosa ne deriva? Ne deriva che il migliore dei mondi arriverà se tutto va bene domani, ma oggi la persona è sola di fronte al suo relativismo e alla sua possibilità di scegliere tra cento verità possibili, tutte uguali, tutte ugualmente inutili. Del resto oggi, rispetto al 1990, possiamo scegliere tra 1000 canali televisivi e se spostiamo la parabola possiamo catturare un nuovo satellite con altri 1000 canali...ma la domanda, il desiderio di conoscere perché il mio cuore oggi è triste, rimane senza risposta.

lunedì 5 marzo 2012

Translation of the post of March 4

Vacation  (from Latin: Day of Prayer)


In recent weeks many of us start thinking about summer holidays. One suggestion I would suggest to everyone, single people or families with children, is to spend a week at the Rimini Meeting for Friendship among Peoples. This year the event is scheduled August 19 to 25. Those who want to deepen the program can connect to the website of Meeting:  http://www.meetingrimini.org/  and find all the details. For my part, the reason that urges me many years to plan a week's holiday in Rimini at the Meeting is to not miss a unique opportunity in Italy, but I can not go wrong by saying only the world, to participate in events , meetings, exhibitions, testimonials, shows that help me to keep alive and even feed my desire for truth about the facts of this world.
No coincidence that the title of the next Meeting 2012 will be: "Human nature is relationship with the infinite."
The year 2011 was closed with these figures: 113 meetings with 321 speakers, 10 exhibitions, 26 events, with the help of almost 4000 volunteers (640 PreMeeting and during 3232, including 140 foreigners, during the event) 800,000 attendances from 38 different countries (source Association Meeting).
But beyond the numbers, participate in the experience of meeting is a personal enrichment, new and different every year. In a period of major change in Italian society as in the international, meetings each year proposes that the Meeting will be of help and stimulus to personal reflection.Hear about the former British Prime Minister Tony Blair (the Meeting in 2009) on:  Person, Community and State and President Giorgio Napolitano (the Meeting of 2011) on the theme: 150 Years of subsidiarity, is not an every day. But perhaps the lesser-known encounters with the most interesting and challenging. Last year, for example, in my opinion one of the most fascinating meetings was one held by the French philosopher Fabrice Hadjadj on the theme: "the inevitable certainty: reflections on modernity" (the video of this meeting is available from my favorites that found in the bottom of the blog).
To conclude, the Meeting is not just meetings and exhibitions, is much more, but this much is discovered only by participating, just living the Meeting. Spend a week's holiday in Rimini, at the Meeting is certainly an experience that, for those who had never done, will certainly memorable. I wish everyone could live, sooner or later in their life experience similar to that which you live, once a year for a week, at the Meeting of Rimini.

domenica 4 marzo 2012

Ferie (dal latino: giorno di preghiera)

In queste settimane molti di noi incominciano a pensare alle ferie estive.
Un suggerimento che mi sento di proporre a tutti, persone sole o famiglie con ragazzi, è quello di trascorrere una settimana a Rimini in occasione del Meeting per l’Amicizia tra i Popoli. Quest’anno l’appuntamento è fissato dal 19 al 25 agosto.  Chi volesse approfondire il programma, può collegarsi al sito internet del Meeting:  http://www.meetingrimini.org e troverà tutti i dettagli.
Da parte mia, il motivo che mi spinge ormai da anni a programmare una settimana di ferie a Rimini in occasione del Meeting è quello di non perdere un’occasione unica in Italia, ma penso di non sbagliare dicendo unica al mondo, per partecipare ad eventi, incontri, mostre, testimonianze, spettacoli  che mi aiutano a tenere sempre vivo e anzi alimentano il mio desiderio di verità sui fatti di questo mondo.  Non a caso il titolo del prossimo Meeting 2012 sarà: “La natura dell’uomo è rapporto con l’infinito” .
L’edizione 2011 si è chiusa con questi dati:  113 incontri con 321 relatori, 10 mostre, 26 spettacoli, grazie al contributo di quasi 4000 volontari  (640 durante il PreMeeting e 3232, di cui 140 stranieri, durante la manifestazione)  800.000 le presenze da 38 nazionalità diverse (fonte Associazione Meeting). 
Ma al di là dei numeri, partecipare all’esperienza del Meeting è un arricchimento personale ogni anno sempre nuovo e diverso.  In un periodo di grandi cambiamenti, nella società italiana come in quella internazionale, gli incontri che il Meeting ogni anno propone sono di aiuto e di stimolo ad una riflessione personale.
Sentire parlare l’ex Premier inglese Tony Blair (al Meeting nel 2009) sul tema Persona, Comunità e Stato e il Presidente Giorgio Napolitano (al Meeting del 2011) sul tema:  150 anni di sussidiarietà non è cosa di tutti i giorni.  Ma forse sono gli incontri con personaggi meno noti quelli più interessanti e stimolanti. L’anno scorso,  per esempio, uno degli incontri a mio giudizio più affascinanti è stato quello tenuto dal filosofo francese Fabrice Hadjadj sul tema: “l’inevitabile certezza: riflessione sulla modernità” (il video di questo incontro è disponibile tra i miei preferiti che trovate in fondo al blog).
Per concludere: il Meeting non è solo incontri e mostre, è molto altro, ma questo altro si scopre solo partecipando, solo vivendo il Meeting. Trascorrere una settimana di ferie a Rimini, al Meeting è sicuramente un’esperienza che, per chi non l’avesse mai fatta, risulterà certamente indimenticabile.  Auguro a tutti di poter vivere, prima o poi, nella propria vita un’esperienza simile a quella che si vive, una volta all’anno, per una settimana, al Meeting di Rimini.   



Blair al Meeting di Rimini nel 2009