Ci sono persone così povere che l'unica cosa che hanno sono i soldi.

Santa Madre Teresa di Calcutta

martedì 28 agosto 2012

Translation of the post of 'August 27

I shall Not hate.

In the work the author says. Izzeldin Abuelaish is a physician specializing in gynecology. He graduated in medicine from Cairo University and later worked in hospitals and followed courses of specialization in Saudi Arabia, Italy, Belgium, United States, Afghanistan, Israel. His specialty is the study of cases of infertility of couples. Who has worked in Israel is truly a special event, because Dr. Abuelaish is one of the few Palestinians still allowed to work in an Israeli hospital.

The author was in fact born in 1955 in Gaza, where his family had taken refuge since 1948 when Israeli soldiers confiscated all the lands and possessions of the Abuelaish in the country of origin, Houg, near Sderot in southern Israel.
In the book, the doctor says to the thread and sign the numerous episodes of his childhood, made only of poverty and lack of material goods but rich in love by his parents and his many brothers.


Abuelaish with unimaginable hardships for our children, is able to graduate and get a scholarship to attend the Faculty of Medicine at Cairo, thanks to willpower uncommon, supported by a sincere faith in God and the goodness of human. The dream of his youth is coming true.
Against the background of the story there are over forty years of the Middle East conflict and the history of a people, the Palestinians, in fact abandoned to a destiny that seems not to interest anyone.
After graduating in medicine, the author embarked on a successful career that led him to work in different parts of the world. At home, in Gaza, remains his wife Nadia, who over time enriches the family with eight children.

The desire to Abuelaish is twofold: on the one hand to improve the sanitary conditions of the Palestinian people in Gaza are living in desperate conditions sanitary. On the other hand try using the medicine and science of tending a bridge to the other side, the Israelis, mostly doctors and men of culture who Abuelaish has long been known and appreciated in the receiving mutual respect.

Everything seemed to be going in the right direction even if living in Gaza remained very difficult especially for his family until within a few months happen two events that mark the life of the author: September 16, 2008 dies of leukemia fulminant his wife Nadia. Finally, 16 January 2009, right in the Israeli attack - Operation Cast Lead - an Israeli tank fired a cannon for error against the doctor's house at the same time killing the first three daughters as well as a granddaughter. Other children and family members were severely injured. Abuelaish was practically not affected even by a splinter. Why? It then asks the author to me and nothing to my daughters death?

After that second tragic incident Abuelaish wrote the book:  I Shall Not hate. Quote on p. 218: "Revenge, an endemic disease in the Middle East, I do the return (the daughters, ed.) It 'important to try anger after such events, anger, indicating that you do not accept what has happened, that makes you to make a difference. But be careful not to fall in hate. The desire for revenge and enmity only serve to ward off common sense, increase suffering and prolong the conflict. "And towards the end of the book yet the author:" I have lost three beautiful daughters but I'm lucky to have five more children, and I own the future. I believe that Einstein was right when he said that life is like riding a bicycle to stay in balance you have to keep pedaling. I will continue to ride you but I need you to join me in this long journey. "

I did not know the story of Dr. Abuelaish, but when I heard him tell it in person and then I saw the YouTube video of the attack to the daughters, I was really moved by the humanity of the man who deserves to be known throughout the world. The book is worth a careful reading and thoughtful and definitely will help us to better understand the world in which we live.



lunedì 27 agosto 2012

Non odierò


Non odierò.

Nell’opera l’autore si racconta. Izzeldin Abuelaish è un medico, specializzato in ginecologia. Si è laureato in medicina all’Università del Cairo e successivamente ha lavorato in ospedali e seguito corsi di specializzazione in Arabia Saudita, Italia, Belgio, Stati Uniti, Afganistan, Israele. La sua specializzazione è nello studio dei casi di infertilità delle coppie. Che abbia lavorato in Israele è veramente un evento speciale, perché il Dr. Abuelaish è uno dei pochissimi palestinesi tutt’ora ammessi a lavorare in un ospedale israeliano.
L’autore è nato infatti nel 1955 a Gaza, dove la sua famiglia si era rifugiata dal 1948 quando i soldati israeliani avevano confiscato tutte le terre e i possedimenti degli  Abuelaish nel paese di origine, Houg, vicino a Sderot, nella parte meridionale di Israele.
Nel libro il medico racconta per filo e per segno i molteplici episodi della sua infanzia, fatta solo di miseria e assenza di beni materiali ma ricca di amore da parte dei suoi genitori e dei suoi tanti fratelli.

Grazie ad una forza di volontà non comune, sostenuta da una sincera fede in Dio e nella bontà dell’animo umano, Abuelaish con fatiche inimmaginabili per i nostri figli, riesce a diplomarsi e ad ottenere una borsa di studio per frequentare la facoltà di medicina al Cairo. Il sogno della sua gioventù si sta avverando.
Sullo sfondo del racconto ci sono oltre quarant’anni di conflitto medio orientale e la storia di un popolo, quello palestinese, di fatto abbandonato ad un destino che sembra non interessare a nessuno.
Dopo la laurea in medicina, l’autore inizia un percorso fortunato di carriera che lo porta a lavorare in diverse parti del mondo. A casa, a Gaza, rimane sempre la moglie Nadia che nel tempo arricchisce la famiglia con otto figli.

Il desiderio di Abuelaish è duplice: da un lato quello di migliorare le condizioni sanitarie del popolo palestinese che a Gaza vive in condizioni igienico sanitarie disperate. Dall’altro cercare tramite la medicina e la scienza di tendere un ponte con l’altra parte, gli israeliani, soprattutto medici e uomini di cultura che Abuelaish ha nel tempo conosciuto e apprezzato ricevendone stima reciproca.

Tutto sembrava andare nella giusta direzione anche se vivere a Gaza rimaneva molto difficoltoso soprattutto per la sua famiglia sino a quando nel giro di pochi mesi accadono due eventi che segnano la vita dell’autore: il 16 settembre 2008 muore di leucemia fulminante la moglie Nadia.  Infine il 16 gennaio 2009, in pieno attacco Israeliano – operazione Piombo Fuso – un carro armato israeliano spara per errore un colpo di cannone contro la casa del medico uccidendo contemporaneamente le prime tre figlie oltre ad una nipotina. Altri figli e familiari rimasero gravemente feriti. Abuelaish praticamente non venne colpito neanche da una scheggia. Perché? Si chiede da allora l’autore a me niente e alle mie figlie la morte?

Dopo quel secondo tragico episodio Abuelaish scrisse il libro: Non odierò. Cito a pag. 218: “La vendetta, una malattia endemica in Medio Oriente, non me le restituirà (le figlie, n.d.r.). E’ importante provare rabbia dopo eventi del genere, rabbia che segnala che non accetti quello che è accaduto, che ti incita a fare la differenza. Ma bisogna stare attenti a non cadere nell’odio. Il desiderio di vendetta e di inimicizia servono solo ad allontanare il buon senso, accrescere sofferenze e prolungare il conflitto. “  E verso la fine del libro ancora l’autore: “Ho perso tre splendide figlie ma ho la fortuna di avere altri cinque figli e possiedo il futuro. Credo che Einstein avesse ragione quando diceva che la vita è come andare in bicicletta: per restare in equilibrio bisogna continuare a pedalare. Io continuerò a pedalare ma ho bisogno che voi vi uniate a me in questo lungo viaggio.”

Non conoscevo la storia del Dr. Abuelaish, ma quando l’ho ascoltato raccontarla di persona e poi ho visto su YouTube i video dell’attentato alle figlie, sono rimasto veramente commosso dall’umanità di quest’uomo che merita di essere conosciuto in tutto il mondo. Il libro vale una lettura attenta e meditata e sicuramente ci aiuterà a meglio comprendere il mondo nel quale viviamo.

Izzeldin Abuelaish, Non odierò, Edizioni Piemme spa, Milano 2011



sabato 18 agosto 2012

La tela dell'Eretico


Fabrizio Carcano raddoppia: dopo “Gli angeli di Lucifero”  pubblicato nel 2011, è uscito da pochi mesi  nelle librerie il secondo romanzo “La tela dell’eretico” edito sempre da Mursia.

Il lettore ormai affezionato a questo ancor giovane scrittore, nato nel  1973, ritrova in quest’opera tutti gli ingredienti che caratterizzano  il suo mondo narrativo.  Innanzitutto la trama è quella di un giallo ambientato nella Milano contemporanea dove nel giro di qualche giorno una serie di omicidi apparentemente non collegati tra di loro irrompono nella vita del Vice Questore nonché Capo della Squadra Omicidi di Milano, Bruno Ardigò.  Quasi senza accorgersene però, il lettore viene accompagnato dall’autore in una Milano di cinquecento anni prima, nella Milano leonardesca  di fine Quattrocento.  Gli omicidi infatti sembrano collegati ad una misteriosa setta segreta che si rifaceva al movimento religioso dei Catari, ancora presenti in Italia a fine Quattrocento a cui sembra che anche Leonardo da Vinci avesse segretamente aderito, movimento però considerato eretico dalla Chiesa cattolica.

E qui troviamo il secondo tema caro a Fabrizio Carcano: quel mix di storia tardo medievale – rinascimentale velata da richiami esoterici e misteriose confraternite che erano di moda in quei tempi e che portano il lettore di oggi a fantasticare di chissà quali misteri ancora irrisolti.  Per tutto il romanzo il lettore è dondolato tra la Milano del 2011 e la Milano di Leonardo e del suo cenacolo.

Terza costante dell’autore: Milano. Milano è raccontata nei minimi particolari tanto che sembra di avere sullo sfondo , leggendo il romanzo, la piantina di un Tom Tom.  L’amore di Carcano  per Milano trasuda, in questa torrida estate 2012, da ogni pagina del romanzo, spesso per bocca dei due protagonisti , Ardigò e Malerba, altre volte lo si intuisce dalle minuziose ricostruzioni storiche di zone o quartieri milanesi poste all’inizio di un capitolo o di un paragrafo.  

Ad aiutare il Commissario Ardigò in questi pellegrinaggi interviene l’amico / rivale di sempre, il giornalista Federico Malerba, compagno di studi e di avventure del Commissario.  Malerba imbastisce, con l’aiuto di una figlia di una delle vittime, una sua indagine parallela ed alla fine della storia i due amici scopriranno di essere stati entrambi vicini alla soluzione del caso sin dall’inizio.

Dopo la lettura di questo secondo romanzo, non possiamo non confermare il nostro plauso a questo scrittore che di professione fa il giornalista e invitarlo a proseguire su questa strada. Francamente ci aspettiamo anche di poterci recare al cinema tra qualche mese per  poter seguire le vicende di Ardigò e Malerba sul grande schermo. I due romanzi di Carcano, questo e il precedente, sembrano infatti già pronti per la sceneggiature di un film che a  nostro giudizio avrebbe grande successo non solo in Italia perché il respiro di queste opere è un respiro universale.

Ci permettiamo un ultimo pensiero, rivolto al Sindaco di Milano, Avv. Pisapia: perché non omaggiare 
l’autore con un Ambrogino il prossimo Natale?    


Fabrizio Carcano, La Tela dell’Eretico, Ugo Mursia Editore spa, Milano 2012          




lunedì 13 agosto 2012

Feriae Augusti e il Meeting di Rimini


Il  termine Ferragosto deriva dal latino Feriae Augusti = riposo di Agosto e fu coniato nel 18 a.c. quando Cesare Augusto, il primo imperatore romano, istituì un intero mese di feste come dono personale al popolo romano:  Agosto, dal suo nome. L’anno civile per i romani iniziava a marzo e le feste di Augusto furono chiamare feriae Augusti per festeggiare la fine dei principali lavori agricoli.
Nell’occasione, i lavoratori porgevano auguri ai padroni delle terre, ottenendo in cambio una mancia.
La ricorrenza si collega anche con i Consualia, il periodo di festa e riposo che nell’antica Roma si dedicava al dio Conso, protettore dell’agricoltura. In seguito, sulla festività romana i cristiani collocarono la festa in onore di  Maria, la madre di Gesù. Questa festa  è tra le più antiche del mondo cristiano. Si celebra almeno da 1500 anni e se ne ha memoria fin dal secolo V in Oriente e dal secolo VII in Occidente. È la festa del trionfo di Maria che la liturgia ci presenta con le parole dell’Apocalisse: “Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle”

E dopo il Ferragosto che auguriamo di trascorrere il più serenamente possibile, invitiamo gli amici lettori a recarsi per qualche giorno a Rimini per visitare il Meeting per l’Amicizia tra i popoli che lì si tiene dal 19 al 25 agosto. E’ una settimana intensa, ricca di incontri culturali e di mostre da vivere in compagnia di se stessi o degli amici, dipende dai gusti. Di seguito riportiamo una breve introduzione al tema del Meeting ripreso dal sito internet istituzionale:

“La frase che dà il titolo alla XXXIII edizione del Meeting è tratta dal primo capitolo de Il senso religioso di don Giussani: «La natura dell’uomo è rapporto con l’infinito».
Nell’esperienza quotidiana, infatti, l’uomo si scopre costituito da esigenze (di verità, di giustizia, di felicità e amore) che non sono appagate da risposte parziali. Come Benedetto XVI ha ricordato recentemente, in occasione del viaggio apostolico in Messico e nella Repubblica di Cuba: «L’uomo ha bisogno dell’infinito».
Il Meeting intende documentare l’esperienza di tale rapporto imprescindibile attraverso incontri, mostre e spettacoli.
Tante sono oggi le problematiche che il titolo del Meeting vuole illuminare: dal tema del diritto in tutte le sue varie accezioni alle questioni poste dalla ricerca scientifica, fino alla sfida del cambiamento imposta dalla crisi alla vita della gente e delle nazioni.
Se l’uomo è rapporto con l’infinito, solo tale rapporto può fondare adeguatamente i diritti di ogni persona e di ogni popolo, ponendo i termini di una organizzazione sociale e civile libera e dignitosa. Così come ogni indagine scientifica sull’uomo, sulla sua struttura biologica e neurologica, non potrà prescindere dal riconoscimento di un rapporto ultimo e misterioso da cui l’uomo è definito e che lo rende “indisponibile” a qualunque manipolazione.
La questione del rapporto con l’infinito è questione antropologica, definisce appunto l’uomo in quanto tale, ne individua la natura religiosa come tensione continua verso un “oltre” che sottende ogni movimento umano.
Proprio tale natura, unità profonda di cuore e ragione come ancora Benedetto XVI affermava nel viaggio messicano , essendo comune a tutti gli uomini, consente l’esperienza dell’incontro tra persone di fede e cultura diverse, come anche quest’anno il Meeting desidera documentare.
Solo l’esperienza vissuta di tale rapporto, infatti, crea uomini certi della propria identità e liberi nel riconoscere quella altrui, capaci di costruire insieme e di prendere iniziativa nella cultura, nell’economia e nella politica per un bene comune.
C’è un’attesa che vorremmo condividere con tutti coloro che già stanno collaborando alla realizzazione del Meeting e con tutti coloro che vi parteciperanno: che possa essere per ciascuno l’occasione per incontrare persone ed esperienze capaci di risuscitare il desiderio e la consapevolezza del proprio rapporto con l’infinito.”

Vi aspetto al Meeting, non resterete delusi!





domenica 12 agosto 2012

Translation of the post of 'August 8


Harry Potter, Italy and the little things ...


Not even Harry Potter would make available to predict the near future the government Monti, too great a risk of making fools of themselves. This leaves only rely on the politicians who do not fear looking foolish ... And if we rely on the statements of politicians in recent days the idea that it takes more and more ground is that of an early election in the fall.

If so, farewell to the reform of the electoral law, there would be no more time. This is a hypothesis that, deep down, like many parties, both those who support the government Monti, and those who are in opposition. Moreover, the current electoral law (the no. 270 of 21 December 2005) was voted by Forza Italia,  Alleanza Nazionale  (together now in PDL), UDC, Lega Nord , Fiamma Tricolore e gruppi misti ecologisti e democratici;  Democrats opposed to left, Margherita, Italy of Values​​, Communist Refounding. As seen, the majority who voted the current electoral law is different from that currently support the Government of Monti and this is another factor to keep in mind to understand the difficulties that arise in dealing with the theme parties.

However, there is, however: this law does not like the President of the Republic, but most really do not enjoy the majority of Italians who have expressed impatience with the current strong political parties and politicians in recent elections. What would be the reaction of people if you go to vote in the upcoming political again with the current electoral law? Most likely it would open the road from a side Grillo and Grillini and other to the abstain from the vote election. Result: a parliament unable to address the current situation, which remains an absolute gravity, because the 2,000 billion euros of debt that Italy has accumulated over the past twenty-five years does not reduce in a year or even in five years without a strong and strong economic recovery, so far away from the horizon. We have before us, months, years, difficult years of courageous decisions, ones that we always put in these twenty-five years, so we could increase our debt, print BOTs and CCTs, Italy was fashionable, Made in Italy exported to worldwide dresses and BTP, CTZ and sandals ... well, this way of life, this story is over for good. It is important that our politicians are realizing this and quickly, we the citizens have already figured out, just look at the index of consumption and savings for a family of these months.

The case of Ilva Taranto Italy is emblematic of delays in the economic field. More than thirty years that all Tarentines, all of Puglia, all Italians know that the industrial area of ​​Taranto steel and produces tumors and no one has done anything to change things. How can a country in 2012 if the crisis is not able to balance work, health and wealth for thousands of families? It is important that the intervention of the judiciary to put in motion a mechanism that would essentially depend on administrative decisions, policies and economic? One could go on with the case Fincantieri, with the Fiat etc.. etc.. all topics unpopular, always postponed for years and never faced by various politicians / ministers (?) that now, in times of crisis are revealed in their drama because they involve hundreds of thousands of people at risk of losing their jobs. These issues seem to daughters of the crisis, but they are daughters of non-management, willful neglect of those who had to think about the future (our own) and instead think about the future of their own or their party or political movement or just did not think because he was not able to do so and occupied a place as a minister without his knowledge.

Italy did not need the moral support of the Germans, as stated in a recent interview, Premier Monti, Italy urgently needs us Italians, Catholics and laity, we start seriously in the first person to reclaim the political arena for too time delegated to the professional politicians who have proven in the management of the res publica worst of "technicians" who are now in government. What is needed is a return to civil and political people who have something to say about our future and our children, who have a vision and an ideal to propose and to share with others and how they act on the background of the Common Good the country and not of their own home, whether in Italy or Monte Carlo.

Who is faithful in little is faithful also in much: and he who is dishonest in a very little is dishonest also in much the evangelist Luke in his Gospel. We must begin with ourselves, with the little things that are close to us and we can change, by engaging in first person. Only in this way, changing ourselves, change our beautiful country and they all emerge from the crisis.

mercoledì 8 agosto 2012

Harry Potter, il Bel Paese e le piccole cose...


Neanche Harry Potter si renderebbe disponibile a prevedere il futuro prossimo venturo del Governo Monti, troppo forte il rischio di fare una brutta figura. Rimane quindi solo da affidarci ai politici che non temono le brutte figure... E se ci affidiamo alle dichiarazioni dei politici di questi ultimi giorni l'idea che prende sempre più piede è quella di un voto anticipato in autunno.

Se così fosse, addio alla riforma della legge elettorale, non ci sarebbe più tempo. Questa è un'ipotesi che, sotto sotto, piacerebbe a molti partiti, sia quelli che sostengono il Governo Monti, sia quelli che stanno all'opposizione. Del resto l'attuale legge elettorale (la num. 270 del 21 dicembre 2005)  è stata votata da Forza Italia, Alleanza Nazionale (insieme ora nel PDL), UDC, Lega Nord, Fiamma Tricolore e Gruppi Misti ecologisti e democratici; contrari Democratici di Sinistra, Margherita, Italia dei Valori, Rifondazione Comunista. Come si vede, la maggioranza che ha votato l’attuale legge elettorale è diversa da quella che attualmente sostiene il Governo Monti e questo è un ulteriore fattore da tenere presente per capire la difficoltà che i partiti manifestano nell’affrontare il tema.

Però, c'è un però: questa legge non piace al Presidente della Repubblica, ma soprattutto non piace più alla maggioranza degli italiani che hanno già manifestato forte insofferenza agli attuali partiti e uomini politici nelle recenti elezioni amministrative. Quale sarebbe la reazione dei cittadini se si andasse a votare alle prossime politiche nuovamente con l'attuale legge elettorale? Molto probabilmente si aprirebbe la strada da un lato a Grillo e ai grillini e dall'altra all'astensionismo. Risultato: un Parlamento incapace di affrontare la situazione attuale che rimane di una gravità assoluta, perchè i 2.000 miliardi di euro di debito pubblico che l’Italia ha accumulato negli ultimi venticinque anni non si riducono in un anno e neanche in cinque anni senza una forte e decisa ripresa economica, assente per ora dall’orizzonte. Abbiamo davanti a noi mesi, anni difficili, anni di scelte coraggiose, quelle che abbiamo sempre rimandato in questi venticinque anni,  tanto potevamo aumentare il nostro debito pubblico, stampare BOT e CCT, il Bel Paese era di moda, il made in Italy esportava in tutto il mondo abiti e BTP, sandali e CTZ … ebbene questo modo di vivere, questa favola è finita per sempre. Occorre che i nostri politici se ne rendano conto e in fretta, noi cittadini l’abbiamo già capito, basta guardare l’indice dei consumi e dei risparmi per famiglia di questi mesi.

Il caso ILVA di Taranto è emblematico dei ritardi accumulati dall’Italia in campo economico. Sono più di trent’anni che tutti i tarentini, tutti i pugliesi, tutti gli italiani sanno che la zona industriale di Taranto produce acciaio e tumori e nessuno ha fatto nulla per cambiare le cose.  Come può un Paese nel 2012 uscire dalla crisi  se non è in grado di conciliare lavoro, salute e benessere economico per migliaia di famiglie?  Occorre che debba intervenire la Magistratura per mettere in moto un meccanismo che sostanzialmente dovrebbe dipendere da scelte amministrative, politiche ed economiche?   E si potrebbe continuare con il caso Fincantieri, con il caso Fiat ecc. ecc. tutte tematiche impopolari, sempre rimandate per anni e mai affrontate dai vari politici / ministri competenti (?)  che ora, in periodo di crisi vengono a galla nella loro drammaticità perché coinvolgono centinaia di migliaia di persone che rischiano di perdere il lavoro. Queste tematiche sembrano figlie della crisi, ma in realtà sono figlie della non gestione, della dolosa dimenticanza di chi doveva pensare al futuro (nostro) e invece ha pensato al futuro proprio o della propria corrente politica o del proprio partito o semplicemente non ci ha pensato perché non era in grado di farlo e occupava un posto da ministro a sua insaputa.

L’Italia non ha bisogno del sostegno morale dei tedeschi, come ha dichiarato il Premier Monti in una recente intervista, l’Italia ha urgente bisogno che noi italiani, cattolici e laici, ricominciamo seriamente in prima persona a riappropriarci dell’ambito politico per troppo tempo delegato ai professionisti della politica che si sono rivelati nella gestione della res publica peggiori dei “tecnici” che ora sono al Governo.  Quello che serve è un ritorno all’impegno civile e politico di persone che abbiano qualcosa da dire sul futuro nostro e dei nostri figli, che abbiano una visione e un ideale da proporre e da condividere con altri e come sfondo del loro agire il Bene Comune del Paese e non di casa propria, sia essa in Italia o a Monte Carlo.

Chi è fedele nel poco, è fedele anche nel molto; e chi è disonesto nel poco, è disonesto anche nel molto scrive l’evangelista Luca nel suo Vangelo.  Dobbiamo incominciare da noi stessi, dalle piccole cose che sono vicine a noi e che possiamo cambiare, impegnandoci in prima persona. Solo così, cambiando noi, cambieremo il nostro Bel Paese e tutti insieme usciremo dalla crisi.



mercoledì 1 agosto 2012

Translation of the post July, 31

If you embrace not be afraid


I like the theory of Barnard, the family doctor, with which the author begins the diary of Franco and Andrea: "Works that life is all under a large bell-shaped curve, with a central common ailments and eccentricities sides of all kinds. Life is too diluted in the middle and thick at the sides. "This book tells the density of the lives of Andrea, age three autistic boy and his father Franco who in 2010 partly with Andrea for a seemingly aimless journey that takes them to cross the two American continents. From the story of those days, the author, Fulvio Ervas wrote: "If you embrace not be afraid."

It 'a book that lays bare your being reader - viewers are thinking, reading Andrea and Franco, fortunately my kids are not born with autism. But reading it, I'm thinking that maybe I missed something. Not the fact that I personally have never done an adventure like that who lived Andrea and Franco. And 'that perhaps the relationship with my children never reached a level of mutual listening, relational density as what I perceive as existing between Franco and Andrea.

Certainly it is not always easy to keep, for life, this attention. It 'a superhuman work that goes beyond the physical forces at the disposal of a man and a woman, a father and a mother. In the diary dad Franco at one point says it clearly: "I curse, but I love it. I do not know what this love is made. I believe that no parent can easily answer this question. "An autistic child, in this sense, is a great opportunity to go to the source of this love. Of course, if possible, a parent would have preferred another occasion, but here we return to the theory of Barnard, the density etc.. etc..

Since I finished reading the book I think of Andrea and his dad Franco as fellow travelers in this life and I see them together from the strap of love that every day you tend to max, but it never breaks. As I often think of my friend Ugo and his family, his wife Silvia and his two sons Riccardo of 5 and 3 years of Letizia. Ugo lives in the company three years of ALS and speaks to me a year just by moving your eyes on the screen of a computer that then translates metallic voice his thoughts. The rest of Ugo's body was motionless on a wheelchair. Yes, definitely the life of Ugo is very dense ... yet when I visit him and ask how you are, he replies: "apart from the SLA, all right!"

You do not know why the SLA as the causes of autism, but then how many things you do not know why yet happen? It 's life that makes it happen, but not randomly. There is always a reason why things happen. One must live the daily life of every day asking to always have a traveling companion who makes you company and help you understand these reasons. Franco guess maybe at some point in their walk this factor and in fact admits: "trying to bring Andrea into my world, maybe they only managed to take a small step in his ..."

As written by S. Paul in First Corinthians, God never sends trials (temptations for St. Paul) that we are not able to bear. We are never left alone, just look around, just take back memories of Franco and Andrea. Recommend it to everyone reading this book, from fifteen to one hundred years, it is never too late to read these pages and try to learn to love each other, and different from you, your son.

Fulvio Ervas, If you embrace not be afraid, Marcos Y Marcos 2012, Ozanam Street, 8 Milan