Da quando sono stati resi noti i risultati dei ballottaggi amministrativi, che hanno visto l’indubbia vittoria delle coalizioni di centro destra, ancorché inaspettatamente per alcuni commentatori, appare evidente che tra i parlamentari italiani qualcosa è cambiato: l’aria che respirano. E l’aria non tira più verso la Toscana del riconfermato segretario PD, ma scavalca il Po e va su, più a Nord, per fermarsi nell’afosa Brianza, nel comune di Arcore.
Intendiamoci, il cambio di casacca dei nostri parlamentari non è un fenomeno né nuovo, né sconvolgente. Ogni Legislatura ha visto innumerevoli transumanze in corso d’opera, e quindi anche gli ultimi salti sul carro del presunto vincitore (Berlusconi) non ci stupiscono.
Però, ogni volta che ne leggiamo sui giornali, questi cambiamenti aumentano la delusione nei confronti di una classe dirigente composta da persone, ciascuna delle quali dovrebbe rappresentare la Nazione, e che invece pare proprio abbia a cuore unicamente sé stessa e il proprio interesse. Che, nel contingente, sarebbe quello di trovare il porto sicuro per una prossima rielezione, visto che ormai la Legislatura è agli sgoccioli.
Inutile fare nomi e cognomi di questi onorevoli deputati e senatori, non sono quelli che ci interessano e poi non li riteniamo meritevoli di essere ricordati, meglio dimenticarli e non fare pubblicità gratuita.
Sarebbe moralmente giusto però che gli elettori di questi personaggi, che sicuramente nella loro circoscrizione elettorale sono ben conosciuti, si ricordassero di costoro il giorno fatidico delle elezioni, e li ignorassero.
Tale comportamento sarebbe una concreta e tangibile lezione di civiltà per coloro che iniziano la Legislatura in un partito all’opposizione, poi passano nella cordata di governo, e alla fine della Legislatura sentono il dovere morale di ripassare all’opposizione, sperando, beati loro, che l’ultimo partito scelto sarà al governo nella Legislatura seguente. Il tutto per poter ambire a qualche posto di vice ministro, di vice segretario, di vice qualcosa…
Esiste una soluzione? Posto che per fortuna la maggioranza degli onorevoli è moralmente e politicamente coerente per tutta la durata della Legislatura, forse l’unico disincentivo ai cambi di casacca effettuati per interesse sarebbe quello di limitare per legge a due Legislature il numero massimo di volte consecutive per poter essere eletti in Parlamento.
Governare gli italiani, diceva qualcuno, è impresa quasi impossibile, ma anche essere governati da italiani mette a dura prova la pressione arteriosa…
Inutile fare nomi e cognomi di questi onorevoli deputati e senatori, non sono quelli che ci interessano e poi non li riteniamo meritevoli di essere ricordati, meglio dimenticarli e non fare pubblicità gratuita.
Sarebbe moralmente giusto però che gli elettori di questi personaggi, che sicuramente nella loro circoscrizione elettorale sono ben conosciuti, si ricordassero di costoro il giorno fatidico delle elezioni, e li ignorassero.
Tale comportamento sarebbe una concreta e tangibile lezione di civiltà per coloro che iniziano la Legislatura in un partito all’opposizione, poi passano nella cordata di governo, e alla fine della Legislatura sentono il dovere morale di ripassare all’opposizione, sperando, beati loro, che l’ultimo partito scelto sarà al governo nella Legislatura seguente. Il tutto per poter ambire a qualche posto di vice ministro, di vice segretario, di vice qualcosa…
Esiste una soluzione? Posto che per fortuna la maggioranza degli onorevoli è moralmente e politicamente coerente per tutta la durata della Legislatura, forse l’unico disincentivo ai cambi di casacca effettuati per interesse sarebbe quello di limitare per legge a due Legislature il numero massimo di volte consecutive per poter essere eletti in Parlamento.
Governare gli italiani, diceva qualcuno, è impresa quasi impossibile, ma anche essere governati da italiani mette a dura prova la pressione arteriosa…
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