Ci sono persone così povere che l'unica cosa che hanno sono i soldi.

Santa Madre Teresa di Calcutta

martedì 30 ottobre 2012

Il rischio educativo


Dalle colonne di libri presenti in camera da letto, appoggiati per terra, su su fino al comodino, ha fatto capolino qualche giorno fa il libro di “appunti” di Don Giussani, Il rischio educativo. E’ la riedizione del 2005 dell’opera pubblicata per la prima volta nel maggio 1977.  L’ho riletto. E’ un libro di un centinaio di pagine, si legge in un paio di ore.  Sembra scritto oggi, per i giovani di oggi, per il nostro tempo.

Dall’introduzione: “L’idea fondamentale di una educazione rivolta ai giovani è il fatto che attraverso di essi si ricostruisce una società; perciò il grande problema della società è innanzitutto educare i giovani (il contrario di quel che avviene adesso).”  

Ma che cosa intendiamo con il termine educazione?  Io credo che l’educazione consista nel fornire un criterio di giudizio adeguato per comprendere la realtà, a partire da quel preciso metro quadro di terra dove il buon Dio ci ha fatto nascere. Da questo punto di vista la cultura del paese di origine è fondamentale per incominciare il cammino. E’ con essa che il giovane deve rapportarsi e per così dire fare i conti con la realtà che lo circonda e lo interroga.  Cultura infatti è concepire le cose , la realtà secondo un ideale. Don Giussani parte dall’esperienza cristiana per proporre un modello di vita, un ideale che risponda alle domande di verità, di bellezza, di felicità presenti nel cuore di ogni giovane.

Per quale fine siamo su questa terra?

A questa domanda Don Giussani nel libro risponde proponendo  l’incontro con l’altro come origine per poter sperimentare e vivere l’incontro con Cristo. Da questo punto di vista l’educatore ha un compito fondamentale nel presentare al giovane questa possibilità.  Scrive Don Giussani: “occorre suscitare nell’adolescente personale impegno con la propria origine; occorre che l’offerta tradizionale sia verificata; e ciò può essere fatto solo dall’iniziativa del ragazzo e da nessun altro per lui”.
In questi tempi, dove la parola crisi abbonda sulla bocca dei più e dove essere giovani è forse ancora più difficile che in passato, rileggere quest’opera di un grande educatore di giovani  aiuta noi adulti a rimetterci sul giusto binario.  Penso soprattutto agli educatori, agli insegnanti, ma anche a noi genitori.  Quotidianamente ci troviamo davanti i volti dei nostri ragazzi che ci chiedono un aiuto per comprendere da dove iniziare il loro personale viaggio su questa terra. Rileggere Il rischio educativo, o leggerlo per la prima volta, può aiutarci nel nostro lavoro di insegnanti, nella nostra vocazione di genitori.

Non è mai troppo tardi per iniziare il cammino, certo rischioso , di educare un giovane ad amare il prossimo suo, come se stesso.   


Luigi Giussani, Il rischio educativo, Rizzoli - Milano 




lunedì 29 ottobre 2012

Berlusconi, Einstein and twenty years lost

I personally believe negative political experience of the last twenty years lived by the Italians. All governments that have followed, the center-right as the center-left, have not been able to carry out the reforms that were needed to advance the country. And the proof is the current situation that we are experiencing. It 's true that the crisis is general, but Italy is facing the most difficulty with the other European countries comparable in economic terms (Germany, France, England).

And then listen to the live broadcast yesterday afternoon campaign rally (out of time to tell the truth as you vote today in Sicily) former Prime Minister Silvio Berlusconi over Italy that would, I suggested some reflections.

The first consideration is the confirmation that we have literally lost twenty years. In Italy we were unable to carry out any real reform in the country. The evils of justice that are so dear to Berlusconi has denied that there are: processes are too long in time, a corporation, one of the judges, which certainly plays a big job, but that seems to enjoy the privilege of making a mistake with impunity (I quote just a name: Enzo Tortora). The reform of the labor market, which has yielded good results in Germany and France, we have produced for young people only temporary occupation renewed indefinitely. School reform, a key part for a true reform of the Country, has not been able so far to call into play good in the world of teachers (who do not feel valued in their social role). I touched on three topics examples, but you could continue because, beyond the forty reforms carried out by the governments former Premier Berlusconi remember yesterday (but list them), the only reform implemented in Italy and cited was that of the High speed. In this regard, one could argue whether it was worth spending the billions of Euros invested in high speed (or those already spent on projects on the bridge of the Strait of Messina) to Rome from Milan one hour before (then when you lose hours in traffic) instead of investing those funds, for example, in the care of our territory that was completely abandoned in recent decades because municipalities do not have funds for maintenance of roads, river beds, safety of the hills, the coast etc..

The second point is that not only the Italian political class over the last twenty years has not proved equal to the tasks that awaited, but also the entrepreneurial class has not been able to make to the nation that leap forward needed to continue to grow. Personality as Giovanni Agnelli, Adriano Olivetti, Enrico Mattei, Leopoldo Pirelli to name a few entrepreneurs, beyond the personal judgment that each may have had an entrepreneurial vision and have pursued by entrepreneurs, bringing benefits to the whole country. Unfortunately, these characters have had some worthy successors and the only contractor that maybe you could add to this list, Berlusconi has chosen to occupy a field, political, he does not competed. In fact, in any civilized Country an entrepreneur owner of the largest private television network with the addition of newspapers and investments in banks and insurance companies could add to itself even political power derived from his position as Prime Minister. And all this for years.

This was perhaps the most extraordinary anomaly that the Italian system has had to endure over the past twenty years. Delete it at the time would unlock a political stalemate which is perhaps the origin of many reforms missed. There was divided between supporters and against Berlusconi and almost all the laws that are proposed in Parliament were seen by their respective political parties in this respect and thus promoted or shot down as a result, not a true value judgment that these measures could lead itself.

The current crisis that we are experiencing economic crisis is yes, but it is also a crisis of confidence. We need a serious reflection by all and revise our ideas and our opinions and perhaps realize that some models of development, advertising, false comfort that have been proposed in recent years does not really lead anywhere.

Albert Einstein wrote in 1931 in Mein Wetbild: "We do not pretend that things will change if we keep doing the same things. The crisis can be a great blessing for the people and nations because the crisis brings progress. "

domenica 28 ottobre 2012

Berlusconi, Einstein e venti anni persi


Personalmente ritengo negativa l’esperienza politica degli ultimi venti anni vissuta dagli italiani. Tutti i Governi che si sono succeduti, di centro destra come di centro sinistra,  non sono stati in grado di realizzare quelle riforme che sarebbero state necessarie per far progredire il Paese. E la prova è la situazione attuale che stiamo vivendo. E’ vero che la crisi è generale, ma l’Italia la sta affrontando con più difficoltà degli altri Paesi europei comparabili sul piano economico (Germania, Francia, Inghilterra ).

E allora ascoltare ieri pomeriggio in diretta televisiva il comizio elettorale (fuori tempo massimo a dire il vero in quanto oggi si vota in Sicilia)  dell’ex Presidente del Consiglio Berlusconi sull’Italia che vorrebbe, mi ha suggerito alcune riflessioni.

La prima riflessione è la conferma che abbiamo perso letteralmente venti anni. In Italia non siamo riusciti a portare avanti nessuna vera riforma del Paese. I mali della giustizia che stanno tanto a cuore a Berlusconi è innegabile che esistono: processi troppo lunghi nei tempi, una corporazione, quella dei magistrati, che svolge sicuramente un lavoro impegnativo, ma che sembra godere del privilegio di poter sbagliare senza pagare pegno ( cito solo un nome: Enzo Tortora).  La riforma del mercato del lavoro, che ha dato buoni risultati in Germania e in Francia, da noi ha prodotto per i giovani solo occupazione temporanea rinnovata sine die. La riforma della scuola, parte fondamentale per una vera riforma generale del Paese, non è stata capace sino ad ora di rimettere in gioco positivamente il mondo degli insegnanti (che non si sentono valorizzati nel loro ruolo sociale).  Ho toccato tre temi esemplificativi, ma si potrebbe continuare perché, al di là delle quaranta riforme portate avanti dai Governi Berlusconi ricordate ieri dall’ex Premier (senza però elencarle ) , l’unica riforma attuata in Italia e citata è stata quella dell’Alta Velocità. A questo proposito si potrebbe discutere se valeva la pena spendere i miliardi di euro investiti nell’alta velocità (oppure quelli  già spesi per i progetti sul ponte dello stretto di Messina) per arrivare a Roma da Milano un’ora prima (quando poi si perdono ore nel traffico cittadino) al posto di investire quei fondi per esempio, nella cura del nostro territorio che è stato completamente abbandonato in questi ultimi decenni perché i comuni non hanno fondi per la manutenzione di strade, letti dei fiumi, messa in sicurezza delle colline, delle coste ecc. 

La seconda riflessione è che non solo la classe politica italiana negli ultimi venti anni non si è rivelata all’altezza dei compiti che l’attendevano, ma anche la classe imprenditoriale non è stata capace di far fare alla Nazione quel salto in avanti necessario per continuare a crescere. Personalità come Giovanni Agnelli, Adriano Olivetti, Enrico Mattei, Leopoldo Pirelli per citare solo alcuni imprenditori, al di là del giudizio personale che ciascuno può avere, avevano una visione imprenditoriale e l’hanno perseguita, da imprenditori, portando benefici all’intero Paese. Purtroppo, questi personaggi non hanno avuto dei degni successori e l’unico imprenditore che forse si poteva inserire in questo elenco, Berlusconi, ha scelto di occupare un campo, quello politico, che non gli competeva. Infatti in nessun Paese civile un imprenditore proprietario del maggior network televisivo privato con l’aggiunta di giornali e partecipazioni in banche e assicurazioni avrebbe potuto sommare su di sé anche il potere politico derivante dalla carica di Primo Ministro. E tutto ciò per anni.

Questa forse è stata l’anomalia più straordinaria che il sistema Italia ha dovuto sopportare in questi ultimi venti anni. Eliminarla a suo tempo avrebbe sbloccato uno stallo politico che forse è all’origine di tante riforme mancate. Ci si è divisi tra sostenitori e contrari a Berlusconi e quasi tutte le leggi che si proponevano  in Parlamento venivano viste dai rispettivi schieramenti politici in quest’ottica e quindi promosse o bocciate di conseguenza, non per un vero giudizio di valore che questi provvedimenti potevano portare in sè.    

La crisi attuale che stiamo vivendo è sì crisi economica, ma è anche crisi di fiducia. Occorre una seria riflessione da parte di tutti e rivedere le nostre idee e le nostre opinioni e forse rendersi conto che alcuni modelli di sviluppo, di pubblicità, di falso benessere che ci sono stati proposti in questi anni in realtà non portano da nessuna parte.  

Scriveva Albert Einstein nel 1931 nel Mein Wetbild: “ Non pretendiamo che le cose cambino se continuiamo a fare le stesse cose. La crisi può essere una grande benedizione per le persone e le Nazioni perché la crisi porta progressi.”   





domenica 21 ottobre 2012

What happens in Italy today!

To say that the Italian political situation is confusing is an understatement. In the center-right Berlusconi silent, speak the supporting actors, but the problem is that each follower offers choices and strategies to those of the opposite party colleague. Who wants to hang with the League of Maroni, who does not even want to hear about it. Two large regions, Lazio and Lombardy, governed by the PDL, in a crisis of nerves with the Governors that move on rails opposite: that Lazio wait to establish the date of new elections, the Lombard would like to vote tomorrow.

In the center-left political delirium similar situations, notable only as a starting point for the jokes of the comedians of the moment that these days are not hard to write the script. Within the Democratic Party primaries are managing to split the party again, but this time by age group, not for ideal reasons.  If he wins the primary Bersani, D'Alema not standing in the general election if he wins Renzi what makes D'Alema? Fights to the death! Veltroni instead renunciation of his own, so he knows that no one would have tried to offer him a seat in Parliament, but next May to elect the new President of the Republic and there are the new senators for life that the new President could appoint ...

The center now offers standing room only: Casini, Fini, Montezemolo, Tremonti, Della Valle. Rutelli has moved to the left but where is Di Pietro and Vendola which are perhaps the only true opponents of this caretaker government that has made more political actions of the last political governments that technically tried, unsuccessfully, to prevent the Italians last year instead we are destined to live. In mid-stream the cricket stopped jumping (now swims) and gathers around him a lot of success yet, but it seems that Italians are beginning to have some doubts whether it is appropriate to appoint people without any experience management res publica, a public good that is more "important" in Parma.

If this is the scenario, in a few months for those Italians should go to vote? Among other things, for now a new electoral law has not yet been approved by Parliament, then you should still vote with the candidates chosen by the secretariats of the parties (without considering that there are parties that do not even have the answer, but perhaps only a secretary). And the programs? Someone hears talk seriously about programs?

Unfortunately, the real problem is that Italy and that will necessarily have to be addressed and hopefully resolved in the next parliamentary term is the reduction of the public debt, those 2,000 billion euro in vain that make each maneuver or financial stability. I'm 80/90 billion euro a year in interest we pay that prevent us from out of the downward spiral. This is the real issue that the parties who are applying to govern Italy must study and must explain how they intend to solve. The rest is just talk. And the Italians fear that we are tired of talk. If there is no clarity on economic issues, on this economic issue whose solution will make it really possible to talk about recovery, work and everything else, the Italians do not go to vote. Abstention is the real enemy that political parties should be afraid, not the Cricket vessel.

You definitely need politicians who have new ideas to deal with the new times we are living. The recession may be a stimulus for developing new ideas, new thoughts, devise new solutions to old problems. For example, the Northern League in Lombardy say vote now for the regional cost € 50 million that could be saved if you were to vote in the spring along with policies. Apart from the fact that no one can know what "would cost" six months of campaigning to Lombardy, but who said that the members of the polling stations are to be paid in cash? Who said you can not save money by avoiding printing all that paper and all those records (who was a member of a polling station know what I mean) then nobody is going to read and watch? You could reduce the bureaucracy of a polling place and the people who work for two days at a polling station may receive a voucher to be spent within 12 months for services rendered by the public administration. For example, they might be spent in Mail, at the ASL or to pay fines or penalties or invent other solutions.

The state (in the broadest sense) thus avoids immediate cash outflows and divide over twelve months, not to mention that someone could even lose the voucher ... (oops, I did not write it).

giovedì 18 ottobre 2012

Politici deliranti e grilli natanti


Dire che la situazione politica italiana sia confusa è un eufemismo. Nel centro destra, Berlusconi silente, parlano gli attori non protagonisti, ma il problema è che ciascun gregario propone scelte e strategie opposte a quelle del collega di partito. Chi vuole riagganciare con la Lega di Maroni, chi non vuole neanche sentirne parlare. Due grandi regioni, Lazio e Lombardia, governate dal PDL, in piena crisi di nervi con i Governatori che si muovono su binari opposti: quello laziale attendista nel fissare la data delle nuove elezioni, quello lombardo vorrebbe votare domani.

Nel centro sinistra situazioni di delirio politico analoghe, degne di nota solo come spunto per le battute  dei comici di turno che di questi tempi non fanno fatica a scrivere il copione.  All’interno del PD le primarie stanno riuscendo a spaccare nuovamente il partito, ma questa volta per fasce di età, non per ragioni ideali. Se le primarie le vince Bersani, D’Alema non si candida alle elezioni politiche, se vince Renzi cosa fa D’Alema? Combatte sino alla morte! Veltroni invece rinuncia di suo, tanto sa benissimo che nessuno l’avrebbe cercato per offrirgli un seggio in Parlamento, ma il prossimo maggio si elegge il nuovo Presidente della Repubblica e ci sono i nuovi senatori a vita che il nuovo Presidente potrebbe nominare…     

Il centro centro ormai offre solo posti in piedi: Casini, Fini, Montezemolo, Tremonti, Della Valle. E’ uscito Rutelli che si è spostato a sinistra dove però trova Di Pietro e Vendola che sono forse gli unici veri oppositori di questo governo tecnico che ha compiuto più azioni politiche degli ultimi governi politici che tecnicamente cercavano, senza riuscirci,  di evitare agli italiani l’ultimo anno che invece ci è toccato di vivere. In mezzo al guado il Grillo che ha smesso di saltare (adesso nuota) e che raccoglie intorno a sé ancora molti consensi, ma sembra che gli italiani stiano incominciando a nutrire qualche dubbio se sia il caso di affidare a persone senza esperienza alcuna di gestione della res publica un bene pubblico che sia più “importante” di Parma.

Se questo è lo scenario, tra pochi mesi per chi gli italiani dovrebbero andare a votare? Tra l’altro per ora una nuova legge elettorale non è stata ancora approvata dal Parlamento, quindi si andrebbe ancora a votare con i candidati scelti dalle segreterie dei partiti (senza considerare che ci sono partiti che non hanno neanche la segreteria, ma forse solo una segretaria). E i programmi? Qualcuno sente parlare seriamente di programmi?

Purtroppo il vero problema che ha l’Italia e che dovrà per forza essere affrontato, e speriamo risolto, nella prossima legislatura è l’abbattimento del debito pubblico, quei 2.000 miliardi di euro che rendono vana ogni manovra finanziaria o di stabilità.  Sono 80/90 miliardi di euro all’anno di interessi che paghiamo che ci impediscono di uscire dalla spirale recessiva. Questo è il vero tema che i partiti che si candidano a governare l’Italia devono studiare e devono spiegarci come intendono risolvere. Il resto sono solo chiacchiere. E gli italiani temo che si siano stancati di chiacchiere.  Se non ci sarà chiarezza sui temi economici, su questo tema economico la cui soluzione renderà veramente possibile parlare di rilancio dell’economia, del lavoro e di tutto il resto, a votare gli italiani non andranno. L’astensionismo è il vero nemico che i partiti politici devono temere, non il Grillo natante.

Ci servirebbero dei politici nuovi che abbiano idee nuove per affrontare i tempi nuovi che stiamo vivendo. La recessione può essere da stimolo per sviluppare nuove idee, nuovi pensieri, concepire soluzioni nuove a problemi vecchi. Per esempio i leghisti in Lombardia sostengono che votare subito per le regionali costerebbe 50 milioni di euro che potrebbero essere risparmiati se si votasse in primavera insieme alle politiche.  A parte il fatto che nessuno può sapere cosa "costerebbero" sei mesi di campagna elettorale alla Lombardia, ma chi ha detto che i componenti dei seggi elettorali debbano essere pagati in contanti?  Chi ha detto che non si possa risparmiare evitando di stampare tutta quella carta e tutti quei registri (chi è stato membro di un seggio elettorale sa di cosa parlo) che poi nessuno va a leggere e a guardare? Si potrebbe ridurre la burocrazia di un seggio elettorale e le persone che lavorano per due giorni al seggio potrebbero ricevere un voucher da spendere entro 12 mesi per servizi resi dalla pubblica amministrazione. Per esempio potrebbero essere spesi in Posta, presso le ASL o per pagare multe o ammende o inventarsi altre soluzioni. 

Lo Stato (in senso lato) eviterebbe così uscite di cassa immediate e le spalmerebbe su dodici mesi, senza contare che qualcuno il voucher potrebbe anche perderlo…  (ops, non volevo scriverlo).




lunedì 15 ottobre 2012

The alternative

The recent scandals have involved the management of public money given to councilors and regional councilors reported in vogue theme federalist system of Italy. Over the past twenty years, the regions have gradually acquired a greater say in the management of some major items of expenditure, including all the most important health concerns, with mixed success. Against regions C.D. virtuous, there have been other less virtuous or guilty disastrous. The cases of bad public health and waste are visible to all and there is no need here to remember them. And we do not care to emphasize the differential north-south, so that in the south there are public facilities that work well and deliver quality services and cost comparable to northern Italy. The real question is' other, but with a centralized management, unique, super ministries from Romans, we are confident that things would be better, there would be less waste, less downtime, better quality services at lower costs?

Personally, I have doubts.

In Germany, the federal system is applied as and perhaps more than in Italy, and the result is a very satisfactory quality of life for the citizens who see public services provided operating at a sustainable cost. Where is the difference? The difference is in the list compiled annually since 1993 by the non-governmental organization Transparency International, which analyzes and studies the levels of corruption in the world. Well, in 2011 (the last year analyzed) the level of corruption "perceived" (suffered) by German citizens puts Germany in 14th place in the standings on a par with Japan ahead of the United Kingdom, the United States and France to name other G8 Nations , as he sees Italy in 69th place tied with Ghana, Macedonia and Samoa. The first three countries "not corrupt" in the world? New Zealand, Denmark and Finland. For those interested to know more, below the link to the website of the organization: http://www.transparency.org/

The real problem is not a setting in the country that we want to give to our country, centralist or federalist, the real problem is ethical and moral. Ethics must relate to the behavior of public administrators of public affairs at any level they operate. Personal morality should ensure that a person who manages public money deems just resign from 'job before it is the law itself to impose it if it is under investigation by the judiciary for offenses relating to public office covering, even if waiting for a judgment rendered by a court in the name of the Italian people. Now here would open all the major theme of slowness of our "justice model", certainly essential, but not the time to deepen it.

In this sense, the "anti corruption" under discussion in Parliament is certainly necessary and welcome, but it alone will not be able to eradicate the problem unless it is accompanied by a change that needs to be cultural, social, personal. So I think the fundamental starting from schools, to educate young people to see the commitment in politics, in society, in the community as the best service that a person can offer their country and not, as often happens now, and as a way a quick and easy way to reach positions of privilege, power and personal enrichment. From this point of view, so mistreated hours of religion and civics certainly offer a space of time in the classroom can help children deal with proposals and positive content. It should also be teaching young people the rules of conduct of a modern and civilized nation, but also give reasons why it is right or wrong behavior or a certain lifestyle. Without a vanishing point to which to refer in their political values​​, the general picture is fuzzy and the instinct prevails (staff or your group / party) and the satisfaction of particular interest only at the expense of the public.

Indro Montanelli wrote that corruption starts with a plate of pasta. Maybe we should start thinking of a diet ..

domenica 14 ottobre 2012

Quale Italia vogliamo?


I recenti scandali che hanno riguardato la gestione del denaro pubblico affidato a consiglieri e assessori regionali riportano in auge il tema dell’impianto federalista dell’Italia. In questi ultimi venti anni le regioni hanno via via acquisito un peso maggiore nella gestione di alcuni grandi capitoli di spesa, tra tutti il più importante riguarda la sanità, con alterne fortune. A fronte di regioni c.d. virtuose, ve ne sono state altre meno virtuose o colpevolmente disastrose. I casi di mala sanità pubblica e di sprechi sono sotto gli occhi di tutti e non è il caso qui di ricordarli. E non ci interessa porre l’accento sul differenziale nord sud, perché anche in meridione vi sono strutture pubbliche che funzionano bene ed erogano servizi di qualità e a costi comparabili con il nord Italia. La vera domanda è un’ altra: ma con una gestione centralista, unica, proveniente da super ministeri romani, siamo sicuri che le cose andrebbero meglio, che ci sarebbero meno sprechi, meno disservizi, maggiore qualità dei servizi a costi inferiori?

Personalmente nutro dei dubbi.

In Germania il sistema federale è applicato come e forse più che in Italia e il risultato è una qualità della vita molto soddisfacente per il cittadino che si vede erogati servizi pubblici funzionanti a costi sostenibili. Dov’è la differenza? La differenza è nella classifica stilata ogni anno dal 1993 dalla organizzazione non governativa Transparency International che analizza e studia i livelli di corruzione nel mondo. Ebbene nel 2011 (ultimo anno analizzato) il livello di corruzione “percepita” (subita) dai cittadini tedeschi pone la Germania al 14° posto in classifica alla pari con il Giappone davanti a Regno Unito, Stati Uniti e Francia tanto per citare altre Nazioni G8, mentre vede l’Italia al 69° posto a pari merito con Ghana, Macedonia e Samoa. Le prime tre Nazioni “non corrotte” al mondo?   Nuova Zelanda, Danimarca e Finlandia. Per chi fosse interessato ad approfondire l’argomento, di seguito il link al sito della organizzazione:  http://www.transparency.org/

Il vero problema dell’Italia non è quindi l’impostazione dello Stato che vogliamo dare al nostro Paese, centralista o federalista, il vero problema è di ordine etico e morale.  L’etica deve riguardare i comportamenti pubblici degli amministratori della cosa pubblica, a qualsiasi livello essi operino. La morale personale dovrebbe far sì che una persona che gestisce denaro pubblico ritenga giusto dimettersi dall’ incarico prima che sia la legge stessa ad imporlo, qualora sia indagata dalla magistratura per ipotesi di reato riguardanti l’ufficio pubblico che ricopre, ancorchè in attesa di una sentenza emessa da un Tribunale in nome del popolo italiano.  Ora qui si aprirebbe tutto il grande tema della lentezza del nostro “modello giustizia”, sicuramente fondamentale, ma non è  il momento per approfondirlo.

In questo senso la legge “anti corruzione” in discussione in Parlamento è senz’altro necessaria e ben accetta, ma da sola non riuscirà a debellare il fenomeno se non verrà accompagnata da un cambiamento che deve essere culturale, sociale, personale. Per questo ritengo fondamentale partire dalle scuole, dai giovani per educarli a vedere l’impegno nella politica, nel sociale, nella comunità come il massimo servizio che una persona possa offrire al proprio Paese e non , come molto spesso accade ora, come un modo e una strada facile e veloce per raggiungere posizioni di privilegio, di potere e di arricchimento personale. Da questo punto di vista, le tanto bistrattate ore di religione e di educazione civica offrono sicuramente uno spazio temporale che in classe può aiutare i ragazzi a confrontarsi con proposte e contenuti positivi. Del resto occorre insegnare ai giovani le regole di comportamento di una moderna e civile Nazione, ma anche motivare il perché è giusto o sbagliato un certo comportamento o un certo stile di vita.  Senza un punto di fuga verso valori cui fare riferimento nell’agire politico, il quadro generale risulta sfuocato e prevale l’istintività (personale o del proprio gruppo/partito) e il soddisfacimento del solo interesse particolare a scapito di quello pubblico. 

Indro Montanelli scrisse che la corruzione comincia con un piatto di pasta.  Forse è il caso di incominciare a pensare ad una dieta…


lunedì 8 ottobre 2012

Fifty years of the Second Vatican Council

January 25, 1959 Pope John XXIII, inspired by the grace of God, recently elected, made the announcement to the world on the opening of a new ecumenical council, the first since the Second Vatican Council, suspended in 1870 and never formally concluded by a Pope.  After three years of preparation, October 11, 1962 in Rome, with a solemn ceremony in the Basilica of St. Peter in the Vatican, Pope John XXIII officially starts at the Second Vatican Council.

The universal Church for the first time found himself united in one place, the European Church with the Church in Africa and the Latin - American. It was attended by some 2,500 cardinals, patriarchs and bishops from around the world. The characteristic of this pastoral synod was evident from the start. Were not announced new dogmas, but an attempt was made to interpret the signs of the times, that modern man was living and how the universal Church could be living presence for this man. The successor to Pope John,  Paul VI during his first speech to the Council fathers pointed to the main themes of the Council: to define more precisely the concept of the Church, the renewal of the Church, the restoration of unity among all Christians, dialogue between the Church and the modern world.

The Second Vatican Council closed Dec. 7, 1965. The fruits of the work of the Council Fathers were four constitutions, nine decrees and three declarations. For those interested in learning more about the conciliar documents, the reference is http://www.vatican.va/archive/hist_councils/ii_vatican_council/index_it.htm

What we highlight here is interesting how the Catholic Church, alone among the major religions in the world, by the grace of God, have sensed in advance the changes taking place in the social and cultural life of contemporary man and sought new ways, new modes of communication to maintain uninterrupted dialogue. The same effort and the same desire communicative not seem to have been made ​​in recent decades by other religions, so that today the Christians in the world are under attack even violent and bloodthirsty, especially on the part of Islamic extremists who were still at the ages dark of the struggles of religion and did not perceive the changes introduced by the Second Vatican Council. The same meetings and gestures of openness and friendship made ​​in the last twenty years by the successors of Pope Paul VI, to Jews and Muslims, are the result of the new post-conciliar times.

The October 11, 2012, fifty years after the opening of the Second Vatican Council, will open the Year of Faith, announced by Pope Benedict XVI on 11 October 2011. Why is the Year of Faith? In the Apostolic Letter of Pope Porta Fidei with which index the Year of Faith reads, inter alia: "Faith, in fact, is to undergo more than in the past to a series of questions that come from a changed mentality which, especially today, reduces the scope of rational certainties to that of scientific and technological achievements. But the Church has never been afraid to show how faith and genuine science there can be no conflict because both, although by different routes, tend towards the truth. "As you can see, the fruits of the Second Vatican Council are very much alive and present in the Church and in contemporary society.

What is faith for a Christian? Blessed Luigi Giussani writes in his book You can live like this, "the first feature of the Christian faith is that from a fact, a fact that has the shape of a meeting ... The second feature is the uniqueness of it ... The third characteristic is the surprise, but the surprise is always a question, at least secret ... the fourth factor is that faith begins precisely with this question: who is this?. Last point: the answer "
Contemporary man the freedom to find the most appropriate response, and more human, his desire for happiness.

domenica 7 ottobre 2012

Cinquant’anni di Concilio Vaticano II


Il 25 gennaio 1959 Papa Giovanni XXIII , ispirato dalla Grazia di Dio,  da poco eletto, fece al mondo l’annuncio dell’indizione di un nuovo Concilio ecumenico, il primo dopo il Concilio Vaticano I , sospeso nel 1870 e mai formalmente concluso da un Papa.  Dopo tre anni di preparazione, l’11 ottobre 1962 a Roma, con una solenne cerimonia tenutasi nella Basilica di S. Pietro in Vaticano, Papa Giovanni XXIII diede ufficialmente inizio al Concilio Vaticano II.

Tutta la Chiesa universale per la prima volta si ritrovò unita in un sol luogo, la Chiesa europea insieme alla Chiesa africana e a quella latino – americana. Vi parteciparono circa 2500 tra cardinali, patriarchi e vescovi di tutto il mondo. La caratteristica pastorale di questo sinodo fu evidente sin da subito. Non vennero proclamati nuovi dogmi, ma si cercò di interpretare i segni dei tempi, quello che l’uomo contemporaneo stava vivendo e come la Chiesa universale potesse farsi presenza viva per quest’uomo. Il successore di Papa Giovanni, Paolo VI nel corso del suo primo discorso ai padri conciliari indicò i temi principali del Concilio: definire più precisamente il concetto di Chiesa, il rinnovamento della Chiesa, la ricomposizione dell’unità tra tutti i cristiani , il dialogo tra la Chiesa e il mondo contemporaneo.

Il Concilio Vaticano II si chiuse il 7 dicembre 1965.  I frutti del lavoro dei padri conciliari furono 4 Costituzioni, 3 Dichiarazioni e 9 Decreti.  Per chi fosse interessato ad approfondire la conoscenza dei testi conciliari, il riferimento è   http://www.vatican.va/archive/hist_councils/ii_vatican_council/index_it.htm

Quello che riteniamo interessante qui evidenziare è come la Chiesa cattolica, unica tra le grandi religioni presenti nel mondo, per Grazia di Dio, abbia intuito in anticipo i cambiamenti in atto nella vita sociale e culturale dell’uomo contemporaneo ed abbia cercato nuove vie, nuove modalità comunicative per non interrompere il dialogo.  Il medesimo sforzo e lo stesso desiderio comunicativo non sembrano essere stati compiuti in questi decenni dalle altre religioni, tanto che oggi i cristiani, nel mondo, sono oggetto di attacchi anche violenti e sanguinari, da parte soprattutto di estremisti islamici che sono rimasti fermi ai secoli bui delle lotte di religione e non hanno percepito le novità introdotte dal Concilio Vaticano II.  Gli stessi incontri e gesti di apertura e amicizia compiuti in questi ultimi venti anni dai successori di Paolo VI, verso ebrei e musulmani, sono il frutto dei nuovi tempi post conciliari.  

L’11 ottobre 2012, a cinquant’anni dall’apertura del Concilio Vaticano II,  si aprirà l’anno della Fede, indetto da Papa Benedetto XVI l’11 ottobre 2011. Perché l’anno della Fede?  Nella Lettera apostolica del Papa,  Porta Fidei  con la quale si indice l’anno della Fede si legge, tra l’altro: “La fede, infatti, si trova ad essere sottoposta più che nel passato a una serie di interrogativi che provengono da una mutata mentalità che, particolarmente oggi, riduce l’ambito delle certezze razionali a quello delle conquiste scientifiche e tecnologiche. La Chiesa tuttavia non ha mai avuto timore di mostrare come tra fede e autentica scienza non vi possa essere alcun conflitto perché ambedue, anche se per vie diverse, tendono alla verità”. Come si vede, i frutti del Concilio Vaticano II sono ben vivi e presenti nella Chiesa come nella società  contemporanea.

Cos’è la fede per un cristiano? Scrive il Beato Luigi Giussani nel suo libro Si può vivere così : “la prima caratteristica della fede cristiana è che parte da un fatto, un fatto che ha la forma di un incontro… La seconda caratteristica è l’eccezionalità del fatto… La terza caratteristica è lo stupore: ma lo stupore è sempre una domanda, almeno segreta… Il quarto fattore è che la fede incomincia esattamente con questa domanda: Chi è costui?. Ultimo punto: la risposta”
All’uomo contemporaneo la libertà di trovare la risposta più adeguata, quindi più umana, al suo desiderio di felicità. 


venerdì 5 ottobre 2012

Voglio arrivarci viva


Non si può recensire l’esperienza di una vita vissuta e raccontata, soprattutto se questa vita è una vita speciale.  Dopo aver letto il libro di Marina Garaventa, Voglio arrivarci viva, con sottotitolo “Una vita vissuta pericolosamente”, la prima parola che viene in mente è la parola gratitudine, cioè riconoscenza per una persona eccezionale che si è messa a disposizione del lettore con il desiderio di condividere un’esperienza. L’esperienza della propria vita, ricca di gioia e di dolore.

Marina Garaventa, di cui ho appreso l’esistenza solo ora, mea culpa, dopo aver letto il suo scritto, si descrive così: “sono Marina e dal 2002 vivo grazie a un respiratore che uso 24 ore su 24. Io non mi muovo, non parlo, ma grazie al mio pc comunico! Scrivo libri, articoli, mi occupo di sociale, di politica, di musica e di molto altro. Insomma: io vivo!” Non mi sembra occorra aggiungere molto altro.

Marina mi ricorda il mio amico Ugo, che sta benone, come dice lui, a parte la SLA che lo ha colpito giusto tre anni fa. Ugo, che è stato mio testimone di nozze, ha 48 anni, una moglie speciale e due bambini bellissimi di 5 e 3 anni. Ora vive su una carrozzina attaccato al respiratore, con tracheo e sondino per l’alimentazione. Muove solo gli occhi e grazie ad un computer riesce a scrivere selezionando con lo sguardo le lettere e così forma le frasi che un sintetizzatore vocale ripete con voce metallica, la nuova voce di Ugo, che per oltre venti anni ha cantato nel coro della parrocchia con una profonda voce da basso.

Ogni settimana vado a trovarlo e a casa sua incontro sempre amici e persone che vogliono conoscerlo e stare con lui per imparare da lui come affrontare la quotidianità della vita, fatta di pene quotidiane ma anche di tanti miracoli che chiedono di essere riconosciuti. Ugo non molla mai, certo ci sono giorni sì e giorni no, ma Ugo, che è ingegnere e quindi più squadrato di un cubo, è convinto che alla fine una cura per la sua SLA da qualche parte nel mondo si troverà.  Non che Ugo sia entusiasta della malattia, questo è chiaro, però vuole vivere sino in fondo la sua situazione, ogni giorno passa ore attaccato al computer (può fare ben poco di diverso) cercando nel web ogni piccola nuova notizia che riguarda la sua malattia, è più informato lui dei medici del centro Nemo di Niguarda che lo hanno in cura!  Marina e Ugo sono fatti così, per nostra fortuna! Senza di loro il nostro mondo sarebbe meno colorato.

Solo una cosa voglio dire a Marina, una cosa che ho imparato in questi anni da Ugo e si riferisce al capitolo “gli enigmi sono tre…” del suo libro. Io non so spiegare perché proprio a te Marina è toccata la vita che stai vivendo, come la SLA è toccata a Ugo e non a me per esempio, questo proprio non lo so. Come non so perché esiste il dolore nel mondo, perché muoiono delle malattie più strane bambini appena nati, questo non lo so. Non è giusto, ma non so perché accadono queste cose e altre ancora più tremende. So però che il dolore, la fatica quotidiana, possono  essere condivisi e allora, con i tuoi occhi nello sguardo di un altro,  l’orizzonte si allarga in un sorriso. Il dolore non è scomparso, però è più umano, cioè più nostro, possiamo forse tentare di comprenderlo, senza pretese. Del resto il nostro Dio ha inviato sulla terra Suo Figlio proprio per questo, condividere il Suo Amore per noi, con noi.   Basta, non aggiungo altro, sarebbe di troppo.

E’ tempo di chiudere questa “non recensione”. L’invito è di leggere (non a sbafo) il libro di Marina! Si legge tutto d’un fiato e farete conoscenza con una persona speciale  (per una sera si può rinunciare a NCIS Los Angeles).  Un’ultima cosa mi ha colpito di Marina e la voglio raccontare: la sua ironia, caratteristica tipica delle persone intelligenti. E con una frase presa in prestito dal grande miscredente Woody Allen la voglio salutare: Ci sono cose peggiori della morte. Se hai passato una serata con un assicuratore, sai esattamente di cosa parlo.  Buona fortuna!

Marina Garaventa, Voglio arrivarci viva, 2012 Tea spa, Milano




martedì 2 ottobre 2012

Translation of the post of 'September 30

Alea iacta est

It is now clear we are in the election campaign. This week Channel 4 aired in prime time on the first film in the series of Don Camillo and Peppone, this unmistakable signal that the electoral duel began. The rest always in the week, the United States, the Premier Monti  releasing three interviews with three different television networks, started by saying that he would end up saying that candidate if the Italians call him, would not miss his contribution to the welfare of the country. It is not yet clear how Italians should enlist. In fact, typical language from the campaign.

But what the political landscape looks in the eyes of the Italians?

In the center-right PDL is increasingly in crisis black and still can not find the key to the problem: Berlusconi nominate or not nominate Berlusconi in the next election? Given that Berlusconi will decide what will decide the PDL. Of course the former Premier, who yesterday made ​​seventy-six, will not be like the descent into the field finally made ​​official the President of Ferrari, Luca Cordero di Montezemolo, who, with his Foundation Italia Futura, will try to occupy the space just disappointed with the election of PDL. Italia Futura then openly support the Monti  Bis wink wink to the centrist UDC Casini and Fini's Futuro e Libertà which aims with his new movement Mille per l'Italia. This is what is happening in the center-right Italian anti-politics scared that now pervades large sections of civil society and which makes the movement of grillini a possible election outcome. It is no coincidence that Grillo has branded the U.S. Monti choice not to exclude his new political commitment as a rigor montis. For now, the Lega Nord is no stranger to possible alliances with former allies, but not ruled out a possible rethinking of Maroni because it is clear that only in national elections, the League would not get a great result.

Moving a little to the left, the Democratic Party has first to chew and digest large bite, which is proving to sour taste, primaries, which, moreover, has designed, prepared and cooked by myself. Then, once that Italians have clear which leader and which program will have the PD, we hope that will happen soon, it will be possible to assess the possible alliances. Which basically can be summarized as: o look at the center and make a coalition "save Italy" with Casini, Fini and Montezemolo, like the one that ruled in Germany in recent years, with Prime Minister Monti or look to the left where, however, is of Peter disagrees with care Monti that instead the PD has helped to support and where it is, even more distant politically, Vendola with SEL that will not even hear of Monti & co.

While this policy is still hot magma is moving around us, a question I would like to remind all the Italians that in six months will have to decide to which political group to entrust the future of Italy, but with the electoral law which will go to vote?

Because it is clear that if the rules of the game do not change, Parliament will be on hand to another five years to persons chosen and appointed not by us, but by the political parties and then I find it hard to believe that a Parliament thus elected can successfully deal with a constituent phase and true renewal of Italian society. The time required to change the electoral law still exist, but the days are ending and the impression is that at the end of this law face the most comfortable, the PDL who proposed and voted in his time with the Lega and also to PD who had rejected but now perhaps being re-evaluated.

Without a new electoral law, I fear that all parties are making efforts to propose a new dress "clean" and in order for the elections are useless. It 'good that our politicians know it, this time the Italians are not willing to make concessions to anyone. If the names of the candidates will be the usual suspects, the anti-politics and win the turnout and that we should not augurarcelo for any reason.

Last little thought provoking, but not so: and if we asked you to apply Italian Premier Italy in a foreign leader?