Ci sono persone così povere che l'unica cosa che hanno sono i soldi.

Santa Madre Teresa di Calcutta

mercoledì 24 aprile 2019

25 aprile 1945

Corriere della Sera del 26 aprile 1945
Rileggendo i post più recenti pubblicati sul blog, mi sono reso conto che l’ultimo che tratta un argomento politico l'ho scritto quasi un anno fa. Si riferisce al giuramento de il governo giallo-verde in carica ancora oggi.

Dal 2 giugno 2018 non ho più pubblicato un post con un tema politico. Nonostante ogni giorno legga i giornali, ascolti i TG e commenti gli avvenimenti politici con i colleghi, qualcosa mi impedisce di appassionarmi a questo governo come ai precedenti.

Riguardando quell’ultimo post, la mente è tornata a quei giorni di inizio estate del 2018 e alle aspettative, molto alte, nei confronti dei due partiti che avevano stretto l’alleanza per governare il Paese.

Dopo quasi un anno cosa è stato realizzato? 


Qualcosa di quanto dichiarato nel patto di governo sicuramente è stato fatto: la legittima difesa, la quota cento, il reddito di cittadinanza, il giro di vite allo sbarco dei migranti. Da un certo punto di vista, provvedimenti epocali e considerati “impraticabili” da coloro che hanno preceduto l’attuale esecutivo.

Ma a quale prezzo sono stati attuati tali provvedimenti? 


Vale a dire: l’Italia oggi è un Paese migliore di dieci mesi fa? Si vive meglio? Si ha più voglia di investire pensando al futuro? La povertà è diminuita? Perché se il cambiamento promesso dal governo non porta a questo, allora non è vero cambiamento, ma solo propaganda.

Tra poco più di un mese si presenterà un’importante scadenza elettorale: l’elezione del Parlamento europeo , unica istituzione comunitaria espressa direttamente dai cittadini e per questo dal valore altamente simbolico.

I due partiti di governo si schiereranno su fronti opposti e faranno campagna elettorale divisi. Uniti per governare l’Italia, divisi per governare l’Europa, come del resto lo sono per governare le regioni d’Italia.

Come può questa dicotomia non saltare all’occhio? Come è possibile essere alleati sulla politica interna del Bel Paese e non esserlo nell’amministrazione di una regione o di un comune?

L’impressione è che in questi mesi i due partiti abbiano pensato alla realizzazione del patto di governo, sostenendo a turno il provvedimento proposto dall’altro partito, turandosi il naso e arrampicandosi sui vetri per farlo digerire al proprio elettorato recalcitrante. Fino a quando questo stato di cose potrà durare? E che Paese troveremo al termine di questo percorso politico?

Certo, ormai tutti abbiamo consapevolezza di vivere in una società liquida, per dirla con le parole di Zygmunt Bauman, ma credo che per governare una nazione i partiti politici debbano avere delle pur minime convergenze ideologiche riguardo le tematiche oggetto del patto di governo, unità d’intenti che non ho riscontrato in questo esecutivo.

Ho riscontrato invece in entrambe le classi dirigenti e i massimi esponenti politici dei due partiti una ricerca spasmodica del consenso al proprio operato tramite l'utilizzo dei social. Questo ricercare a tutti i costi una legittimazione popolare, tuttavia, non è mai esente da rischi, presuppone un’educazione civica per nulla scontata nei frequentatori dei social e soprattutto non è garantito che il popolo sappia scegliere sempre per il meglio e il bene comune.

Ne è un esempio recente il caso della Brexit e ne è prova la storia di un uomo di duemila anni fa che, senza colpe, fu portato davanti all’autorità costituita per essere giudicato e venne assolto. Fu invece condannato a gran voce da quel popolo che lo aveva visto nascere e che alla fine ottenne dalla medesima autorità quello che desiderava: la sua crocifissione.

Vi fu errore popolare più grande di questo nella storia?


Ci apprestiamo a vivere la giornata del 25 aprile: riflettiamo su quello che accadde in quei giorni del 1945 e riscopriamo i valori che hanno permesso alla nostra nazione, uscita a pezzi dall’esperienza della Seconda Guerra mondiale, di intraprendere il cammino virtuoso che ci ha condotto sin qui.


Nessun commento:

Posta un commento