L’ultima opera di Giuseppe Carfagno si intitola Umberto è andato in America, con sottotitolo: Diario per un amico.
Confessiamo subito che il libro l’abbiamo letto d’un fiato, e subito ci è piaciuto: per la passione con cui è stato scritto, per l’amore che sgorga dalle pagine ricche di ricordi e di episodi curiosi, riferiti ad un mondo che è stato dei più, ma è ancora nella memoria di pochi, e che il professore di Barile ci ripropone con la consueta maestria, narrandoci le avventure di un ragazzino di dieci anni e dei suoi amici.
Il romanzo è scritto per coloro che vogliono ripercorrere la propria gioventù attraverso il ricordo di episodi semplici, quotidiani, vissuti da un gruppo di fanciulli in una Basilicata post bellica, in cui è presente l’essenziale e ancora assente il superfluo, presa come regione simbolo di un’Italia già in cammino e desiderosa di ritrovare i motivi per sperare in una ripresa.
Ma Umberto è andato in America è anche l’occasione per i più piccoli di conoscere le origini della propria famiglia, di scoprire cosa facevano e come si divertivano i propri nonni all’inizio degli anni Cinquanta.
E così ecco il gruppetto di amici andare alla ricerca dell’aereo caduto, partire per una giornata di pesca al lago, un’avventura nel bosco o perdersi nella grotta del brigante…
Ma il titolo del romanzo, a cosa si deve? Chi è Umberto? E perché è andato in America?
Umberto è l’amico del cuore di Giuseppe, l’altro ragazzino protagonista del romanzo, che fa da narratore e da fil rouge per l’intera opera. Perché Umberto sia andato in America, sempre che vi sia andato, noi ora, qui non ve lo diciamo!
Una cosa però ci sentiamo di dirvi: leggete il libro in compagnia del vostro nipotino e insieme vivrete un’emozione indimenticabile.
Arricchiscono l'opera le piacevoli illustrazioni di Alessia Coppola.
Giuseppe Carfagno, Umberto è andato in America, il Ciliegio Edizioni, 2017