La politica italiana sta attraversando uno dei suoi periodi bulimici. Il motivo? Le prossime tornate elettorali che nel 2016 potrebbero disegnare uno scenario diverso del panorama politico. Analizziamo le diverse proposte in campo.
Il partito del Premier. Renzi quest’anno ha sicuramente consolidato la propria leadership come Capo del Governo, sia internamente che all’estero. Ciò è dovuto in parte anche alla mancanza di concorrenti, come più volte denunciato. Resta il fatto che i provvedimenti concreti portati avanti dal Governo con forza e decisione in campo economico ed istituzionale lo hanno fatto apparire come l’uomo del fare in contrapposizione all’immobilismo vissuto dal nostro Paese nel precedente ventennio. All’interno del suo partito di origine invece, se è vero che Renzi è riuscito ad emarginare una parte della minoranza che lo fronteggiava, fino a farla uscire dal partito stesso, non è ancora stato capace di costituire una squadra vincente e di imporla nei posti di responsabilità degli Enti amministrativi territoriali più importanti (Regioni e Comuni). Ma non solo, dopo il caso Paita in Liguria e Moretti in Veneto, dopo il problema De Luca in Campania, all’orizzonte si stanno profilando grossi nuvoloni per le prossime amministrative a Milano, Roma e Napoli.
L’altra parte della medaglia. Nel cosiddetto centro destra sembra che si faccia a posta a copiare le divisioni interne di cui sino ad ora solo il PD poteva vantarsi di possedere. I leader, veri o sedicenti, ormai non si contano più: Alfano, Fitto, Meloni, Salvini, Passera, Della Valle e l’intramontabile Berlusconi. Alcuni, gli innovatori, desiderosi di scimmiottare la sinistra fino in fondo, inseguono la consacrazione delle primarie, altri, i nostalgici del ventennio, invece restano ancora legati all’investitura sacerdotale fornita dall’ex Cavaliere. E poi Tizio che non parla con Caio, ma solo con Sempronio ecc. ecc. Veramente un bell’esempio di unità che viene proposto al popolo, nell'interesse del quale tutte le forze in campo dichiarano di agire.
Infine il terzo polo attrattivo delle prossime sfide elettorali: il Movimento 5 Stelle. Ormai dopo due anni di presenza in Parlamento e con l’esperienza del sindaco di Parma avviata, i rappresentanti del Movimento hanno preso le misure della politica praticata e non solo parlata, e si sono fatti conoscere anche dagli elettori. Risultati: probabilmente inferiori alle aspettative. In questi mesi di presenza nelle massime istituzioni ci si aspettava di più da un così numeroso gruppo di deputati e senatori. Essi hanno dimostrato di non scegliere quasi mai la via del compromesso (contribuendo a portare a casa comunque un risultato) ma di perseguire unicamente il proprio obiettivo di programma (e quindi quasi sempre ottenendo risultati concreti pari a zero). Così facendo, sino a quando questa forza politica non otterrà il 51% dei seggi, risulterà del tutto inutile come presenza in Parlamento. Un vero peccato perché alcune istanze dei 5 Stelle potevano contribuire a cambiare la vita politica italiana.
Tiriamo le conclusioni. Che 2016 potremo aspettarci con queste premesse e con sullo sfondo un anno ad altissima tensione per quanto riguarda la sicurezza interna ed internazionale? La sfera di cristallo non ci dice nulla, questo è ovvio. E’ molto probabile, stante la situazione ancora instabile politicamente, e non solo, del nostro Paese, che si arriverà a fine 2016 con l’attuale Governo ancora in carica.
Come scrive Chesterton, il pensatore preferito dal nostro Premier, il mondo non morirà mai di fame per la mancanza di meraviglie, quanto per la mancanza di meraviglia. Beh, almeno da questo punto di vista siamo certi che anche nel 2016 l’Italia ce la farà a sbarcare il lunario!