Incontriamo oggi a tu per tu l’amico scrittore Giuseppe Carfagno: 69 anni, scrive da tanto tempo, sia per la scolastica che per la varia. Prof. di lettere alle scuole medie per quasi 40 anni, prima ha insegnato alle scuole elementari. Attualmente è docente all’Humaniter. Con tutti i suoi allievi ha sempre seguito il metodo sperimentale e soprattutto ha motivato la loro curiosità che è la molla del sapere.
Domanda: Da cosa trae origine il tuo amore per la scrittura? O, se vogliamo cambiare angolazione alla domanda: scrittori si nasce o si può diventare?
Si diventa scrittori quando si ha qualcosa da raccontare e la si vuole raccontare e condividere con altri. Qualcosa da raccontare non è solo la propria esperienza, ma è l’insieme delle proprie emozioni, della propria visione della vita, dei progetti per il futuro, delle figure affettive che ci guidano da piccoli. Ecco, tutto questo, ben amalgamato viene poi comunicato con una storia che pesca in quello scrigno. Naturalmente, come humus essenziale ci deve essere l’abitudine e l’amore per la lettura, i libri oggetto del quotidiano in ogni angolo della casa, di uso comune, libri di generi diversi, di autori diversi adatti ai componenti della famiglia. Quindi, un po’ si nasce e un po’ si diventa se l’ambiente, la scuola e gli amici leggono e propongono esperienze culturali.
Domanda: Tu hai scritto numerosi libri per ragazzi, da dove prendi l'ispirazione per rivolgerti a quel particolare pubblico e cosa differenzia, se esiste una differenza, scrivere per un giovane di 10 anni, o poco più, rispetto a scrivere un romanzo avendo in mente un pubblico adulto?
Ho detto all’inizio che la molla per apprendere è la curiosità. Se racconto un periodo storico con un romanzo, anziché con un elenco di guerre e generali, motivo maggiormente i lettori. Ecco, allora, Ciro, il piccolo dinosauro italiano per raccontare l’evoluzione dell’uomo, La mummia venuta dal ghiaccio per raccontare la vita dell’uomo nel neolitico, Il figlio del giaguaro, per raccontare in parte il nazismo, Il medaglione del cobra col mistero della Sfinge, Sogno per conoscere Leonardo, Titina, storia di un cane Nobile con l’avventura sul Polo Nord. Ho preso sempre spunto da fatti veri che poi ho romanzato, ho preso spunto dal sociale, da personaggi veramente esistiti, Umberto è andato in America, Bruno, un cucciolo da salvare. Oppure da situazioni da affrontare, come il bullismo, ed ecco L’isola dei gabbiani. Non è facile scrivere per ragazzi, perché devi ragionare come loro, far parte dei loro gruppi e esprimerti come loro. Certo, devi usare un linguaggio adeguato, non bacchettone e monotono, bensì stimolante, originale ed educativo. Scrivere per adulti è più semplice dal punto di vista del linguaggio, più complesso per il contenuto. La Masseria delle ginestre che narra 170 anni di storia di una masseria della Basilicata mi è costata tanto lavoro di ricerca, raccolta di interviste ad anziani, consultazione di documenti, ma sono stato più libero nella scelta dei personaggi e registro linguistico.
Domanda: Nei tuoi testi emerge spesso il legame con il passato, la storia, che può essere la storia del protagonista del libro, della sua famiglia, oppure anche i grandi avvenimenti storici d'Italia: che valore dobbiamo dare ai ricordi nel nostro tempo presente, che sembra quasi esclusivamente fondato sull'attimo fuggente?
È vero, molti dei miei romanzi narrano del passato, ma hanno una sequenza che si svolge nel presente e che si intreccia con quella antica. Questo significa che il presente è innestato sul passato e prima o poi verrà fuori. I ricordi sono fondamentali, ognuno di noi ne accumula da giovane e non se ne avvede, poi verranno fuori perché sono la nostra cultura che ci guida verso il futuro. Di prossima pubblicazione un romanzo per giovani sul mondo di una band musicale, un thriller per ragazzi ed uno per adulti.
Domanda: Che consigli daresti oggi, in base alla tua esperienza, ad un giovane che fosse interessato ad avvicinarsi alla scrittura creativa?
Leggere, leggere, leggere e scrivere, scrivere, scrivere. Solo con l’esercizio quotidiano si sviluppano le proprie potenzialità, si migliora e si affina lo stile narrativo. Importante è, anche, seguire dibattiti, presentazioni di libri, fiere letterarie, parlare con gli autori e gli editori presenti, essere attivi intellettualmente.
Domanda: Purtroppo i dati e le statistiche ci dicono che gli italiani sono un popolo di non-lettori. Da cosa deriva secondo te questo disamore per la lettura? E da scrittore, ma ancor prima da insegnante, quali strumenti, quali metodi, quali mezzi ritieni che si possano utilizzare per far interessare di più i nostri concittadini alla lettura di un libro?
Sicuramente il prezzo alto dei libri non incentiva la lettura. Molte librerie stanno attirando nuovi lettori con serate a tema, incontri con autori, promozioni occasionali, aperitivi e colazioni letterarie… La pubblicità televisiva e dei social a favore del libro sarebbe auspicabile, anche i gruppi di lettura sui mezzi pubblici, presenza di libri a disposizione nei luoghi dove si fanno lunghe file (banca, medico, ospedali…), booksharing in alberghi, bar, locali di intrattenimento.
Domanda: So che oltre a continuare a scrivere, collabori con una casa editrice in qualità di talent scout. A questo proposito, volevo farti una domanda sul mondo dell'editoria, anch'esso molto cambiato in questi ultimi anni grazie alle nuove tecnologie. Oggi un esordiente potrebbe saltare tutta la trafila tradizionale (spedizione del manoscritto, attesa della lettura da parte dell'editor, eventuali modifiche da apportare al testo per renderlo più commerciale e infine, se tutto va bene, pubblicazione dell'opera) e auto pubblicarsi direttamente il testo tramite un sito editoriale on line. Tu cosa pensi di questi nuovi strumenti di pubblicazione di un testo letterario?
I grandi gruppi editoriali hanno fagocitato i piccoli editori e l’editoria indipendente fatica a restare attiva. Non ho ancora effettuato auto pubblicazioni e non so se in futuro lo farò. Certo l’esordiente può autopubblicarsi facilmente, ma quanti compreranno il suo libro? E quale garanzia ti dà sulla correttezza e coerenza del testo? Molti sottopongono il proprio lavoro ad una severa verifica e danno un prodotto serio e ben riuscito, ma tanti non lo fanno. Diciamo che le case editrici mi danno più garanzie. Però è un’esperienza che non escludo per il futuro.
Domanda: Infine, per concludere: esiste un libro, un romanzo, un testo che ami particolarmente e di cui consiglieresti la lettura?
Sì, ho letto più volte Il gattopardo, mi affascina con le atmosfere ed i personaggi, forse anche perché ho visto più volte il film.
Ringraziamo Giuseppe Carfagno per la bella intervista che ci ha rilasciato e gli auguriamo di scrivere ancora tante belle storie, che sono la benzina che alimenta il motore del cuore dell'uomo.