Consueto appuntamento al Salone del Libro di Torino con l’AIE, l’Associazione Italiana Editori che
ha fornito i dati sull’editoria italiana del 2018.
Convegno AIE al Salone del Libro di Torino 2019 |
Come vanno le cose nel mondo dei libri?
Potremmo riassumere
che vanno come va l’Italia, stabile con outlook negativo.
In un arco di tempo di dieci anni, il mercato italiano dell’editoria
ha perso circa 300 milioni di euro di fatturato chiudendo il 2018 con 3,1 mld
di ricavi complessivi.
Questo dato dimostra comunque come l’editoria italiana rimanga
il principale fornitore di contenuti culturali del Paese, davanti a Canali TV privati
a pagamento (che seguono a breve distanza) e pubblici (RAI), Stampa quotidiana
e altro.
A livello europeo, rimaniamo la terza/quarta industria
editoriale anche se i lettori italiani continuano a mantenere bassi due indici:
quello di lettura pro capite di libri e quello di comprensione dei pochi testi
letti. In Italia pochi lettori (circa 5 milioni di persone pari al 18% dei
lettori) leggono più di 12 libri all’anno, contribuendo al 45% del fatturato
complessivo del settore, mentre 11,1 milioni di italiani leggono da 1 a 3 libri
l’anno. Nell’insieme, gli italiani che hanno acquistato almeno un libro nel
2018 sono stati circa 28,3 milioni, gli altri italiani non ne hanno acquistato nemmeno
uno.
Nel convegno si sono analizzati nel dettaglio i mutamenti intervenuti
nei comportamenti del lettore. Per curiosità sono andato a rileggermi il
rapporto del 2010 (quindi con i dati riferiti al 2009). Si parlava del nuovo mercato
degli ebook e nel Natale 2009 quel mercato aveva fatto segnare 1,1 milione di
euro di ricavi (lo 0,03% del fatturato).
Nel 2018 il canale degli store on line
ha coperto il 24% delle vendite complessive di libri e il segmento ebook da
solo vale il 16% del mercato italiano; tengono il passo le catene di librerie,
mentre perdono quote di mercato le librerie singole/familiari e perde quote (da
8% a 6,6%) la GDO.
Ripartizione canali vendite libri |
Risulta evidente che cambiando le modalità di acquisto dei
libri da parte del lettore, sono mutati anche i riferimenti motivazionali che
spingono all’acquisto di un libro.
Perdono importanza il consiglio del libraio
di fiducia e la prossimità fisica del punto vendita con l’esposizione della
copertina, mentre acquista importanza il mondo dei social con le community di
lettori e i book blogger, mentre il primo impulso all’acquisto di un libro
rimane sempre il passaparola di un amico.
Il vero problema per il mercato dell’editoria italiana
rimane quello di aumentare il numero dei lettori, anche perché se si guarda con
un’ottica di medio periodo, la popolazione tende all’invecchiamento e i giovani
lettori da “coltivare” saranno sempre meno.
Inoltre, e gli studi medici recenti
lo confermano, le nuove generazioni che si stanno formando la mente su
piattaforme digitali sin dall’infanzia, acquisiscono capacità cognitive di
lettura differenti da quelle delle generazioni precedenti. A questo proposito segnalo
l’interessante libro di Maryanne
Wolf, Lettore vieni a casa.
Anche il libro del futuro dunque dovrà essere differente per attrarre i giovani nativi digitali?
Nella seconda parte del convegno si è analizzata l’influenza
delle serie televisive sulle vendite dei libri che le hanno originate (es. tra
tutti l’attuale serie televisiva di successo Trono di Spade).
Grafico vendite libri Trono di Spade |
Il mondo delle fiction tv viene considerato da più parti
come il nuovo “nemico”, la nuova frontiera contro cui l’editoria deve fare i
conti per mantenere il proprio “spazio vitale”.
In realtà il risultato dell’analisi compiuta è stato che la messa in onda delle serie televisive ha generato un riscontro positivo sulle vendite di tutti i libri da cui la serie ha preso spunto. Pertanto, se il fenomeno delle serie tv può essere considerato un “concorrente” alla lettura di un libro, tuttavia è indubbio che agisca da detonatore per l’acquisto dei libri da cui la fiction è stata generata.
In realtà il risultato dell’analisi compiuta è stato che la messa in onda delle serie televisive ha generato un riscontro positivo sulle vendite di tutti i libri da cui la serie ha preso spunto. Pertanto, se il fenomeno delle serie tv può essere considerato un “concorrente” alla lettura di un libro, tuttavia è indubbio che agisca da detonatore per l’acquisto dei libri da cui la fiction è stata generata.
Quale futuro per l’editoria italiana?
Noi crediamo che il compito principale di un editore sarà sempre
quello di cercare una buona storia e pubblicarla attraverso ogni canale che la
tecnologia strada facendo gli offrirà. Una storia capace di affascinare un
bambino, di colpire un giovane e di commuovere un adulto.
Il resto siamo sicuri che verrà da sé.
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