Ci sono persone così povere che l'unica cosa che hanno sono i soldi.

Santa Madre Teresa di Calcutta

mercoledì 13 giugno 2012

Non possiamo non dirci ateniesi

Platone nasce ad Atene nel 428 prima di Cristo. Aristotele, suo allievo, nasce a Stagira nel 384.
Bastano questi due nomi per far emergere dalla nostra memoria il ricordo del contributo offerto alla formazione del pensiero europeo da parte della Grecia. E non parliamo di un contributo vecchio di 2.500 anni. Senza il pensiero e gli scritti di Platone e di Aristotele la nostra attuale civiltà “occidentale” sarebbe diversa.
Cosa voglio significare con questo inizio? Semplicemente che oggi l’Europa, meglio, l’Unione europea non può trattare la Grecia, i Greci, come l’ultima ruota del traballante carro europeo. Il popolo greco merita più rispetto per il proprio passato e per il presente, carico di difficoltà non completamente a lui imputabili.
Dopo quasi sette anni di “cura” economica / finanziaria da parte degli organismi europei, è evidente che la terapia prescritta alla Grecia è stata sbagliata, quantomeno nei tempi, ma probabilmente anche nel metodo. Non si può inasprire la tassazione e chiedere rigore fiscale e tagli di salari e pensioni pretendendo in pochi anni di risanare il bilancio pubblico di un Paese di poco più di dieci milioni di abitanti senza importanti imprese produttive e senza materie prime da sfruttare. Non ci vuole una laurea in economia per capire ciò, basta il buon senso. Per esempio  i miliardi di euro concessi alla Grecia in questi sette anni, in cambio del rigore nei conti pubblici che ha prodotto solo altra crisi, senza crescita e sviluppo, sono molto inferiori a quelli concessi, dalla BCE tra la fine del 2011 e l’inizio del 2012, alle banche europee, senza però che queste banche venissero nazionalizzate e senza curarsi in che modo queste banche spendessero le risorse ricevute. Non è stata imposta loro nessuna politica di ridimensionamento, di austerity, di rigore nel comportamento da tenere nei confronti della finanza non regolamentata (OTC). 
Occorre quindi affrontare il problema con un’altra ottica, se lo si vuole risolvere. Occorre ammettere che si è sbagliata la cura e occorre fare scelte politiche europee differenti se si vuole evitare che la situazione greca precipiti e trascini con sé problemi ben più seri e gravi che minerebbero alla radice la tenuta della stessa Unione europea con la sua moneta unica.
Un giorno gli storici ci spiegheranno che cosa non ha funzionato nei primi dieci anni di vita della moneta unica. Certamente oggi, al di là dell’esito delle elezioni politiche che si terranno in Grecia domenica prossima, che più che elezioni hanno il sapore di un referendum, pro o contro il rigore chiesto dalla troika europea, tutti noi ci auguriamo che l’Unione europea sappia trovare un nuovo modo di affrontare la situazione greca. Il bene comune europeo deve prevalere sugli interessi, spesso ancora contrapposti, dei principali Stati europei.
Altrimenti occorre avere il coraggio di ammettere che l’unione politica economica degli Stati che compongono il Vecchio Continente era solo utopia.  Però questo fallimento ricadrebbe solo sugli attuali politici europei che si stanno rivelando miopi ed incapaci di mettere in campo idee nuove per affrontare sfide nuove. I popoli, i giovani europei chiedono più Europa, non meno Europa.    
Come scrisse Thomas Mann, in tempi diversi dai nostri,  ne La montagna incantata, (1924) : “ L'Europa è la terra della ribellione, della critica e dell'attività riformatrice”.  Credo che questa riflessione sia valida anche oggi.  Penso che oggi sia arrivato il tempo di ribellarsi a questo presente opaco, di criticare quello che è stato fatto sino ad ora, ma è anche il tempo di riformare e far nascere una nuova idea di Unione europea, più vicina ai popoli e meno ai politici burocrati e alla finanza. E domenica 17 giugno non possiamo non sentirci vicini ai cittadini ateniesi.


martedì 12 giugno 2012

Translation of the post of June, 11

the Minister's emergency exit 

If we forget that the author, Giulio Tremonti, Minister of Economy has been in all the governments of Berlusconi as well as personalities of the world economic and financial recognized internationally, if we forget that for nearly twenty years was in the cabin director of the Italian and European politics, well, if we forget this, then the last book written by former minister (Exit in, publisher Rizzoli, first edition in January 2012) seems written by a man, an economist from outside the schemes and logics that governed Italy and Europe in recent years. And 'as if the Capital had been written by Adam Smith and not Karl Marx, so to speak.

The work begins with this sentence: "The basis of the financial market is a powerful and dominant ideology that tends to zero the better part of human nature, shortening the economy and the economy in finance, a monster today is fed divorandoci and finally devouring "(p. 8).

The book recounted the facts, episodes and reflections that the author has seen and lived for the past five years, from 2007 to the present day. The analysis is lucid and in some places even tough and outspoken. For Tremonti at the base of the current crisis there have been three tragic mistakes made by the policy: no one has understood the difference between a normal business cycle and a historic crisis, it is paid with public money on private account of chance, and then exchanged false rules for real rules.

An important part of the book is devoted to the current era of globalization, with the power acquired by big business and now also globalized de-given responsibility to get the current issues regarding the future of the single currency and European unity itself.

The work closes with the four proposals, the four hypotheses as called Tremonti, to try to exit the current crisis. Sensible assumptions, questionable assumptions, but still intended to participate in politics to take a position, given that doing nothing to address the crisis we would definitely straight to disaster. This is ultimately the position of the former minister, a position that we sincerely share. It 'clear that, in fact, since 2007 has continued with the old policies that have given rise to this crisis and has not done anything to seek new ways out.

At this point, however, I would ask the author only one question: who could suggest new ways to propose to the Italian government and the governing bodies of the European Community: the undersigned or a man like Giulio Tremonti?


lunedì 11 giugno 2012

L'uscita di sicurezza del ministro

Se ci dimentichiamo che l’autore, Giulio Tremonti, è stato ministro dell’Economia in tutti i Governi Berlusconi nonchè personalità di spicco del mondo economico finanziario riconosciuta a livello internazionale, se ci scordiamo che per quasi una ventina d’anni è stato nella cabina di regia della politica italiana ed europea, beh, se ci dimentichiamo tutto ciò, allora l’ultimo libro scritto dall’ex ministro (Uscita di sicurezza, editore Rizzoli , prima edizione gennaio 2012) sembra scritto da un uomo, da un economista fuori dagli schemi e dalle logiche che hanno governato l’Italia e l’Europa in questi ultimi anni. E’ come se il Capitale fosse stato scritto da Adam Smith e non da Carl Marx, tanto per intenderci.
L’opera inizia con questa frase: “ Alla base del mercato finanziario c’è un’ideologia potente e dominante che tende ad azzerare la parte migliore della natura umana, riducendo la vita nell’economia e l’economia nella finanza, un mostro che oggi si alimenta divorandoci e infine divorandosi” (pag. 8).
Nel libro sono raccontati fatti, episodi e riflessioni che l’autore ha visto e vissuto negli ultimi cinque anni, dal 2007 ai nostri giorni.  L’analisi è lucida e in certi tratti anche dura e schietta. Per Tremonti alla base della crisi attuale ci sono stati tre tragici errori compiuti dalla politica: non si è compreso la differenza tra un normale ciclo economico e una crisi storica; si è pagato con denaro pubblico il conto dell’azzardo privato e infine si sono scambiate regole false per regole vere.
Una parte importante del libro è dedicata all’attuale epoca della globalizzazione, con il potere acquisito dalla grande finanza ormai anch’essa globalizzata e quindi de-responsabilizzata per arrivare agli attuali temi riguardanti il futuro della moneta unica e della stessa unità europea.
L’opera si chiude con le quattro proposte,  le quattro ipotesi come le chiama Tremonti, per cercare di uscire dalla crisi attuale.  Ipotesi sensate, ipotesi discutibili, ma comunque destinate a far prendere alla politica una posizione, posto che il non far nulla di fronte alla crisi ci porterebbe sicuramente dritti alla catastrofe.  Questa è in ultima analisi la posizione dell’ex ministro, posizione che noi sinceramente condividiamo. E’ evidente come, nei fatti, dal 2007 ad oggi si sia continuato con le vecchie politiche che hanno originato questa crisi e non si sia fatto nulla per cercare nuove vie d’uscita.
A questo punto però, rivolgerei all’autore solo una domanda: ma chi poteva suggerire nuove strade da proporre al Governo italiano e agli Organismi direttivi della Comunità europea: il sottoscritto o un uomo come Giulio Tremonti?


lunedì 4 giugno 2012

Translation of the post of June, 3

From Milan to Philadelphia


With the Holy Mass celebrated at the airfield at Bresso front of a million people, the Pope concluded this morning, the VII World Meeting of Families held in Milan. What remains of this week conceived and dedicated by the Church to the family? Beyond all that has been said in defense of the family as the main place for the human and spiritual growth of our children, we hope that tomorrow, in Italy, foreign exchange policy in favor of families. It changes with concrete attitudes with actions aimed at supporting families, especially those more and those who take charge of situations in which there is a sick man, grave, or an elderly person no longer viable. Italy is the country where all the politicians in their speeches supporting the family, promising policies to benefit and advantage, but then the country, in Europe, lagging behind the concrete realization of these speeches.

The way to help families have the most varied and can be implemented even in times of economic crisis. It may be coincidence that the countries in Europe, which help more families in different ways (Germany and France for example) suffer less from this difficult period? Certainly not enough to help families recover from the crisis, but it would be a good starting point. Hopefully this week dedicated to the family is the turning point because from tomorrow everyone can take practical action to support families, to have in place plans and tangible actions. Italians are now ripe to assess the seriousness of the policies and proposals in a year the government elections, which occur not easy for the parties, given the continuing economic crisis, surely reward those forces that have most consistently supported the Italian families.

We hope that in Philadelphia, in 2015, the Italian families may be present at the meeting by telling the world the change taking place in our country. We thank all the Church has brought to the attention of us all this fundamental theme is the theme of the family, the first cell from which originates the social and civic life of every nation and in which every human being is recognized. No coincidence that Jesus, the Son of God entered the history of man through the Holy Family of Mary and Joseph.

domenica 3 giugno 2012

da Milano a Philadelphia

Con la Santa Messa celebrata al campo volo di Bresso davanti ad un milione di persone, il Papa ha concluso questa mattina il VII incontro mondiale delle Famiglie tenutosi a Milano.
Cosa rimane di questa settimana pensata e dedicata dalla Chiesa alla famiglia? Al di là di tutte le parole spese a difesa della famiglia come luogo principe per la crescita umana e spirituale dei nostri figli, noi ci auguriamo che da domani, in Italia, cambi la politica a favore delle famiglie. E cambi con atteggiamenti concreti, con azioni mirate a sostenere le famiglie, soprattutto quelle più numerose e quelle che si fanno carico di situazioni in cui è presente un malato, anche grave, o un anziano non più autosufficiente. 
L'Italia è il Paese dove tutti i politici nei loro discorsi sostengono la famiglia, promettendo politiche di favore e di vantaggio, ma è poi il Paese, in Europa, fanalino di coda nella realizzazione concreta di questi discorsi. 
Le modalità per aiutare le famiglie sono le più varie e si possono attuare anche in tempi di crisi economica. Sarà forse un caso che i Paesi, in Europa, che più aiutano le famiglie, in diversi modi (Germania e Francia per esempio) soffrono meno questo periodo di difficoltà? Certo, aiutare le famiglie non basta per uscire dalla crisi, ma sarebbe già un buon punto di partenza.
Speriamo che questa settimana dedicata alla famiglia sia il punto di svolta perchè da domani tutti coloro che possano agire concretamente a sostegno delle famiglie, mettano in atto piani e azioni tangibili.
Gli italiani ormai sono maturi per valutare la serietà delle proposte politiche e tra un anno le elezioni governative, che si presentano non facili per i partiti, stante il perdurare della crisi economica, premieranno sicuramente quelle forze che più avranno sostenuto concretamente le famiglie italiane.
Noi ci auguriamo che a Philadelphia, nel 2015, le famiglie italiane possano essere presenti all'incontro mondiale raccontando il cambiamento in atto nel nostro Paese.
Ringraziamo ancora la Chiesa che ha posto all'attenzione di tutti noi questo fondamentale tema che è il tema della famiglia, prima cellula da cui si origina la vita sociale e civile di ogni Nazione e nella quale ogni essere umano si riconosce. Non a caso Gesù stesso, il Figlio di Dio, è entrato nella Storia dell'Uomo per il tramite della Sacra Famiglia di Maria e Giuseppe.