Mancano ormai una manciata di ore e poi conosceremo la sorte che toccherà al primo Governo Letta.
La situazione che stiamo vivendo è paradossale, se ci pensiamo bene: la sorte del Governo del Paese dipende dalle sorti giudiziarie del leader politico di un partito che sostiene il Governo. In Paesi normali, diciamo meglio, normalmente, il leader di un partito che sostiene il Governo del proprio Paese non avrebbe guai giudiziari, o se li avesse, non sarebbe il leader politico di un partito che sostiene il Governo.
D'altra parte, si dovrebbe anche dimostrare quale sarebbe il male minore: la continuazione del Governo Letta oppure andare a nuove elezioni?
Personalmente riteniamo che la discussione e i temi politici affrontati in questi mesi dal Governo non abbiano ancora toccato e messo in evidenza i punti fondamentali che costituiscono, che originano il deficit strutturale che affligge il nostro Paese rispetto alle altre nazioni parimenti industrializzate.
Quando un Paese come l'Italia paga ogni anno 100 miliardi di euro di interessi sul proprio debito pubblico, capite che il margine di manovra per qualsiasi Governo è nullo se non si taglia per prima cosa il debito che li genera. Tanto per essere chiari: la manovra di cancellazione delle provincie in corso di approvazione in Parlamento si calcola che dovrebbe far risparmiare spese per un miliardo di euro all'anno!
Poi c'è il capitolo del lavoro nero: le stime dicono che sono tre milioni i lavoratori irregolari in Italia con un'evasione fiscale derivante di 40 miliardi di euro all'anno… altro che manovra sull'Imu o sull'Iva.
Terzo tema: con una pressione fiscale come quella attuale è impossibile parlare di crescita, perché la crescita, se anche ci fosse, sarebbe soffocata dalla medesima pressione fiscale il che porterebbe a nuova evasione e quindi il cerchio non si chiuderebbe mai.
Si potrebbe continuare, ma tant’è. Solo una cosa chiediamo a questo Governo che si è definito di servizio per il Paese: non prendiamoci in giro.
Sino a quando non si affronteranno le tematiche di cui sopra non si riuscirà ad invertire la rotta. Ma per affrontare questi temi, occorre la consapevolezza in primis nella coscienza delle persone, dei politici, della classe dirigente del Paese.
I concetti di legalità, di uguaglianza, di ridistribuzione delle ricchezze, di lavoro regolare per tutti, devono riprendere ad essere presenti nella vita della nostra comunità, altrimenti la crisi economica continuerà e anzi aumenterà. Da questo punto di vista, l’avvento inaspettato, provvidenziale del nuovo Papa Francesco ci potrebbe essere molto d'aiuto: speriamo che gli italiani possano trarre dalle sue parole, dal suo Magistero pensieri ed idee illuminanti.
L'altro aspetto che deve entrare in gioco in questo periodo così turbolento è quello del compito educativo che spetta a noi adulti (insegnanti e genitori) nei confronti dei nostri figli.
Forse anche noi genitori, noi insegnanti dobbiamo fare autocritica e riconsiderare i valori che abbiamo praticato e trasmesso, con coscienza o meno, sino ad ora ai nostri ragazzi. Ha scritto Jonah Lynch nel suo ultimo libro, Egli canta ogni cosa: “Conoscere la verità è una grande avventura ed è anche un grande rischio. Potresti scoprire che devi cambiare idea su qualcosa. Potresti anche scoprire che devi cambiare vita”.
Meditiamo gente, meditiamo…