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Santa Madre Teresa di Calcutta

mercoledì 4 settembre 2019

Nasce il secondo Governo Conte

I ministri del secondo Governo Conte

Il secondo governo Conte si appresta a giurare nelle mani del Presidente della Repubblica, ponendo fine alla crisi politica estiva iniziata ai primi di agosto con la minaccia del leader della Lega, Salvini, di sfiduciare lo stesso Conte, alla guida del suo primo governo.

Cosa sia successo e come sia terminata la vicenda è ormai cosa nota.

Nel mio post del  9 agosto  mi auguravo per il nostro Paese quello che poi è accaduto e cioè che le forze politiche responsabili trovassero il coraggio per dare vita ad un nuovo Esecutivo, evitando il ricorso alle elezioni anticipate che ci avrebbero portato inevitabilmente verso una crisi economico – finanziaria dagli esiti molto incerti.

Sarebbe stato impensabile infatti, in caso di nuove elezioni, evitare l’esercizio provvisorio della spesa pubblica dello Stato perché il nuovo governo, che sarebbe stato votato dal neoeletto parlamento, non avrebbe avuto i tempi tecnici minimi per confezionare la legge finanziaria del 2020.

Questo esercizio provvisorio avrebbe avuto come conseguenza principale l’aumento delle aliquote IVA (già previste in casi simili) che avrebbero comportato la totale asfissia del mercato interno. Considerando che le esportazioni nel corso del 2019 sono al palo (causa la frenata della Germania, nostro principale mercato di sbocco europeo) lo scenario per il nostro sistema economico sarebbe stato quasi apocalittico.

Questa visione, assolutamente realistica e non frutto di fake news, è lo sfondo davanti al quale i leader politici nel mese di agosto si sono mossi ed hanno commentato la situazione politica, via via che evolveva. Proviamo a fare un breve sunto di quello cui abbiamo assistito.

Il leader della Lega con le sue molte dichiarazioni (che ritengo frutto della sua assoluta libertà di pensiero e d’azione e non suggerite da poteri forti) a cui hanno fatto seguito per la verità poche azioni (che i più si aspettavano per coerenza, come per esempio le mancate dimissioni da vicepremier) ha dato il via alla crisi sperando in una rapida soluzione con lo scioglimento del parlamento e la chiamata del popolo a nuove elezioni. 

Non appena la Lega ha staccato la spina al Governo, subito gli pseudo alleati Forza Italia e Fratelli d’Italia si sono accodati nel chiedere le elezioni anticipate. Dei rischi che l’Italia avrebbe corso andando a votare, nessun cenno. Nessun esponente nazionale dei due partiti, persone che fanno politica da decenni, ha informato gli italiani sugli effetti collaterali cui avrebbero potuto essere sottoposti in caso di votazioni in autunno.

I Cinque Stelle hanno reagito allo spin off di Salvini da par loro, incerti sul da farsi: ricorrere alla base, sentire Rousseau, andare a votare, provare a sentire il PD…

E arriviamo al PD. La segreteria con Zingaretti ha esordito su posizioni identiche a Forza Italia e Fratelli d’Italia: alle urne, alle urne!

A questo punto della crisi, credo che gli italiani che ancora provano a ragionare e vogliono capire la politica (e i politici) abbiano rischiato l’infarto. Possibile che il nostro Paese sia in mano a uomini così irresponsabili?

Per fortuna sulla strada questi italiani hanno trovato due statisti: Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica e Matteo Renzi, ex Premier e Senatore della Repubblica.

Il primo ha costretto le forze politiche che siedono in Parlamento, eletto con votazioni politiche a marzo 2018, a verificare se fosse possibile trovare una maggioranza capace di generare un nuovo esecutivo. Il secondo ha fatto sentire la sua voce di leader del PD ed ha detto chiaramente che sarebbe folle andare a votare di nuovo rischiando di portare il Paese verso il caos.

Fortunatamente (per miracolo?) ora dopo ora, giorno dopo giorno, le posizioni che erano minoranza nel Paese sono diventate maggioranza e un plauso particolare bisogna riconoscere al M5S che è riuscito a compattare le diverse anime interne che avevano posizioni differenti sulla soluzione della crisi.

Domani il secondo Governo Conte giurerà nelle mani del Presidente della Repubblica.

Personalmente sono contento, perché sono convinto che in questo momento storico per l’Italia sia meglio avere un governo con i pieni poteri che non averlo. Del resto, coloro che gridano allo scandalo dimenticano che neanche il precedente governo giallo verde era stato scelto dagli italiani, ma votato dai parlamentari eletti. Infatti, la Lega e il M5S si erano presentati alle elezioni su fronti opposti, così come il PD rispetto al M5S.

Inoltre, molti dimenticano che la nostra è una Repubblica parlamentare. Gli italiani eleggono il Parlamento che a sua volta è “costretto” a trovare i numeri per formare il Governo. Le alleanze che i partiti sbandierano prima delle elezioni, non sono assolutamente vincolanti e infatti storicamente si sono frantumate di fronte all’arida regola della matematica: i Governi si formano contando i voti in Parlamento. Questo capita in Italia, come in tutti i Paesi con regole democratiche simili alle nostre. Pertanto, il secondo Governo Conte è assolutamente legittimo, dal punto di vista democratico, così come lo è stato il primo.

Quanto durerà il secondo governo Conte nessuno al momento lo può sapere.  Da parte nostra ci auguriamo che ponga mano con decisione al principale problema tuttora irrisolto: la stagnazione economica che affligge il nostro Paese. Senza una ripartenza della nostra economia, ogni altra azione di Governo, in qualsiasi settore intervenga, sarebbe vana.

Un pensiero lo dedichiamo alle persone che andranno a ricoprire incarichi importanti e di responsabilità nel nuovo governo: ci auguriamo che abbiano a cuore per prima cosa il bene comune del Paese e dopo il bene particolare del gruppo o corrente o partito politico cui appartengono. Così facendo questo Governo potrà aspirare a durare sino al termine della Legislatura e sono sicuro che gli italiani, persone attente e generose, se ne ricorderanno andando a votare per il Parlamento successivo.

Un ultimo dubbio mi rimane in questi giorni di fine estate. Non si capisce francamente per quale motivo il leader della Lega abbia voluto staccare la spina ad un Governo dove ricopriva la carica di vicepremier e Ministro dell’Interno, senza valutare fino in fondo le conseguenze del suo gesto. Oppure sono state valutate, ma a questo punto lo scenario che ha in mente Salvini è troppo oscuro per comprenderne le ragioni e mi astengo da ulteriori commenti.





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