I recenti scandali che hanno riguardato la gestione del
denaro pubblico affidato a consiglieri e assessori regionali riportano in auge
il tema dell’impianto federalista dell’Italia. In questi ultimi venti anni le regioni
hanno via via acquisito un peso maggiore nella gestione di alcuni grandi capitoli
di spesa, tra tutti il più importante riguarda la sanità, con alterne fortune.
A fronte di regioni c.d. virtuose, ve ne sono state altre meno virtuose o
colpevolmente disastrose. I casi di mala sanità pubblica e di sprechi sono
sotto gli occhi di tutti e non è il caso qui di ricordarli. E non ci interessa porre
l’accento sul differenziale nord sud, perché anche in meridione vi sono
strutture pubbliche che funzionano bene ed erogano servizi di qualità e a costi
comparabili con il nord Italia. La vera domanda è un’ altra: ma con una
gestione centralista, unica, proveniente da super ministeri romani, siamo
sicuri che le cose andrebbero meglio, che ci sarebbero meno sprechi, meno
disservizi, maggiore qualità dei servizi a costi inferiori?
Personalmente nutro dei dubbi.
In Germania il sistema federale è applicato come e forse più
che in Italia e il risultato è una qualità della vita molto soddisfacente per
il cittadino che si vede erogati servizi pubblici funzionanti a costi
sostenibili. Dov’è la differenza? La differenza è nella classifica stilata ogni
anno dal 1993 dalla organizzazione non governativa Transparency International
che analizza e studia i livelli di corruzione nel mondo. Ebbene nel 2011
(ultimo anno analizzato) il livello di corruzione “percepita” (subita) dai
cittadini tedeschi pone la Germania al 14° posto in classifica alla pari con il
Giappone davanti a Regno Unito, Stati Uniti e Francia tanto per citare altre
Nazioni G8, mentre vede l’Italia al 69° posto a pari merito con Ghana,
Macedonia e Samoa. Le prime tre Nazioni “non corrotte” al mondo? Nuova
Zelanda, Danimarca e Finlandia. Per chi fosse interessato ad approfondire l’argomento,
di seguito il link al sito della organizzazione: http://www.transparency.org/
Il vero problema dell’Italia non è quindi l’impostazione
dello Stato che vogliamo dare al nostro Paese, centralista o federalista, il
vero problema è di ordine etico e morale. L’etica deve riguardare i comportamenti
pubblici degli amministratori della cosa pubblica, a qualsiasi livello essi
operino. La morale personale dovrebbe far sì che una persona che gestisce
denaro pubblico ritenga giusto dimettersi dall’ incarico prima che sia la legge
stessa ad imporlo, qualora sia indagata dalla magistratura per ipotesi di reato
riguardanti l’ufficio pubblico che ricopre, ancorchè in attesa di una sentenza
emessa da un Tribunale in nome del popolo italiano. Ora qui si aprirebbe tutto il grande tema della
lentezza del nostro “modello giustizia”, sicuramente fondamentale, ma non è il momento per approfondirlo.
In questo senso la legge “anti corruzione” in discussione in
Parlamento è senz’altro necessaria e ben accetta, ma da sola non riuscirà a
debellare il fenomeno se non verrà accompagnata da un cambiamento che deve
essere culturale, sociale, personale. Per questo ritengo fondamentale partire
dalle scuole, dai giovani per educarli a vedere l’impegno nella politica, nel
sociale, nella comunità come il massimo servizio che una persona possa offrire
al proprio Paese e non , come molto spesso accade ora, come un modo e una
strada facile e veloce per raggiungere posizioni di privilegio, di potere e di
arricchimento personale. Da questo punto di vista, le tanto bistrattate ore di
religione e di educazione civica offrono sicuramente uno spazio temporale che
in classe può aiutare i ragazzi a confrontarsi con proposte e contenuti positivi.
Del resto occorre insegnare ai giovani le regole di comportamento di una
moderna e civile Nazione, ma anche motivare il perché è giusto o sbagliato un
certo comportamento o un certo stile di vita. Senza un punto di fuga verso valori cui fare
riferimento nell’agire politico, il quadro generale risulta sfuocato e prevale l’istintività
(personale o del proprio gruppo/partito) e il soddisfacimento del solo
interesse particolare a scapito di quello pubblico.
Indro Montanelli scrisse
che la corruzione comincia con un piatto di pasta. Forse è il caso di incominciare a pensare ad
una dieta…
Nessun commento:
Posta un commento