Il 25 gennaio 1959 Papa Giovanni XXIII , ispirato dalla
Grazia di Dio, da poco eletto, fece al
mondo l’annuncio dell’indizione di un nuovo Concilio ecumenico, il primo dopo
il Concilio Vaticano I , sospeso nel 1870 e mai formalmente concluso da un
Papa. Dopo tre anni di preparazione, l’11
ottobre 1962 a Roma, con una solenne cerimonia tenutasi nella Basilica di S.
Pietro in Vaticano, Papa Giovanni XXIII diede ufficialmente inizio al Concilio
Vaticano II.
Tutta la Chiesa universale per la prima volta si ritrovò
unita in un sol luogo, la Chiesa europea insieme alla Chiesa africana e a
quella latino – americana. Vi parteciparono circa 2500 tra cardinali, patriarchi
e vescovi di tutto il mondo. La caratteristica pastorale di questo sinodo fu
evidente sin da subito. Non vennero proclamati nuovi dogmi, ma si cercò di
interpretare i segni dei tempi, quello che l’uomo contemporaneo stava vivendo e
come la Chiesa universale potesse farsi presenza viva per quest’uomo. Il successore di Papa Giovanni, Paolo VI nel corso del suo
primo discorso ai padri conciliari indicò i temi principali del Concilio:
definire più precisamente il concetto di Chiesa, il rinnovamento della Chiesa,
la ricomposizione dell’unità tra tutti i cristiani , il dialogo tra la Chiesa e
il mondo contemporaneo.
Il Concilio Vaticano II si chiuse il 7 dicembre 1965. I frutti del lavoro dei padri conciliari furono
4 Costituzioni, 3 Dichiarazioni e 9 Decreti.
Per chi fosse interessato ad approfondire la conoscenza dei testi
conciliari, il riferimento è http://www.vatican.va/archive/hist_councils/ii_vatican_council/index_it.htm
Quello che riteniamo interessante qui evidenziare è come la
Chiesa cattolica, unica tra le grandi religioni presenti nel mondo, per Grazia
di Dio, abbia intuito in anticipo i cambiamenti in atto nella vita sociale e
culturale dell’uomo contemporaneo ed abbia cercato nuove vie, nuove modalità comunicative
per non interrompere il dialogo. Il
medesimo sforzo e lo stesso desiderio comunicativo non sembrano essere stati
compiuti in questi decenni dalle altre religioni, tanto che oggi i cristiani,
nel mondo, sono oggetto di attacchi anche violenti e sanguinari, da parte
soprattutto di estremisti islamici che sono rimasti fermi ai secoli bui delle
lotte di religione e non hanno percepito le novità introdotte dal Concilio
Vaticano II. Gli stessi incontri e gesti
di apertura e amicizia compiuti in questi ultimi venti anni dai successori di Paolo
VI, verso ebrei e musulmani, sono il frutto dei nuovi tempi post conciliari.
L’11 ottobre 2012, a cinquant’anni dall’apertura del
Concilio Vaticano II, si aprirà l’anno
della Fede, indetto da Papa Benedetto XVI l’11 ottobre 2011. Perché l’anno
della Fede? Nella Lettera apostolica del
Papa, Porta Fidei con la quale si
indice l’anno della Fede si legge, tra l’altro: “La fede, infatti, si trova ad
essere sottoposta più che nel passato a una serie di interrogativi che
provengono da una mutata mentalità che, particolarmente oggi, riduce l’ambito
delle certezze razionali a quello delle conquiste scientifiche e tecnologiche.
La Chiesa tuttavia non ha mai avuto timore di mostrare come tra fede e
autentica scienza non vi possa essere alcun conflitto perché ambedue, anche se
per vie diverse, tendono alla verità”. Come si vede, i frutti del Concilio
Vaticano II sono ben vivi e presenti nella Chiesa come nella società contemporanea.
Cos’è la fede per un cristiano? Scrive il Beato Luigi
Giussani nel suo libro Si può vivere così
: “la prima caratteristica della fede cristiana è che parte da un fatto, un
fatto che ha la forma di un incontro… La seconda caratteristica è l’eccezionalità
del fatto… La terza caratteristica è lo stupore: ma lo stupore è sempre una
domanda, almeno segreta… Il quarto fattore è che la fede incomincia esattamente
con questa domanda: Chi è costui?. Ultimo punto: la risposta”
All’uomo contemporaneo la libertà di trovare la risposta più
adeguata, quindi più umana, al suo desiderio di felicità.
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