Come se fosse stato necessario, l'ultima tornata elettorale per l'elezione dei sindaci ha messo in evidenza tutta la fragilità dello schieramento di centro destra della maggioranza che sostiene il Governo delle larghe intese.
Ormai e' chiaro che lo schieramento che fa capo a Berlusconi, comunque lo si voglia chiamare, Popolo della Libertà o Forza Italia, ha perso quel contatto magico che aveva sino a qualche anno fa con l'elettorato.
Alcuni autorevoli esponenti del partito in queste ore si sono affrettati a spiegare che il risultato negativo e' dipeso dal fatto che il Presidente Berlusconi non era direttamente impegnato in queste consultazioni, ma il nocciolo del problema, a nostro avviso, e' proprio questo: può un partito politico che vuole rappresentare il centro destra italiano dipendere unicamente da un uomo di 75 anni?
E' mai possibile che in tutti questi anni il PDL non abbia saputo formare una classe di buoni amministratori locali che goda nel tempo della fiducia degli elettori?
Il motivo di questa debacle forse risiede anche nel fatto che il partito di Berlusconi sta dando un'immagine di se come di un partito vecchio, che non riesce a stare al passo coi tempi. Il fatto che non si sia mai preso sul serio il discorso delle "primarie" interne e che nel PDL le liste vengano sempre scelte dai pochi intimi del Dominus ha forse contribuito a rompere l'incantesimo. Oltretutto Berlusconi non e' più quello di venti anni fa e alcune scelte di candidati sindaci si sono rivelate sbagliate.
Se il centro destra piange, il centro sinistra non può a nostro avviso rilassarsi su una vittoria elettorale comunque di modesta entità, tenuto conto del numero degli elettori coinvolti e dell'astensionismo imperante, ancor più preoccupante se si pensa che si e' trattato di elezioni amministrative.
Le divisioni interne al principale agglomerato della sinistra italiana rimangono. Il PD deve chiarirsi una volta per tutte quali elettori vuole sostenere, a chi vuole rivolgersi e quale visione nuova di Italia vuole proporre. Altrimenti il rischio e' che alle prossime politiche, che questo voto secondo noi hanno reso più vicine, il PD prenda il 10% dei consensi.
Nella crisi identitaria delle due principali forze politiche sta probabilmente la crisi di valori e di fiducia nelle Istituzioni che colpisce il nostro Paese.
Come uscirne?
L'unico punto di partenza che rimane a nostro giudizio valido per tutti coloro che hanno ancora il desiderio di occuparsi di politica, siano essi di destra che di sinistra, e' quello di partire dal concetto di "bene comune" attorno al quale concentrare le forze morali di tutti gli uomini e le donne di buona volontà e le risorse finanziarie disponibili per iniziare un nuovo rinascimento della politica italiana.
Questo non significa Governo di larghe intese, questo significa Governo di una parte che si dedica con passione alla ricerca del bene comune e Opposizione che si dedica con altrettanta passione alla ricerca del medesimo risultato, senza faziosità e senza inseguire interessi di parte.
Come è avvenuto invece in Italia da vent'anni a questa parte.
Nessun commento:
Posta un commento