In questi giorni abbiamo riletto cosa hanno scritto due
grandi Saggi.
Il primo:
“Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, ad
offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo
il vostro culto spirituale. Non conformatevi alla mentalità di questo secolo,
ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di
Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto. Per la grazia che mi è stata concessa, io dico
a ciascuno di voi: non valutatevi più di quanto è conveniente valutarsi, ma
valutatevi in maniera da avere di voi una giusta valutazione, ciascuno secondo
la misura di fede che Dio gli ha dato. Poiché, come in un solo corpo abbiamo
molte membra e queste membra non hanno tutte la medesima funzione, così anche
noi, pur essendo molti, siamo un solo corpo in Cristo e ciascuno per la sua
parte siamo membra gli uni degli altri. Abbiamo pertanto doni diversi secondo
la grazia data a ciascuno di noi. Chi ha il dono della profezia la eserciti
secondo la misura della fede; chi ha un ministero attenda al ministero; chi
l'insegnamento, all'insegnamento; chi l'esortazione, all'esortazione. Chi dà,
lo faccia con semplicità; chi presiede, lo faccia con diligenza; chi fa opere
di misericordia, le compia con gioia.
La carità non abbia finzioni: fuggite il male con orrore,
attaccatevi al bene; amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate
nello stimarvi a vicenda. Non siate pigri nello zelo; siate invece ferventi
nello spirito, servite il Signore. Siate
lieti nella speranza, forti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera,
solleciti per le necessità dei fratelli, premurosi nell'ospitalità. Benedite
coloro che vi perseguitano, benedite e non maledite. Rallegratevi con quelli
che sono nella gioia, piangete con quelli che sono nel pianto.
Abbiate i medesimi sentimenti gli uni verso gli altri; non
aspirate a cose troppo alte, piegatevi invece a quelle umili. Non fatevi
un'idea troppo alta di voi stessi. Non rendete a nessuno male per male. Cercate
di compiere il bene davanti a tutti gli uomini. Se possibile, per quanto questo dipende da
voi, vivete in pace con tutti. Non
fatevi giustizia da voi stessi, carissimi, ma lasciate fare all'ira divina. Sta
scritto infatti: A me la vendetta, sono io che ricambierò, dice il Signore. Al contrario, se il tuo nemico ha fame, dagli
da mangiare; se ha sete, dagli da bere: facendo questo, infatti, ammasserai
carboni ardenti sopra il suo capo. Non lasciarti vincere dal male, ma vinci con
il bene il male. “
Il secondo Saggio ha scritto:
“Se riesci a tenere la testa a posto quando tutti intorno a
te
L'hanno persa e danno la colpa a te,
Se puoi avere fiducia in te stesso quando tutti dubitano di
te,
Ma prendi in considerazione anche i loro dubbi.
Se sai aspettare senza stancarti dell'attesa,
O essendo calunniato, non ricambiare con calunnie,
O essendo odiato, non dare spazio all'odio,
Senza tuttavia sembrare troppo buono, né parlare troppo da
saggio;
Se puoi sognare, senza fare dei sogni i tuoi padroni;
Se puoi pensare, senza fare dei pensieri il tuo scopo,
Se sai incontrarti con il Trionfo e la Rovina
E trattare questi due impostori allo stesso modo.
Se riesci a sopportare di sentire la verità che hai detto
Distorta da furfanti per ingannare gli sciocchi,
O guardare le cose per le quali hai dato la vita, distrutte,
E piegarti a ricostruirle con strumenti logori.
Se puoi fare un solo mucchio di tutte le tue fortune
E rischiarlo in un unico lancio a testa e croce,
E perdere, e ricominciare dal principio
e non dire mai una parola sulla tua perdita.
Se sai costringere il tuo cuore, tendini e nervi
A servire al tuo scopo quando sono da tempo sfiniti,
E a tenere duro quando in te non c'è più nulla
Tranne la Volontà che dice loro: "Tenete duro!"
Se riesci a parlare alle folle e conservare la tua virtù,
O passeggiare con i Re, senza perdere il contatto con il
popolo,
Se non possono ferirti né i nemici né gli amici affettuosi,
Se per te ogni persona conta, ma nessuno troppo.
Se riesci a riempire ogni inesorabile minuto
Dando valore ad ognuno dei sessanta secondi,
Tua è la Terra e tutto ciò che è in essa,
E — quel che più conta — sarai un Uomo, figlio mio!
Come avete intuito, non parliamo di quello che hanno scritto
i saggi scelti da Napolitano, ma di quanto scritto duemila anni fa da san
Paolo e nel 1895 dallo scrittore Joseph Rudyard Kipling.
Vedere in questi giorni come i quattro leader dei maggiori
schieramenti politici, Berlusconi, Bersani, Monti e Grillo si stanno
comportando rispetto alla grave crisi politica ed economica che attanaglia il Paese lascia
sconcertati, senza parole.
Il Presidente Napolitano, anziché nominare una doppia
commissione con dieci saggi avrebbe fatto meglio a fotocopiare e distribuire ai
quattro leader politici i testi sopra riportati.
Chissà, forse il cuore di
qualcuno di loro avrebbe potuto riprendere a pulsare.
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