La politica estera degli Stati Uniti d’America dal secondo
dopoguerra ha avuto come cardine principale la ricostruzione dell’Europa
(inizialmente solo quella Occidentale) e del Giappone attribuendo loro il ruolo
di futuri partners commerciali e baluardo contro l’espansione del “comunismo”.
Proprio con il fine di ricostruire queste aree gli Stati Uniti hanno visto
favorevolmente (hanno permesso) la formazione di organizzazioni regionali come
la Comunità Europea per il Carbone e l’Acciaio, l’Associazione Europea di
Libero Scambio, il Mercato Comune Europeo per arrivare sino alla nascita dell’Unione
Europea.
A metà degli anni sessanta divenne evidente che i settori
più dinamici e “lungimiranti” del capitalismo statunitense, europeo occidentale
e giapponese erano sempre più intrecciati tra di loro ed avevano sempre più una
connotazione internazionale. Il vecchio sogno dei capitalisti di una comunità
mondiale del capitale sembrava prossimo a realizzarsi, almeno per una piccola
comunità di banche e di imprese transnazionali.
Questa dinamica, questa tendenza, venne infatti subito
notata dai banchieri d’affari statunitensi e mondiali, primo tra tutti David
Rockefeller. Rockefeller sostenne in
quegli anni che gli interessi del genere umano vengono meglio serviti in
termini economici laddove le forze del mercato libero hanno la possibilità di
trascendere i confini nazionali. Furono
i fautori di questa politica economica aperta, internazionale, a condurre il
gioco negli Stati Uniti. Per esempio dal 1947 al 1967 sei consecutivi negoziati
GATT abbassarono le tariffe sull’import USA in Europa e Giappone. Certo gli
Stati Uniti sono sempre stati divisi tra un’anima internazionalista ed una
protezionista che guardava più al mercato interno e chiedeva all’Amministrazione
di turno l’applicazione di dazi sulle esportazioni dell’Europa e del Giappone
verso gli USA. Negli anni 60 il mercato
interno USA cresceva e dunque gli internazionalisti avevano la meglio, ma ad un
certo punto qualcosa si ruppe.
All’inizio degli anni 70 ci fu la prima crisi
economica mondiale del dopoguerra. Nell’agosto
del 1971 il presidente Nixon varò la Nuova Politica Economica. Il mondo finanziario così com’era stato sino
ad allora, non fu più lo stesso. Nixon cancellò con un colpo di spugna gli
accordi di Bretton Woods del 1944 proclamando la non convertibilità in oro del
dollaro. Questa misura voleva svalutare la moneta statunitense e favorire di
conseguenza le esportazioni USA nei mercati europei e giapponesi che negli anni
sessanta erano molto cresciuti. Inoltre vennero applicati dazi unilaterali sulle
importazioni negli Stati Uniti, violando quelli che erano gli accordi GATT
appena conclusi. Se questa politica era sostenuta dal versante protezionista
dei capitalisti americani, era vista come il fumo negli occhi dagli
internazionalisti che ritenevano che questa politica danneggiasse in ultima
analisi il Paese. In effetti le
divisioni tra le nazioni capitalistiche industriali costituivano una minaccia
per quei player multinazionali (finanziari, società commerciali, banche) i cui
interessi erano strettamente connessi al libero scambio e ai liberi
investimenti con meccanismi flessibili di circolazione della moneta.
Fu per “sostenere” queste idee che nel 1973 David
Rockefeller, con alcuni “amici”, creò un’organizzazione che doveva servire a
salvaguardare gli interessi sovranazionali: la Commissione Trilaterale. Il prossimo anno questo organismo, che esiste
tutt’ora, compirà quarant’anni. I membri e i consiglieri più stretti che hanno
fatto parte della Commissione a partire dalla sua fondazione (luglio 1973) fino
ad oggi comprendono i rappresentati di banche, società multinazionali, società
di informazione e organizzazioni internazionali. E’ possibile collegarsi al
sito istituzionale della Commissione (http://www.trilateral.org/)
per farsi un’idea dell’attività che porta avanti questa organizzazione e delle
persone che attualmente ne fanno parte. Ad oggi gli italiani presenti risultano
18, tra cui John Elkann, Presidente di Fiat spa, Maurizio Sella, Presidente del
Gruppo Banca Sella, Marco Tronchetti Provera, Franco Venturini, editorialista
del Corriere della Sera, Enrico Letta, deputato e Vice Presidente del Partito
Democratico , solo per citarne alcuni. Il 16 novembre 2011 Mario Monti si
dimise dalla Commissione dopo essere stato scelto dal Presidente Napolitano
quale successore di Berlusconi alla guida del Governo italiano.
Nel luglio 2013 la Commissione Trilaterale festeggerà i suoi
primi quarant’anni di vita e di azione ai massimi livelli del potere
finanziario, economico e politico internazionale. E per come sono andate le
cose sino ad ora, sembra proprio che l’azione svolta sia stata efficace. L’interconnessione
del mondo contemporaneo, in tutti i settori, è forse andata oltre l’immaginazione
dei primi membri della Trilaterale. Ma
gli interessi del genere umano, come li definiva Rockefeller, oggi, sono
tutelati più e meglio di quarant’anni fa?
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