Per uno strano scherzo del destino, mentre agli europei di
calcio Italia e Spagna si conquistavano sul campo di calcio il diritto a
disputare la finale (con l’Italia che ha sconfitto per 2 a 1 proprio la
Germania), su un altro campo il Primo Ministro spagnolo e quello italiano,
insieme, vincevano la sfida contro la Cancelliera tedesca e contro la sua
politica di austerity senza se e senza ma.
Un po’ tutti i giornali, i media e i politici italiani
avevano presentato il vertice di Bruxelles del 28 e 29 giugno come l’ultima
occasione per segnare un cambio di passo e mandare segnali concreti ai mercati
finanziari sulla volontà dell’Europa di reagire e di far sentire all’unisono la
sua voce. Il problema era che le posizioni di partenza sulle cose da fare erano
molto divergenti. Alla fine ha prevalso la linea di Spagna e Italia che, con
l’aiuto della Francia di Hollande, proponevano, per uscire dalla crisi, i
meccanismi “salva spread” e il patto per la crescita prima del rigore fiscale e
dei tagli di spesa.
Complimenti quindi al nostro Premier Mario Monti che è
sempre più amato e rispettato all’estero, mentre in Italia l’idillio con il
popolo sembra essersi interrotto. Ho scritto popolo, ma avevo in mente la
parola partiti politici, soprattutto quelli che sostengono il Governo Monti. E’
chiaro che, giunti a questo punto, la situazione politica italiana è ad un
bivio: o si tiene in vita il Governo Monti sino alla prossima primavera,
lasciando che, soprattutto in Europa dove è stimato, concluda il lavoro
iniziato per cercare di ottenere una politica europea più attenta ai Paesi
sottoposti alla speculazione dei mercati oppure in Parlamento le forze
politiche votano contro uno dei prossimi provvedimenti sui quali verrà posta la
fiducia e quindi Monti ne trarrà la conclusione inevitabile, le dimissioni. Ma
quale forza politica si assumerà il rischio di sfiduciare il Governo Monti?
Certamente i provvedimenti sin qui presi, dalla riforma
delle pensioni a quella del lavoro non hanno accontentato gli elettori dei
partiti che sostengono il Governo, ma è stato detto che erano provvedimenti che
ci chiedeva l’Europa e l’Italia doveva svolgere i suoi compiti a casa per non
finire come la Grecia sull’orlo del fallimento. Ma ora i compiti a casa sono
stati (in parte) eseguiti e l’Europa si è accorta di questo e ci ha premiato a
Bruxelles lo scorso week end. E allora, incominciano a chiedersi i politici, ha ancora senso sostenere il Governo Monti per
altri nove mesi?
La verità è che i compiti a casa nostra non sono ancora finiti
e quelli sin qui svolti non ci sembrano essere tutti corretti, ci vorrebbe un
maestro che li riguardasse e segnasse in rosso le parti da rivedere. Ma dove lo
troviamo un maestro capace e onesto che sia in grado di gestire una classe di
politici indisciplinati e furbetti, ognuno intento a difendere il proprio
orticello e per nulla interessati al bene comune degli italiani?
E se ci rivolgessimo al mister Prandelli?
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