Hic sunt leones.
Chissà se al professor Monti sarà venuta in mente questa locuzione latina prima di
decidere comunque di salire in politica… In effetti il panorama politico che ci
si presenta davanti agli occhi assomiglia sempre più ad una giungla infestata
da animali pericolosi, alcuni dei quali non ancora studiati dagli scienziati!
In questo clima tropicale, nonostante che siamo al 3
gennaio, il professor Monti, dopo molti tentennamenti, ha deciso di impegnarsi
in prima persona nelle prossime elezioni, come leader politico e non più tecnico.
E’ una scelta che, come si poteva immaginare, sta facendo discutere tutte le
forze politiche, quelle che hanno sostenuto il suo Governo e quelle che lo
hanno sempre osteggiato e criticato anche duramente.
Ciò che il Governo presieduto da Mario Monti ha
realizzato nei mesi appena trascorsi lo hanno visto e vissuto tutti gli
italiani. Si poteva fare di più, si
poteva fare meglio? Non è questo il punto. Il punto, a nostro giudizio, è ricordarsi
quale situazione economica l’Italia stava vivendo nel novembre 2011 e a quali
risultati siamo arrivati nel gennaio 2013. Poi ognuno di noi, per gli interessi che gli
sono propri e che difende, tragga le sue considerazioni. Certamente il
professor Monti ritiene che la sua opera non sia esaurita e che la situazione
magmatica della politica italiana lasci spazio alla sua squadra “speciale”
chiamata dagli italiani a terminare il lavoro iniziato.
Ma qual’ è il progetto del Professore? Quale idea d’ Italia
ci propone Monti? Ci vengono in aiuto le
venticinque pagine della c.d. Agenda Monti dal titolo: Cambiare l’Italia, riformare l’Europa. Un’Agenda per un impegno comune,
primo contributo ad una riflessione aperta. (http://www.agenda-monti.it/wp-content/uploads/2012/12/UnAgenda-per-un-impegno-comune-di-Mario-Monti.pdf)
Le abbiamo lette tutte con attenzione. Conclusioni? Mentre
su alcune questioni, come per esempio il pensiero sull’Europa che dovrà essere più
unita e meno distante dai cittadini, pensiamo che si possa raccogliere un ampio
consenso, già sulle questioni economiche il pensiero del nuovo movimento si fa
più articolato e discutibile. Certo, l’emergenza non è ancora terminata, ma la
cura draconiana adottata sino a qui dal Governo Monti, non ci sembra che abbia
portato a risultati brillanti.
Un punto poi nell’Agenda Monti ci sembra
carente: si parla molto di crescita, ma non si capisce da dove e come la
crescita economica avrebbe origine. Si trovano enunciati tanti bellissimi
principi (proiettare le imprese italiane sui mercati internazionali – l’agenda
digitale – sfruttare tutto il potenziale dell’economia verde – la politica
agricola – l’Italia della bellezza, dell’arte e del turismo - ), ma poi
francamente ci sfuggono i risvolti operativi degli stessi. L’Agenda continua occupandosi della riforma
delle pensioni, del mercato del lavoro, della riforma delle istituzioni e della
giustizia, tutti temi dove il pensiero del Professore è ben noto e in parte
anche condivisibile (ma discutibile l’allungamento dell’età pensionabile che
porta ad un blocco di fatto delle assunzioni per i più giovani).
Il focus rimane la crescita economica
e su questo punto l’Agenda Monti a nostro giudizio latita. Non siamo economisti, ma partiamo da una
constatazione, dalla realtà dei fatti: (dati
2010) il tessuto economico italiano è costituito da 4,5 milioni di imprese, il
95% delle quali occupa meno di 10 dipendenti. Se nel 2013 trovassimo il modo di
stimolare, incentivare la metà di queste imprese, diciamo 2 milioni di
imprenditori, ad assumere ciascuno un nuovo dipendente, magari giovane, avremo
nel giro di un anno 2 milioni di nuovi posti di lavoro. Come fare, quali
stimoli fiscali - economici utilizzare? Fornire una risposta dovrebbe essere il
compito del Governo, politico o tecnico che sia. Con le nuove assunzioni si
creerebbe quel volano capace poi di stimolare poco per volta fattori positivi
di crescita in tutti i settori economici. Il rovescio della medaglia è la
recessione che abbiamo vissuto in questi ultimi dodici mesi e che porta con sé nuova
disoccupazione, nuovo calo dei consumi, che provoca nuova recessione.
Che giudizio daranno in definitiva gli italiani della salita
in politica del professor Monti ? E, soprattutto, vi era bisogno di questo
nuovo movimento? Nessun sondaggista può al momento formulare una risposta
attendibile a queste domande. Troppo magmatica la situazione politica.
Una cosa
è certa: hic sunt leones, speriamo solo
che la preda sacrificata non sia la nostra amata Italia.
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