Ci sono persone così povere che l'unica cosa che hanno sono i soldi.

Santa Madre Teresa di Calcutta

venerdì 9 agosto 2019

Le tre emme



Ammettiamolo: per prevedere la crisi politica che in queste ore si sta formalizzando in Parlamento non c'era bisogno di scomodare Nostradamus. Anche il più inguaribile degli ottimisti non poteva credere che un governo, con due vice premier che hanno dimostrato di avere posizioni opposte riguardo a quasi tutti i temi principali dell'agenda di governo e un premier senza un partito alle spalle a sostenerlo, potesse durare a lungo, men che meno un'intera legislatura.


Le conseguenze di questo ennesimo insuccesso di un governo della Repubblica purtroppo le pagheremo ancora una volta tutti noi.

Per prima cosa, proprio nelle settimane a venire a Bruxelles si getteranno le basi per il prossimo governo dell'Europa e l'Italia arriverà all'appuntamento ancora più indebolita dalla crisi politica di quanto già non lo fosse per quella economica, da cui non riesce a trovare una via d'uscita. Il rischio che corre il nostro Paese è quello di venire emarginato per i prossimi cinque anni in Europa.

Di più, lo scontro politico che ci attende rischia di non portare ad un risultato soddisfacente sul piano della governabilità, con molte incognite sul futuro del Paese. Se infatti la leadership di Matteo (Salvini) sembra indiscussa sul fronte destro dello schieramento, al centro e a sinistra le cose appaiono molto più nebulose.

Forza Italia sembrerebbe definitivamente uscire di scena, ma non è ancora chiaro quale soggetto potrebbe occupare lo spazio una volta controllato da Berlusconi che appare arroccato con i suoi fedelissimi a difesa di un'idea d'Italia che non esiste più.

La prateria lasciata libera al centro dello schieramento politico potrebbe essere occupata da un altro Matteo (Renzi), il quale però deve decidere una volta per tutte se vuole giocare la partita dall'interno del suo partito (provocando molto probabilmente una rottura insanabile con una parte di esso) oppure dare vita ad un proprio soggetto politico, autonomo dal PD, con mire aggreganti nei confronti del variegato mondo centrista.

Infine arriviamo ai 5S che oggettivamente escono abbastanza malconci dalla loro prima esperienza governativa. Avrà giocato l'inesperienza, oppure l'incapacità di alcuni personaggi chiave, oppure altri fattori, fatto sta che ancora una volta si è visto come l'essere all'opposizione sia relativamente semplice e porti consensi, ma quando si diventa forza di governo si sperimenta che non è sempre facile ottenere risultati e raggiungere gli obiettivi dichiarati quando si stava dall'altra parte della barricata (vedi TAV).

A questo punto cosa attenderci?


In autunno ci sarà da approvare una finanziaria che non si preannuncia per nulla semplice. La speranza è di arrivare all'appuntamento con un governo in carica e nel pieno delle proprie funzioni, sostenuto da un'ampia maggioranza in Parlamento.

Diversamente sarà difficile sfuggire al più volte minacciato, ma sempre negato dall'attuale governo, aumento dell'IVA i cui effetti devastanti per la già debole economia italiana potrebbero aprire la strada ad un governo di garanzia guidato da un premier che goda di assoluta fiducia a livello europeo: Mario Draghi.

L'Italia in queste ore si sta giocando una fetta molto ampia di quello che potrebbe essere il suo benessere futuro: ci auguriamo che tutti i leader politici pongano molta attenzione alle scelte che stanno per compiere, pensando al bene del Paese prima che alle loro ambizioni personali, perché tornare indietro è, come per qualsiasi scelta di vita, impossibile.


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