Ci sono persone così povere che l'unica cosa che hanno sono i soldi.

Santa Madre Teresa di Calcutta

sabato 4 maggio 2019

Le ragioni che mi spingono al voto




Domenica 26 maggio siamo chiamati a rinnovare i nostri rappresentanti al Parlamento Europeo

Mai come in questo momento storico, l’Europa non gode di una buona reputazione, bistrattata da destra e da sinistra, accusata di essere l’origine di tutti i mali che ci affliggono.

Quindi la domanda nasce spontanea: perché dovremmo andare a votare il 26 maggio e, soprattutto, per chi?


Domanda non banale e molto diffusa tra coloro che frequento abitualmente, colleghi, conoscenti, amici.

Personalmente, le ragioni che mi spingono a votare il 26 maggio per l’elezione del Parlamento europeo sono le medesime che mi spingono ad alzarmi la mattina e andare al lavoro, tornare a casa e chiedere ai miei figli come hanno passato la loro giornata, programmare un week-end al mare o in montagna, immaginare le vacanze estive con la mia famiglia. Sono le medesime ragioni che mi fanno interessare ai mutamenti climatici, alle difficoltà che molti amici hanno nel trovare lavoro, al terrorismo che in diverse parti del mondo fa strage di uomini innocenti: insomma sono le medesime ragioni che mi spingono a vivere da essere umano e non come un animale.

Come è possibile restare indifferenti alla facoltà di contribuire, con il proprio voto, all’elezione di un Parlamento unico nella sua specie: un luogo dove 750 persone, uomini e donne, in rappresentanza di 28 nazioni possono incontrarsi ogni giorno e discutere in pace sul futuro che attende oltre cinquecento milioni di concittadini?

Pensate che cosa sono stati capaci di immaginare uomini che avevano appena terminato di spararsi addosso alla fine della Seconda Guerra mondiale, partendo dall’idea di non voler mai più rivedere nella loro vita e in quella dei loro figli e nipoti ciò che avevano visto con i propri occhi: i muri dei palazzi delle loro città alti non più di trenta centimetri. Da quel desiderio di cambiare vita nacque l’Europa che noi oggi abbiamo il compito di gestire e portare avanti.  


Se l’Europa di oggi non ci piace, è solo colpa nostra e tocca a noi impegnarci per migliorarla, e non credo che l’idea di distruggerla sia quella giusta. Pertanto ad ognuno di noi è chiesto un piccolo impegno, in queste settimane: quello di informarsi, per capire quale è il modo migliore per aiutare questo sogno a camminare, sempre meglio, sempre più vicino al nostro modo di pensare, di vivere, di credere.

Oggi le fonti d’informazione primarie non ci mancano e ognuno di noi può facilmente accedervi. Definisco primarie le fonti non social perché quelle social a mio parere sono inadatte a formarsi un giudizio se si parte da zero: qui di seguito potete trovarne alcune che personalmente consulto e che trovo molto utili: il sito istituzionale del  Parlamento europeo per incominciare. Molto ricco d’informazioni è anche il sito dell’ ISPI (Istituto per gli Studi di Politica internazionale) che ha dedicato uno spazio alle votazioni europee. Inoltre, vi posso suggerire il sito della Fondazione Openpolis che, con il suo spazio Europa, analizza in profondità alcune tematiche europee. Insomma, le fonti di informazioni non mancano, occorre metterci solo la buona volontà.

Se poi non volete abbandonare il blog, potete rileggervi gli articoli che avevo pubblicato nel 2014 in occasione delle precedenti elezioni europee che illustravano il ruolo e il funzionamento del Parlamento europeo e degli altri Organismi comunitari. Rimangono validi ancora oggi.

L’invito che rivolgo a tutti è quello di non sottovalutare l’importanza di questo voto e di pensare a coloro che verranno dopo di noi, perché dipenderà da noi l’Europa che vivranno i nostri figli e i nostri nipoti. Sono sicuro che informandoci e documentandoci, una forza politica e una persona da votare la troveremo, tenendo presente sempre una cosa: non riponiamo certamente la nostra speranza in un voto, ma andiamo a votare proprio perché speriamo in un domani migliore.

Mi sembra doveroso chiudere con questo ricordo. Per circa trent’anni ho svolto la funzione di presidente di seggio elettorale nel comune dove risiedo e devo dire che a ogni votazione a cui ho partecipato sono rimasto sempre stupito dalle persone anziane, di ottanta e anche di novant’anni che, a fatica, venivano a votare, spesso anche da sole. A una di queste, una donna, malconcia sulle gambe, quando le riconsegnai la tessera elettorale dopo che aveva votato, feci i complimenti per essere venuta al seggio e lei mi guardò negli occhi e mi disse: “Giovanotto, io mi ricordo di quando non potevo votare. Finché vivrò, ogni volta che c’è da votare, mi troverà qui!” 

Me lo disse in dialetto, ma il concetto era questo.

1 commento:

  1. Grazie Lorenzo. Doveroso richiamo a ciò che ci deve rendere cittadini consapevoli e responsabili.

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