Forse ancora pochi sanno che il prossimo 30 gennaio i bancari italiani sciopereranno per la seconda volta nel giro di neanche 18 mesi. Il motivo: la disdetta unilaterale da parte dell’ABI del contratto nazionale di categoria. Non vogliamo qui ed ora entrare nel merito delle proposte economiche e contrattuali di entrambe le parti e nemmeno commentare la recente riforma delle banche popolari proposta dal Governo Renzi in fretta e furia l’altro giorno con l’approvazione di un Decreto Legge di cui peraltro ci sfuggono i motivi straordinari di necessità ed urgenza…
Ci preme in questo momento rappresentare ai lettori la figura del dipendente bancario di oggi che non è quella descritta nella lettera di disdetta dell’ABI firmata il 16 settembre 2013 ove viene affermato che “le competenze e professionalità (del bancario) non risultano più coerenti con l’attuale modo di fare banca”. E quindi cosa si propone: licenziamo la metà dei trecentomila bancari italiani per rientrare nei parametri di efficienza previsti dalle società di consulenza internazionale i cui esperti non hanno lavorato neanche un giorno in banca?
Il bancario è quella figura che, insieme al carabiniere delle barzellette e alla suocera, rimane nell’immaginario collettivo come una figura stereotipata, immutabile, tendente al grigio, un po’ orso, riservato. Non sono bastate le recenti pubblicità televisive che hanno tentato di farlo uscire dalla sua tana e riportarlo alla vita reale, quando si parla del bancario il pensiero ce lo fa immaginare seduto dietro una scrivania, il famoso posto fisso, davanti ad un computer a fare conti, sfogliare e timbrare documenti.
Ebbene, ecco una simpatica descrizione del bancario di oggi inviatami da un’amica bancaria che parla di se stessa. E, credetemi, potrà sembrare sopra le righe, ma la situazione è proprio quella descritta.
“Siccome c'è la crisi, il mio primario Istituto di credito non può pagarmi gli straordinari e mi chiede di non farli...
Siccome c'è la crisi, la Banca non assume, i colleghi che se ne vanno non vengono sostituiti e ora ho un portafoglio di 850 clienti. Tutti i giorni devo ricevere almeno 5 clienti e registrarli in ABC (agenda elettronica su PC) Devo rispondere al telefono quando squilla, farlo velocemente altrimenti non "sono OK" e sorridere mentre lo faccio perché il sorriso "si sente".
Devo rispettare il budget trimestrale: vendere 23 polizze auto e mezzo milione di fondi "consigliati" senza dimenticare di rogitare almeno 3 mutui, erogare 12 prestiti, aprire 50 conti e rilasciare 100 carte di credito.
Bisogna anche che io trovi il tempo di far firmare al Direttore i contratti sottoscritti, che scansioni la documentazione prevista che la archivi secondo le normative vigenti. Già, le cose cambiano e bisogna tenersi aggiornati!
Faccio 200 km per le riunioni con i capi ma, per fortuna, i corsi più tecnici si fanno on-line: ne ho giusto 6 da completare entro il prossimo mese per sole 50 ore... Senza contare la certificazione IVASS da rinfrescare ogni anno che dura 560 ore...da fare in orario di lavoro ma non a scapito del servizio, quando non ci sono clienti che però entrano fino alle 20 di sera.
Quando gli altri sono in pausa carico il bancomat che, anche se si guasta un giorno sì e uno no, è il biglietto da visita della filiale.
Poi devo collegarmi al sito della Polizia per controllare i documenti dei clienti, al sito dall'Agenzia delle entrate per verificare il codice fiscale ed è mia responsabilità controllare la residenza...questo per l'antiriciclaggio! Perché altrimenti rischio una multa o una denuncia penale!!!
L'unica cosa che mi è venuta in mente per risparmiare tempo, è fare più cose contemporaneamente! Così mentre erogo un mutuo rispondo al telefono e intanto mi collego al sito della Polizia. Quando vado in bagno mi porto le cuffie cosi intanto seguo un corso...senza dimenticarmi di sorridere!
Durante i 5 incontri giornalieri con i clienti, mentre sottoscrivono fondi, archivio e spedisco documenti...Ho un po' di confusione so che devo andare dal Direttore e, mentre gli chiedo di firmare qualcosa, ritiro una raccomandata, carico il bancomat e gestisco con fermezza ed educazione la lamentela di un cliente che viene da un'altra città senza documenti e vuole che gli cambiamo un assegno probabilmente trafugato...
So che non hai tempo ma se ti riconosci, quando sei in bagno, gira ai tuoi amici bancari!”
Ecco il lavoro quotidiano che svolgono ogni giorno i 300.000 dipendenti bancari per i loro clienti. Ma in ABI hanno cognizione di quello che accade nelle filiali delle banche che dirigono?
Perché l’impressione è che gli attuali banchieri abbiano smarrito le competenze e le professionalità necessarie per guidare le banche italiane che si apprestano a sfidare il futuro prossimo venturo.
Dire che c'è sempre chi sta peggio, per quanto indiscutibilmente vero, costituisce una ben magra consolazione, di fronte alla concreta prospettiva, per centinaia di italiani, di andare a gonfiare le schiere della precarietà e di perdere anche le tutele minime, che si sia un neoassunto o un 'quasi' pensionato. Se questo e' il modo di 'governare il cambiamento', ad ognuno la decisione di manifestare la propria posizione... Magari il 30 gennaio .......... Llaura
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