Questa sera milioni di persone, me compreso, parteciperanno nel mondo, ciascuno nel proprio luogo di residenza, alla veglia di preghiera indetta da Papa Francesco per chiedere la Pace ed allontanare lo spettro di una nuova guerra contro la Siria. E’ la manifestazione della cattolicità del cristianesimo. Per grazia, Papa Francesco domenica scorsa ha invitato tutti i cristiani e tutti gli uomini di buona volontà a compiere questo gesto semplice e il suo invito ha avuto immediatamente pronta eco in tutto il mondo.
Certo, il tema della Pace è un tema caro a milioni di persone in tutto il mondo.
Scriveva esattamente cinquant’anni fa Giovanni XXIII nell’Enciclica Pacem in Terris: I rapporti tra le comunità politiche vanno regolati nella verità e secondo giustizia; ma quei rapporti vanno pure vivificati dall’operante solidarietà attraverso le mille forme di collaborazione economica, sociale, politica, culturale, sanitaria, sportiva: forme possibili e feconde nella presente epoca storica. In argomento occorre sempre considerare che la ragione d’essere dei poteri pubblici non è quella di chiudere e comprimere gli esseri umani nell’ambito delle rispettive comunità politiche; è invece quella di attuare il bene comune delle stesse comunità politiche; il quale bene comune però va concepito e promosso come una componente del bene comune dell’intera famiglia umana (paragrafo 54).
Verità e giustizia: due parole fondamentali per riuscire a guadagnarsi la Pace in Terra. L’uso di armi chimiche, contro chiunque utilizzate, civili o militari, è un gesto che provoca sgomento e disgusto alle coscienze di ogni essere umano. Ma, per punire duramente coloro che hanno utilizzato queste armi chimiche, occorre avere la certezza di colpire veramente coloro che si sono macchiati di questo orrendo crimine, occorre avere prove inconfutabili, almeno credere di avere raggiunto oltre ogni ragionevole dubbio questa certezza. E poi l’organismo internazionale deputato a comminare questa punizione esiste e si chiama Organizzazione delle Nazioni Unite. Ogni altra iniziativa singola o comunitaria di uno Stato o gruppi di Stati contro la Siria, prima che queste prove venissero certificate dagli esperti dell’ONU, si porrebbe come iniziativa personale e il senso della parola “giustizia” connesso alla parola Pace così come inteso nell’Enciclica Pacem in Terris non sarebbe rispettato pienamente, diverrebbe un gesto creatore di nuove ingiustizie.
Pace nel mondo, Pace in Italia.
Il Governo italiano, in carica da alcuni mesi, sembra che sia giunto già al capolinea. La prossima settimana, mentre i siriani scruteranno il cielo in attesa dei missili statunitensi, gli italiani scruteranno la televisione in attesa del video messaggio, pare già registrato, del Presidente Berlusconi che dovrebbe annunciare l’uscita dei Ministri PDL dal Governo Letta. Anche l’Italia, come la Siria e il mondo intero, avrebbe bisogno di Pace. Avrebbe bisogno che l’esperienza di questo originale Governo di servizio per il Paese potesse continuare a lavorare serenamente per portare a termine almeno le riforme basilari, per sperare in una ripresa il più possibile ravvicinata della nostra economia, del nostro tessuto imprenditoriale, dei nostri giovani senza lavoro.
Certo, le tensioni sono fortissime. Avevamo sperato, all’indomani della condanna definitiva, che il Presidente Berlusconi, in nome dell’amore che ha sempre dichiarato portare verso l’Italia e gli italiani, avesse compiuto un gesto di grande generosità e si fosse dimesso subito dalla carica parlamentare che ricopre, ma la situazione sta andando come tutti vediamo. D’altra parte la situazione personale di Berlusconi, anche se si tratta del leader di un grande partito italiano, non può passare sopra gli interessi di una Nazione come l’Italia che sono quelli di avere un Governo che lavori per le persone, le aziende, per il bene comune e ci conduca definitivamente fuori la crisi economica che ci attanaglia da cinque anni. Il Presidente Berlusconi è un uomo di Pace e alla fine saprà compiere, ne siamo sicuri, la scelta giusta.
Tutto è perduto con la guerra, niente è perduto con la Pace. Questo diceva al mondo Pio XII il 24 agosto 1939.
Per questa Pace milioni di persone questa sera pregheranno in tutto il mondo. Auguriamoci che il soffio di voce portatore di questa Pace raggiunga le persone che stanno sulla linea di frontiera, quelle che dovranno decidere se dar vita ad un nuovo conflitto, in Siria come in Italia.
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